Due grandi appuntamenti si avvicinano in casa Marvel. Da un lato è evidente la fibrillazione di addetti ai lavori e appassionati per l’arrivo di Civil War II, dall’altro non è il caso di sottovalutare il debutto di Captain America: Steve Rogers, la serie che riporta in scena (ringiovanito) l’originale scudiero, proprio nel 75° anniversario della sua creazione. Da questi due argomenti ha preso le mosse la settimanale intervista di Axel Alonso su Comic Book Resources.

 

Civil War II #0. copertina di Olivier CoipelCivil War II #0 esce questa settimana. Si tratta di una storia importante, che tocca molti dei temi che saranno esplorati nell’evento, estremamente rilevanti per la società che stiamo costruendo in questo mondo. Il soliloquio che She-Hulk ci propone in apertura è qualcosa che spero tutti i lettori leggeranno, con conseguenti riflessioni. Quel che dice sulla libertà di pensiero e parola è solo uno degli argomenti che risuoneranno lungo la storia.

Il luogo in cui gli eventi di Civil War II prenderanno vita sarà chiaro, come molte altre cose, entro l’uscita del numero #1 della serie. Quello sarà il vero e proprio inizio della vicenda, comprensibilissimo anche se vi sarete persi i due preludi precedenti. Il numero #0 e l’albo speciale per il Free Comic Book Day avevano una funzione introduttiva, di preambolo e riscaldamento per le grandi scazzottate che ci aspettano.

Due cose su Captain America: Steve Rogers. Innanzitutto, il fottuto Steve Rogers è di ritorno nel suo costume bianco, rosso e blu, con uno scudo nuovo di zecca. Secondo, ci troviamo in una situazione in cui convivono due Cap. Che significa? La Marvel non è la stessa, con due Cap. Non è come avere due Spider-Man. Il simbolismo della bandiera ha un peso diverso, così come il nome e lo scudo. L’idea stessa che sta alla loro base dovrebbe escludere la possibilità di una coppia di eroi. C’è davvero posto per entrambi?

Nick Spencer ha fatto gradissime cose su Captain America: Sam Wilson e ha un grande piano che si dispiegherà lungo entrambe le serie nei prossimi mesi, pieno di colpi di scena e sorprese, una delle quali giungerà molto presto. Tutti gli occhi, nel prossimo anno, saranno su Capitan America. Su entrambi i Capitan America.

 

Pungolato sul fatto che il cinema abbia cambiato la percezione del personaggio di Capitan America in modo non troppo diverso da quanto fatto con quello di Iron Man, Alonso ha di fatto confermato che oggi è più semplice pensare a due serie dedicate al discobolo. Molte più persone, oggigiorno, hanno una comprensione di ciò che l’eroe rappresenta e dei valori di cui è portatore, della sua sostanziale identità. Un tempo, era soprattutto la sua immagine ad essere universalmente nota. Oggi molto di più.

Qualche parola è stata spesa anche per Nighthawk, dato che la serie di David Walker e Ramon Villalobos debutta questa settimana.

 

Nighthawk #1, copertina di Denis CowanLa storia occupa un posto a sé nella nostra produzione, dandoci la possibilità di esplorare temi e situazioni che non necessariamente hanno connessione con gli altri nostri personaggi. Potrebbe sembrare un personaggio simile al Punitore, dato che entrambi fanno uso di forza letale, ma a differenza di Frank Castle, Nighthawk non è in cerca di vendetta, bensì di qualcosa d’altro.

In questa storia, David e Ramon pongono l’eroe a Chicago, nel mezzo di una vera e propria rivolta che andrà a toccare questioni di una certa rilevanza. In questo contesto, Nighthawk è a caccia di un misterioso figuro che sta uccidendo una serie di personaggi di grandi mezzi, dei ricchi, che hanno costruito il loro potere economico alle spese della gente. Si fa una domanda che persone come Spider-Man o Daredevil nemmeno si porrebbero: si chiede se davvero voglia catturare questo assassino, il quale rappresenta una sorta di riflesso oscuro, ma non distante, di ciò che lui stesso è.

 

Sul finale, un pensiero corre a Darwyn Cooke, lo scomparso maestro dei comics.

 

Darwyn era un talento unico, un meraviglioso narratore che chiaramente adorava un medium che spesso gli ha spezzato il cuore. Credo che il suo lavoro sugli albi di Parker sia tra le mie letture preferite degli ultimi anni. La sua morte è una perdita enorme per il fumetto e per tutto il nostro ambiente.

 

 

Fonte: Comic Book Resources