Atsushi Kaneko è un mangaka di successo le cui opere principali, Bambi e Wet Moon, sono state portate in Italia da Star Comics. In questi ultimi mesi stiamo inoltre leggendo le avventure di una ragazza che si fa chiamare Deathco, giunta a rompere il delicato equilibrio dei “mietitori”, killer che compiono i loro delitti in costume. In occasione della recente fiera internazionale Napoli COMICON 2016 il sensei è stato ospite presso lo stand della casa editrice umbra e si è prestato a lunghe sedute di autografi travolto dalla passione del pubblico italiano.

Nonostante ciò Kaneko è stato disponibile a rispondere ad alcune domande sul suo lavoro e sulle influenze che l’hanno portato a essere una mosca bianca nel folto universo della narrativa a fumetti giapponese.

 

Buongiorno, Atsushi, benvenuto su BadComics.it!

Grazie a voi per quest’intervista.

In Italia ha debuttato di recente il suo ultimo lavoro, Atsushi Kaneko’s Deathco. Cosa devono aspettarsi i suoi fan da questa nuova opera?

In passato ho realizzato Wet Moon e Soil, che sono due opere più complesse e dal sapore sentimentale. In seguito ho preferito fare qualcosa che fosse più emozionante, con maggiore azione: così è nato Deathco. Se guardo ai ragazzi giapponesi di oggi, li vedo malinconici, tristi. Ecco, volevo dar loro qualcosa che li tirasse un po’ su.

Considerando l’intera sua produzione, Deathco può essere considerato una continuazione di quanto precedentemente letto, oppure voleva essere qualcosa di nuovo e differente?

Innanzitutto io sono molto contento del lavoro fatto su Bambi [il manga è uscito nel 1998 – NdR]. È un’opera che amo tanto, ricca di colpi di scena e azione. Dopo alcuni lavori più introspettivi come Soil e Wet Moon, ho voluto provare a ricreare quelle emozioni delle origini, riproponendo lo stesso mood di quel lavoro.

Quanto è importante l’influenza del cinema per un manga del genere? Sin dai primi capitoli, infatti, si possono notare componenti ora splatter, ora grottesche riconducibili a registi come Quentin Tarantino o Tim Burton.

Non sono un grande amante dei fumetti, in generale, cerco le mie ispirazioni principalmente nel cinema. Ne sono molto influenzato in tutto ciò che realizzo. Il cinema mi piace un po’ in tutti i suoi generi. Non ho uno stile preferito né un regista in particolare. Certo, mi piacciono Quentin Tarantino e Tim Burton, ma amo tanto anche David Lynch o Stanley Kubrick. Tutte queste influenze concorrono nella realizzazione di ogni mia opera e cerco sempre di mettere in risalto le mie citazioni. Voglio che si notino.

È evidente quanto il suo tratto sia di rottura rispetto alla tradizione dei disegnatori manga, ha uno stile molto più occidentale. Quali sono le sue influenze?

Ti dirò, a me non piacciono tanto i fumetti giapponesi, preferisco guardare maggiormente al mercato statunitense e quindi mi sento più vicino a un modo occidentale di disegnare. Amo i disegnatori della scena underground americana e traggo ispirazione soprattutto da opere come quelle, anche se non c’è un autore in particolare.

Ë la prima volta per lei in Italia? Cosa ne pensa di una fiera internazionale come questo Napoli COMICON?

Potrà sembrare strano ma non ho mai partecipato a fiere in Giappone. Sono stato ospite ad Angoulême, in Francia, quindi non posso fare un paragone. Di sicuro qui il pubblico è più giovane, si sente tutta la loro energia, il che mi diverte parecchio.

Progetti per il futuro? Stai già lavorando a qualche nuova opera oppure sei troppo preso dal finale di Deathco?

Al momento sono troppo concentrato su Deathco, voglio completarlo nel miglior modo possibile. Anche se ti devo confessare che ho già alcune idee che vorrei sviluppare non appena finito questo lavoro. Alcuni interessanti spunti che non voglio anticipare, ancora.

 

 

Pasquale Gennarelli con Atsushi Kaneko a Napoli COMICON 2016