Guido Silvestri, in arte Silver, è uno dei maestri della scuola italiana del fumetto e nella cornice dell’ultimo Napoli COMICON ha ritirato, direttamente dalle mani dell’amico Milo Manara (Magister 2015), il premio speciale Magister 2016.

La sua carriera è cominciata con l’esordio nello studio di Bonvi, al secolo Franco Bonvicini, per poi spiccare il volo con la creazione di Lupo Alberto, personaggio nato nel 1974 sulle pagine del Corriere dei Ragazzi, che con la sua arguzia e sfrontatezza ha segnato gli ultimi 40 anni del fumetto umoristico.

Tanti gli attestati di stima da parte del pubblico, tanti gli impegni durante la kermese che hanno visto l‘autore protagonista. Ciononostante siamo riusciti a scambiare alcune considerazioni con lui allo stand Panini Comics mentre si prestava all’ennesima sessione di autografi.

 

 

Benvenuto su BadComics.it, Magister. Ancora complimenti per questo premio.

Grazie, grazie tante.

Il riconoscimento come Magister 2016 al Napoli COMICON arriva a coronamento di una carriera quarantennale. Come ha vissuto questo attestato di stima da parte dei suoi colleghi?

Diciamo che per me è un gioco, una cosa molto, molto ironica, al di là del piacere di essere qui in compagnia di tanti colleghi storici, con molti dei quali ho iniziato la mia carriera, come Milo Manara. Dai, è un gioco, un po’ come quando si elegge il Re del Carnevale, una burla. Sicuramente mi fa molto piacere, ma la prendo per quello che è.

Lupo Alberto può essere considerato l’alter ego del suo creatore. Ecco, come avrebbe accettato un premio del genere un personaggio così irriverente?

Penso che lo userebbe per foderarci il giaciglio sul quale dorme. Più di quello non farebbe. Anche perché i premi alla carriera hanno quel sapore di addio, sembrano quasi un invito a piantarla lì, a smettere. Sì, non lo accetterebbe di buon grado.

Se guardiamo alla scena attuale del fumetto italiano, crede che un personaggio come Lupo Alberto sarebbe potuto emergere e raggiungere lo status di cui gode la sua creazione?

Io penso che ogni personaggio, ogni autore sia figlio del proprio tempo. Lupo Alberto è nato quarant’anni fa, forse oggi avrebbe un aspetto diverso ma le cose che direbbe e farebbe sarebbero le stesse. Anche perché i lettori di quell’epoca erano come quelli di oggi.

Ci sono autori giovani nel quale lei si rivede?

Be’, corro il rischio di dire un’ovvietà, però diciamo che Zerocalcare è sicuramente uno dei miei preferiti. Non lo conosco personalmente, però dal punto di vista estetico ci somigliamo moltissimo. Abbiamo iniziato più o meno alla stessa età, con la stessa passione, con la stessa voglia di fare, la stessa determinazione. Più o meno diciamo le stesse cose anche se in forme diverse.

Riallacciandoci a Zerocalcare, la carriera dell’autore romano è partita dal web per poi approdare su carta. Qual è il suo rapporto con internet, vista anche la sempre maggiore rilevanza che i social stanno ricoprendo per la diffusione dei comics?

Silver

Foto di Simone Florena

Sai, è un discorso molto lungo questo della rete, dei social eccetera. Anche piuttosto complesso. Ovviamente è un canale che offre moltissime opportunità e sono molti gli autori che provano a sfondare proprio attraverso questo mezzo. È sicuramente importante anche per me, però alla fine noi di cosa ci occupiamo, di nuovi social o di fumetto? Il fumetto rimane sempre fumetto in qualunque modo venga diffuso e quello del web crea un ulteriore problema: quello del copyright, della difficoltà del farsi pagare il proprio lavoro. Il web viene inteso come qualcosa di gratuito e certamente è un problema per chi intende vivere di questa professione. Da un lato ci sono moltissimi aspetti che ne fanno uno strumento importantissimo, utilissimo ma allo stesso tempo anche uno strumento un po’ aleatorio, un po’ pericoloso, che rischia di appiattire il gusto. Nel senso, va bene che tutti abbiano la possibilità di fare fumetti sul proprio blog, però io credo che si dovrebbe anche educare il lettore, saper riconoscere il lavoro di un professionista da quello di un dilettante. Il web appiattisce un po’ tutto.

Quindi è ancora lontana la pensione per Lupo Alberto?

Mi dispiace per tanti, per tutti quelli che a furia di premi alla carriera mi stanno dicendo “Basta, è ora di smetterla”. Però, più gli anni passano, devo dire, più mi viene voglia di fare cose, giuro.

Persiste, quindi, quello spirito che l’animava agli inizi della sua carriera?

Assolutamente sì. Assolutamente sì. Anche perché avendo molto meno da perdere non ho più il timore di commettere sbagli. E questo potrebbe essere un aspetto positivo che sto vivendo con molto entusiasmo, senza paura di incorrere in censure.

Magister, ancora complimenti e grazie.