Avviso. Come tutte le notizie che vi abbiamo dato negli ultimi due giorni sull’attuale status di Steve Rogers, tornato nei panni di Capitan America nella nuova serie a lui dedicata, questo articolo fa riferimento a un enorme SPOILER. Molti di voi già sanno di che stiamo parlando, gli altri sono avvisati di non proseguire, se non vogliono brutte sorprese.

 

 

 

Brutte, secondo molti, in senso del tutto letterale, come avrete colto dal video postato da un presunto appassionato. Potevano Nick Spencer, sceneggiatore di Captain America: Steve Rogers, e l’eminenza grigia degli editor Marvel, Tom Brevoort, esimersi dal dare spiegazioni o dal tentare di argomentare almeno in parte l’affiliazione all’Hydra di Cap lanciata come una bomba ai fan nel primo numero della serie? Ovviamente, no. Un po’ per tranquillizzare gli animi infiammati oltremisura di alcuni, un po’ per sfruttare l’ovvia ondata di interesse che il colpo di scena ha scatenato anche sui media generalisti. Ecco quindi cos’hanno dichiarato, intervistati da Entertainment Weekly. Brevoort è stato inoltre raggiunto dalla rivista Time, sull’argomento.

 

Captain America: Steve Rogers #1, copertina di Jesus SaizBrevoort – Con questa storia, stiamo costruendo qualcosa di nuovo e inaspettato nel contesto del ringiovanimento di Steve Rogers, che non ha sorpreso proprio nessuno, perché tutti quanti se l’aspettavano. Ora, la speranza è che i lettori rimangano sorpresi da questa rivelazione e dalle storie che seguiranno la svolta.

Spencer – Rick Remender, precedente autore di Capitan America, ha preparato il terreno raccontando storie in cui l’Hydra si mostrava infiltrata in varie istituzioni di governo e gruppi di eroi. Ho pensato che fosse un’idea meravigliosa, ma troppo estesa per me. Ho immaginato dove l’Hydra pianterebbe un singolo seme preziosissimo, cosa succederebbe se, invece di cercare cento spie infiltrate, dovessimo scovarne una sola, fondamentale. Chi sarebbe il candidato perfetto? Chiaramente, nessuno potrebbe fare più danno di uno Steve Rogers agente sotto copertura. Ed ecco da dove la storia è scaturita naturalmente.

 

Brevoort ha spiegato a Time che questo è stato il piano di battaglia sin dal momento in cui Nick Spencer ha preso in mano le serie dedicate alla Sentinella della Libertà. Da più di un anno, quindi, questa mossa considerata azzardata era nei progetti della Marvel: rendere il più fidato degli eroi un agente segreto della più pericolosa delle organizzazioni terroristiche.

 

Brevoort – In Captain America: Steve Rogers #2, il film si riavvolgerà un po’ per mostrarci meglio cosa ci sia nella sua testa in questo momento e come sia giunto al punto a cui siamo. Da qui, la storia si allargherà nel corso del tempo, probabilmente molto più di quanto immaginiate.

Spencer – Con il numero #2, molte carte verranno scoperte, a definire lo status quo. L’unica cosa che certamente possiamo dirvi è che non si tratta di un clone, di un impostore, non è una questione di controllo mentale, non è qualcuno che impersona Steve. Si tratta proprio di lui, Capitan America in persona.

 

Gli effetti di questo evento ricadranno anche, se non soprattutto, su Sam Wilson, l’altro Cap, il cui ruolo, già sotto osservazione dato il ritorno dell’originale nei classici panni, sarà ancor più al vaglio sia dei lettori che dell’Universo Marvel. Sam avrà una parte fondamentale nella storia e sarà messo alla prova come non mai dalla situazione. Solo per i lettori, quindi, questa è stata una doccia fredda. La decisione di farci pensare che Capitan America aderisca a tutti gli effetti ai valori che ha sempre combattuto è una volontà precisa e ponderata. Vedremo a quali sviluppi narrativi porterà.

 

Captain America: Steve Rogers #1, anteprima 01

Captain America: Steve Rogers #1, anteprima 01

Spencer – Introduciamo una nuova generazione di combattenti Hydra, in questo contesto, che ricordano un po’ le organizzazioni dell’ISIS e, assieme, quelle di suprematisti della razza bianca, che si riconoscono ovviamente nel Teschio Rosso. C’è un’adozione dei metodi moderni del terrorismo, due componenti stridenti e storicamente anacronistiche fuse assieme. L’identità dell’Hydra sarà influenzata fortemente dalla cronaca di questi anni, soprattutto per quanto riguarda i suoi sistemi di reclutamento.

Brevoort – Bisogna capire che Capitan America è diverso da tutti gli altri personaggi, non è solo un tizio in un costume colorato, veste la bandiera degli Stati Uniti. Per questo, sentiamo la responsabilità di mantenerne le storie quanto più ancorate allo spirito del tempo del nostro mondo, da un punto di vista metaforico. Se questo non riesce, se tratti Cap come ogni altro eroe in costume, le sue storie sono destinate a perdere potenza.

Spencer – Non voglio vedere semplicemente il Teschio Rosso fare un discorso da conquista del mondo, perché probabilmente in questo momento sta riempiendo una qualche cantina di sbandati e disoccupati la cui vita è stata presa a calci e che hanno perso speranze e opzioni. Ho cercato di capire cosa motivi quegli sbandati, quei giovani senza speranza a legarsi al terrorismo contemporaneo. Il Teschio ha una lunga storia di cooptazione di organizzazioni e uomini. Queste nuove tecniche sembrano fatte apposta per lui.

 

E il ruolo di Steve Rogers in questa nuova incarnazione dell’Hydra? Steve ha un’idea molto precisa di quel che l’organizzazione dovrebbe essere o diventare. Spencer ci avverte che ogni buon libro di analisi sulla Seconda Guerra Mondiale parla della lotta per il potere e delle profonde divisioni interne al partito Nazista, con cui lui vuole costruire una sorta di parallelo. Cita inoltre Philip K. Dick e il suo La Svastica sul Sole come una delle influenze principali su questa storia che, come il romanzo, forse spingerà i lettori a scegliere, tra i rappresentati di un’ideologia odiosa, quelli meno disgustosi e inaccettabili, quasi tifando per loro.

TUTTO SU CAPTAIN AMERICA: STEVE ROGERS

 

 

 

 

Fonti: Entertainment Weekly | Time