Giunge finalmente, a grande distanza dal suo annuncio, il momento del debutto di Mockingbird, la serie in cui la sceneggiatrice Chelsea Cain e la disegnatrice debuttante alla Marvel, Kate Niemczyk, raccontano le nuove avventure di Mimo, nome di battaglia di Bobbi Morse. Personaggio storico, membro di formazioni importanti dei Vendicatori, ma sempre un po’ ai margini degli eventi che contano, Mimo ha l’occasione di brillare grazie a una serie in solitaria.

Ecco cos’hanno dichiarato Cain e Niemczyk a Comics Alliance.

 

Mockingbird #1, copertina di Joelle JonesCain – Si parte con il botto, con Bobbi considerata persona ad alto rischio, in quanto esposta sia al Siero del Supersoldato che alla Formula dell’Infinito. Lo S.H.I.E.L.D. monitora il suo stato medico e lei è bloccata in una clinica medica per supereroi. La storia sarà misteriosa, avverrà molto dietro le quinte e presenterà una serie di vuoti che verranno colmati nei quattro numeri successivi.

Come in diverse altre serie Marvel di recente successo, ci sarà un grande mix tra vicende del personaggio in missione e la sua quotidianità, un’analisi delle giornate in cui gli eroi non sono tali, ma semplici persone comuni, per quanto possibile.

Niemczyk – Mimo sarà una donna sempre affascinante, ma dal look più casual rispetto al concetto generico di eleganza. Consapevole del suo sex appeal, non è però una donna particolarmente ossessionata dal proprio aspetto. Bobbi è troppo intelligente per concentrarsi sull’estetica, cosa che influenza in maniera proporzionale anche il suo linguaggio del corpo.

Ho apportato alcune modifiche non enormi al suo costume. Mi piaceva molto l’aspetto da uniforme delle forze speciali, più che da tuta da supereroe, ma mi mancavano gli occhiali arancioni, che sono probabilmente l’aggiunta più importante che ho operato. Il mio approccio a questo fumetto è stato molto istintivo. Volevo metterci più cuore possibile. Ho letto un sacco di fumetti Marvel nella mia vita e mi piacciono i vari modi in cui ognuno ha una differente visione del superomismo e del genere narrativo.

Mockingbird #1, variant cover di Nen ChengCain – Bobbi non ha mai goduto di una serie in solitaria, ed è sempre e solo apparsa in storie altrui, pur essendo stata protagonista di momenti importanti, il che dice qualcosa del suo potenziale. Ma perlopiù, in fin dei conti, ha avuto il ruolo della vittima o di obiettivo romantico di qualcuno. Spesso, è stata un’occasione per una svolta narrativa. Io invece voglio che possa esprimersi nel pieno della sua identità.

Ad esempio, non credo che si senta in qualche modo un personaggio meno potente dei suoi colleghi. Facile essere un eroe quando puoi sparare raggi dal palmo delle mani o lanciare autobus come palle da baseball. Lei ha dovuto lottare per tutto quel che ha, ha un PhD, ha allenato il suo corpo a livelli irraggiungibili, ha imparato ad agire sotto copertura e ha fatto scelte difficili nella vita. Ha sempre dato prova di se stessa.

Niemczyk – Anch’io non vedo l’ora di trascinarla fuori dall’ombra dei suoi colleghi. Credo che sia un personaggio con cui un sacco di donne possono identificarsi. Non è una mutante né una potenziata, ma deve tutto quanto alla sua intelligenza e alle sue abilità. Inoltre, grazie a i testi di Chelsea, è anche divertente.

 

Le due anime di questo team creativo tutto al femminile sono entrambe prestate al fumetto: Cain è una romanziera e Niemczyk viene dal mondo dell’illustrazione. Hanno imparato l’una dall’altra e dai loro editor a destreggiarsi con il linguaggio e dicono di aver trovato un modo piuttosto interessante di limitare e limare a vicenda gli istinti creativi.

 

Cain – La cosa che entrambe abbiamo deciso è che Bobbi doveva essere la vera narratrice della sua storia, che è tutta quanta condotta dal suo punto di vista. Il modo in cui ricorda gli eventi è del tutto particolare e, nella sua memoria, lei è bellissima, ovviamente. Un personaggio femminile che ha completa fiducia in se stessa. Ed è così che Kate la disegna: sfacciatamente bella e forte.

 

Tuttavia sono anche molti i momenti in cui l’aspetto di Bobbi e il modo in cui viene ritratta hanno in realtà l’obiettivo di umanizzarla, di riportarla con i piedi per terra e di ricordare al lettore che, in fin dei conti, non è che una donna, per quanto abile e forte. Aspetto rafforzato dal fatto che spesso l’azione si blocca e lascia spazio a momenti di narrazione molto più posati.

 

 

Fonte: Comics Alliance