Sulle pagine di Superman #52, ultimo capitolo della saga The Final Days of Superman (inizialmente annunciata con il titolo di Super League), la più recente iterazione dell’Uomo d’Acciaio (quella nata con il reboot de I Nuovi 52) ha perso la vita, lasciando il mantello in eredità a colui che lo aveva preceduto: il Superman post-Crisi sulle Terre Infinite, quello dell’Universo DC pre-Flashpoint.

 

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Peter J. Tomasi, scrittore della suddetta saga, nonché nuovo autore di Superman dell’era Rebirth (insieme a Patrick Gleason) ha recentemente discusso con Comic Book Resources della nuova morte di Superman e dei misteri che continuano ad aleggiare attorno a questa scomparsa, dei quali vi abbiamo recentemente parlato. Per l’esattezza, in Superman #52 non muore un Superman, ma ben due Uomini d’Acciaio: ci ha infatti lasciato anche Denny Swan, il Solar Superman, evento che lo sceneggiatore ha così commentato:

 

C’era un fattore chiave: dovevo fare meglio di Dan Jurgens [autore principale della celebre saga La Morte di Superman – NdR]. Era la mia missione. La storia e i personaggi mi hanno detto come fare. È qualcosa di impegnativo, divertente e folle scrivere ben otto fumetti in poco tempo e rispettare tutte le scadenze, ma è stato un vero piacere e onore realizzare una storia come questa e sono contento di vedere che i lettori l’abbiano apprezzata.

 

Tomasi ha poi parlato dello scontro tra Superman e Denny Swan, oltre che della morte di entrambi:

 

Non ci sono stato a pensare troppo. Superman si trovava di fronte a una scelta da compiere, e in precedenza aveva valutato ogni altra possibile soluzione. Aveva tentato a parlargli e farlo ragionare. Inoltre, Superman stava male, stava morendo, motivo per il quale il tempo a sua disposizione per fermare un elemento così instabile e determinato a uccidere degli innocenti era poco. La decisione è stata quella di assorbire tutta la sua energia, ma così facendo il suo avversario è esploso. In fondo il villain stava già morendo di per sé, quindi fondamentalmente Superman ha solo accelerato il processo. Nella mia mente, non l’ha davvero ucciso lui.

 

Prima della sua caduta, il Superman de I Nuovi 52 ha avuto modo di incontrare il suo successore (e predecessore):

 

Superman #52, copertina variant di Mikel JaninÈ stata una cosa interessante da esplorare. Non ho fatto sì che i due Superman sembrassero migliori amici. Del resto non hanno avuto modo di conoscersi davvero.

Il protagonista sapeva che anche l’altro indossava una “S”, che era un supereroe, che viveva su questo mondo: una brava persona che ha fatto cose buone. Si trattava quindi di un rapporto di mutuo rispetto tra due persone che indossano una “S”, come tra due Marine che si incontrano in un centro veterani: magari non si conoscono tra loro, hanno combattuto guerre diverse, ma esiste una forma di rispetto reciproco.

Il Superman de I Nuovi 52 ha subito sentito questa connessione nei confronti del Superman pre-Flashpoint, e sa che farà del bene.

 

Infine, Tomasi ha parlato di quello che attende Superman nell’era Rebirth:

 

Superman: Rebirth #1 è un fumetto molto diverso rispetto a tutte le altre uscite di Rebirth perché abbiamo avuto due Superman che coesistevano nello stesso momento. Questo albo è quindi una sorta di ponte. La missione mia e di Pat [Gleason] per questo prima numero è di far capire chi sia il Superman pre-Flashpoint, quali sono le sue speranze e i suoi sogni. Volevamo che ci fosse un passaggio semplice per i lettori per arrivare poi a Superman #1.

 

 

Fonte: CBR