Dev’essere davvero un bel periodo quest’ultimo per Lorenzo Ceccotti, in arte LRNZ, artista completo dotato di una grande e profonda sensibilità. Dopo un anno, il 2015, che l’ha visto protagonista con i suoi due romanzi grafici, Golem e Astrogamma (BAO Publishing), la collaborazione con Roberto Recchioni su Monolith e le illustrazioni per il libro di Murakami, La Strana Biblioteca (Einaudi), non sono mancate interessanti iniziative, come la mostra a lui dedicata al recente ARF! Festival. A BGeek 2016 abbiamo avuto modo di incontrare Lorenzo per soffermarci sulla sua produzione e i suoi riferimenti artistici; ne è inoltre scaturita un’interessante quanto acuta riflessione sul personaggio di Batman.

 

Ciao, Lorenzo! Benvenuto su BadComics.it.

Ciao a tutti e grazie a voi.

Partiamo dal tuo debutto editoriale, Golem: quali sono i riferimenti narrativi dietro alla creazione di questo futuro distopico così affascinante?

Golem, copertina di LRNZBeh, prima di tutto c’è il libro Il Golem di Gustav Meyrink, da cui prende il nome e che rappresenta un punto di riferimento importantissimo. Poi, essendo un mondo costruito da zero, sostanzialmente alterando dei parametri dal presente, il primo punto di riferimento è stato proprio il presente. Vuole essere una deformazione della realtà contemporanea, un’esasperazione di alcuni suoi caratteri.

In quest’opera hai tratteggiato dei personaggi portatori di valori assoluti: bianco o nero, senza la possibilità di una zona grigia. Da dove nasce questa scelta?

Nel caso specifico di questa storia, di Golem, avevo la necessità di avere dei personaggi che rappresentassero delle idee, che fossero sostanzialmente dei simboli, di un solo concetto. Non volevo che fossero diluiti in nessun altro modo con concetti che avrebbero potuto mascherare il loro senso. L’idea di base in Golem è quella di creare una rete di idee piuttosto che di storie di personaggi, come normalmente si usa fare.

Astrogamma ha una genesi anteriore rispetto a Golem, sebbene sia uscito successivamente. Parlaci delle differenze narrative tra le tue due opere.

Per quanto Astrogamma abbia un impianto narrativo che sicuramente ha più livelli di lettura, in Golem c’è la volontà esplicita di creare una struttura che sia ermetica, che spinga il lettore ad approfondire le immagini in una maniera decisamente più articolata rispetto ad Astrogamma. Sebbene anche in questo secondo romanzo le immagini siano esplicite, in Golem il peso delle immagini è completamente diverso, proprio a livello di quantità di informazioni.

Passando all’aspetto grafico dei due volumi, tu riponi molta attenzione in questa componente del fumetto, anche per via della tua formazione professionale. Da autore completo, come ti trovi a collaborare con altri autori?

Astrogamma, copertina di LRNZHo quasi sempre lavorato a contatto con altri autori, sia nel campo dell’animazione sia in quello della comunicazione. Astrogamma è un opera a quattro mani, le mie e quelle di Alessandro Caroni, mentre ora sto collaborando con Roberto Recchioni su Monolith. C’è sempre qualcun altro con il quale collabori, è molto difficile trovarsi da soli nella fase di creazione. Anche lo stesso Golem nasce dopo un processo lunghissimo di scambio con un mio amico, cui è dedicato il libro. Si chiama Emanuele Sabetta, ed è un po’ il ghost writer della storia. Addirittura, alla primissima stesura di Golem contribuirono Alessandro Garoni e Daniele Capuano. Quindi il frutto del lavoro che io faccio viene sempre da una lunga fase di confronto. Anche perché il libro deve finire in mano alle persone, e mettere la testa sotto la sabbia è solo un errore. Anzi, bisogna confrontarsi il prima possibile con gli altri. Uno dei più grandi lussi che mi sia potuto permettere è quello di restare in un collettivo come quello dei Superamici, in cui ogni volta che scrivevi qualcosa veniva confrontata con gli altri, al giudizio collettivo, spesso anche molto duro. É una cosa che ti forma, ti fa crescere meglio e al fine della storia stessa crea solo vantaggi. Collaborare con un autore che si occupi della scrittura è sicuramente più difficile, molto più difficile, però allo stesso tempo altamente più efficace.

