L’attesa serie su Han Solo realizzata dal team creativo di Marjorie Liu e Mark Brooks è quasi pronta al decollo. In occasione della sua uscita, prevista per il 15 giugno negli Stati Uniti, l’autrice racconta sulle pagine di Comic Book Resources il percorso che ha seguito per rivelarci l’essenza del personaggio dietro la sua facciata di cinico sbruffone: un viaggio tra il vecchio e il nuovo Han, sul suo rapporto con Chewbacca, sull’importanza dell’amicizia e sulle sfide di cambiare vita.

 

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Han Solo #1, copertina di Lee BermejoLa mia storia si svolge tra Una Nuova Speranza e L’Impero Colpisce Ancora. Han pensa di avere avuto abbastanza guai lasciandosi coinvolgere nello scontro tra Impero e Ribellione, e che non ha bisogno di niente del genere. Tuttavia, in Star Wars ha fatto una scelta e si è ritrovato nel bel mezzo di una lotta mortale, una lotta in cui conta, in cui può fare la differenza. E nonostante tutto, la cosa gli piace. Gli piace essere un eroe, lo vediamo chiaramente alla fine di Star Wars: se ne sta lì con una medaglia appesa al collo ed è raggiante. Sa di avere fatto qualcosa di importante.

Successivamente, la vita reale gli presenta il conto, e alla fine della giornata si sente ancora un contrabbandiere. Sarebbe facile fingere che non sia successo nulla e che possa tornare alla sua vita come niente fosse. Ma scopre di non poterlo fare: questa esperienza l’ha cambiato, anche se non voleva essere cambiato. Amava la sua vecchia vita e vorrebbe tornare a quella… ma scopre con grande sorpresa che quella vita non lo soddisfa più. Come recita quel detto? “Nessuna buona azione resta impunita.” Fare l’altruista non sempre paga. Ma Han ha un suo codice d’onore, e quando le circostanze gli consentono di attivarlo, lo applica fino in fondo. Gli eventi recenti hanno risvegliato qualcosa in lui.

Han Solo #1, variant cover di John CassadayChewbacca ha un codice morale ancora più forte e non si prende nemmeno la briga di nasconderlo. Forse non capiremo una parola di quello che dice nei film, ma sappiamo benissimo come la pensa Chewie. Credo che avere un amico più onorevole di te e a volte anche più coraggioso di te sia una buona influenza. Ti mantiene sulla via giusta, anche se può essere alquanto accidentata. In fondo al cuore, tutti desiderano, sognano e sperano di trovare una di quelle amicizie che reggeranno alla prova del tempo e tutti i problemi della vita. Vogliamo tutti un amico da cui poter dipendere, succeda quel che succeda… e a volte quella persona è qualcuno che è diametralmente opposto a te in ogni senso. La potenza simbolica di queste amicizie, che in qualche modo riescono a superare tutte queste differenze per diventare qualcosa di magnifico, di forte e di indistruttibile, è molto affascinante.

Il richiamo che Han sente relativamente alla sua vecchia vita è l’occasione di partecipare a questa corsa leggendaria. Han parla sempre di quanto sia veloce il Millennium Falcon e di come nessuno possa batterlo, quindi l’ho sempre visto come un fanatico della velocità. Ama lo spazio e ama la sua nave, quindi se c’è questa famosa corsa intergalattica, ovviamente Han sognerebbe di prendervi parte, perché… perché sì! Appagherebbe il suo spirito competitivo, la sua passione per la velocità e il suo amore per le stelle. Durante la corsa, l’Impero farà capolino, ma il cuore della storia resta la partecipazione di Han alla corsa. Quali scelte farà? Deciderà di seguire i suoi interessi egoistici piuttosto che quelli dell’Alleanza Ribelle? O aderirà a questa causa più grande di lui che lo trasformerà in qualcosa di ulteriormente diverso? Oppure tenterà di fare entrambe le cose? Il vero conflitto in questo caso non sarà contro l’Impero, ma nell’anima di Han e nel suo viaggio.

 

 

Fonte: CBR