Nel fumetto, come nel cinema, sempre maggior importanza viene data al ruolo dell’eroe. Durante la tua conferenza qui a BGeek hai esposto una tua personale interpretazione del personaggio di Batman. Vuoi condividerla con i lettori di BadComics.it?

LRNZ a BGeek 2016Ci pensavo un po’ di tempo fa. In pratica se si analizza la natura stessa di Batman, questo personaggio ha una rivelazione da piccolo, si accorge che la giustizia, intesa come quella ordinaria, civile e penale, non ha il suo seguito, perché il killer che ha ucciso i suoi genitori è impunito. Tutto questo genera l’esigenza di farsi giustizia da solo e l’idea secondo cui, sostanzialmente, la giustizia può servire alle persone comuni, ma non risolve veramente i problemi. Per cui parliamo di una persona che è scevra da ogni problema pratico, perché piena di soldi, con una sua azienda, la Wayne Enterprises, che è inserita nella società e gli procura ogni tipo di vantaggio. È un network di potere enorme. Di notte, poi, gira mascherato, con un animale simbolo come il pipistrello, che vede al buio. Il pipistrello, come il gufo, sono creature notturne che vedono la verità secondo il percorso iniziatico massonico. Quindi già la scelta dell’animale guida è importantissima; anche il Gufo di Watchmen può considerarsi un mutatis mutandis di Batman.

Batman fa quello che deve fare, armato fino ai denti, ma supportato dalla polizia. Ha un rapporto fraterno, segreto, con un poliziotto. La polizia addirittura sa che se vuole raggiungere uno scopo deve per forza passare attraverso Batman, che non risponde alla legge. E questo è il profilo perfetto di un massone. Negli Stati Uniti le logge massoniche sono la norma, non sono cose strane come da noi, e i Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America erano massoni. Il Washington Memorial a Washington D.C. è un tempio massonico, c’è la scala di Re Salomone, il Corano, la Torah, la Bibbia, il pavimento a scacchi, la sfinge… sono spazi che inquietano.

Hai avuto modo di vedere Batman V Superman: Dawn of Justice?

Batman: Giudizio su GothamNon l’ho visto, però mi fa piacere lasciarvi invitandovi a rivedere il terzo film di Nolan dedicato a Batman [Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno], che per me non è un bel film, però contiene una delle riflessioni più attente su Batman (non so quanto volontaria), ossia il discorso che fa Jim Gordon. Tra l’altro, assomiglia a un passo del discorso di Andreotti contenuto nel film Il Divo di Sorrentino. Quindi ho sviluppato questa cosa: se penso che mi piace Batman, allora mi deve piacere anche Andreotti, e questo mi inquieta un po’ [ride].

Sempre attraverso questa riflessione ho rivalutato anche l’albo Batman/Judge Dredd: Giudizio su Gotham, in cui Judge Dredd, che rappresenta la legge, arriva a Gotham e la prima cosa che fa è sbattere dentro Batman. La riflessione può sembrare un po’ fricchettona, ma è interessantissima in merito al ruolo che hanno Batman e la giustizia. Questo albo che mi aveva sempre impressionato per la quantità di azione e per i fantastici disegni, forse tra i più belli che abbia mai visto, conteneva una riflessione che mi è apparsa solo ora. Ci sono autori che in passato hanno focalizzato le loro opere sul rapporto tra l’uomo e la maschera, l’uomo e la vendetta. A mio avviso, il Batman completo, quello messo in rapporto con la polizia e il crimine, è programmaticamente un reazionario massonico. Totale. E di questo sono straconvinto!