Dovreste già sapere che Grant Morrison è l’attuale direttore di Heavy Metal, storica rivista di fumetto e controcultura narrativa americana, che traghettò maestri europei e grandi artisti del fumetto underground verso l’attenzione del pubblico negli anni Settanta e Ottanta. Morrison si è definito Editor-In-Chief di questo progetto che in realtà va ben oltre la pubblicazione della storica testata. Ed ecco cos’ha dichiarato ai microfoni di Comic Book Resources in una recente intervista dopo l’uscita del numero #280, il primo da lui curato (QUI potete sfogliare l’anteprima).

 

 

Heavy Metal #280, copertina di Ron EnglishVedrete tutto il mio amore per il fumetto e la fantascienza, nella selezione che farò delle storie e degli artisti che ci sono là fuori. Coglierò dal cesto quelle che più di tutte mi faranno sentire heavy metal. Probabilmente, sarà percepibile una discontinuità rispetto al passato. Una revisione della rivista? Forse potremmo definirla così. Ma in realtà è più che altro la mia personalità che cerca di essere fedele alla visione di Heavy Metal che ha sempre avuto.

A modo suo, la testata non ha mai smesso di essere rilevante, ma certamente un nome legato al mainstream come il mio potrebbe portare più lettori Marvel o DC a dare un’occhiata. Heavy Metal è passata attraverso cambiamenti e diversi approcci nei confronti del materiale che presentava. Per un certo periodo sembrava una rivista tipo Playboy: in cui un sacco di articoli facevano da contorno a qualche fumetto, per esempio. Noi non vogliamo rifare o riformare nulla, ma semplicemente restituire un focus.

 

Essere a capo di un progetto del genere, prendere tutte le decisioni è esaltante quanto faticoso per Morrison, che non nega il peso delle questioni organizzative, anche perché è lui a visionare tutto il materiale proposto. Fondamentale per i suoi piani sarà proporre un tema per ogni uscita, attorno a cui costruire la rivista.

 

Heavy Metal copertina 02Io sono un lettore di fumetto mainstream, perlopiù. Questa esperienza mi sta dando la possibilità di confrontarmi con lavori e con autori che non troverei nelle mie scatole settimanali di albi DC. Roba come il Salsa Invertebraxa di Mozchops, per dire, che attualmente è una delle mie storie preferite. Un intero fumetto su insetti che ho il privilegio e la gioia di mostrare a un pubblico che non potrebbe trovare cose simili da nessun’altra parte.

Proporre nuovi volti e mantenere collaboratori storici è un impegno concreto. Gente come Milo Manara, Alejandro Jodorowsky e soprattutto Enki Bilal avrà sempre spazio sulla rivista. Ci saranno anche molte loro storie del passato che verranno recuperate. Ma il mio desiderio più grande è allargare lo sguardo e dare voce a una serie di artisti nuovi. Voglio declinare la fantascienza a fumetti attraverso lo sguardo della nuova generazione di fumettisti.

 

Cosa che potrebbe coinvolgere storici collaboratori di Morrison, il quale non disdegnerebbe contributi da parte di Yanick Paquette, Frank Quitely e Chris Burnham. Se gli ultimi due probabilmente realizzeranno qualcosa, più complicata la via per il primo, alla catena per Wonder Woman: Earth One.

Dopo i complimenti del redattore, Morrison ha quindi parlato di Beachhead, la sua storia pubblicata su Heavy Metal #280 per le matite di Ben Marra.

 

Questa esperienza mi dà occasione di tornare a scrivere storie brevi, cosa che non facevo dai tempi di 2000 AD. Quando hai a disposizione un disegnatore così selvaggio e brutale come Ben Marra, non potendo stare al passo con la sua potenza, decidi di tornare a temi classici degli anni Cinquanta. Beachhead è una storia anti-militarista con una svolta di trama imprevista, che vedrete sul prossimo numero. Adoro quel che Ben ha messo in mostra e il suo modo di ritrarre corpi umani ritorti e dilaniati con uno stile classicissimo.

 

Altro vantaggio di Heavy Metal, poter tornare a un linguaggio colorito, come ai tempi degli esordi e della Vertigo, tornare a parlare di sesso in modi diversi e originali e divertirsi con concetti che altrove non avrebbero patria. Morrison paragona l’umorismo di Beachhead a quello dei Monthy Python, per darvi un’idea. Inoltre, la promessa è di coinvolgere Kevin Eastman, creatore delle Teenage Mutant Ninja Turtles e editore della rivista, in un modo che dovrebbe far felici i fan. Rimane, per ora, il mistero.

 

Credo che Heavy Metal abbia molte più possibilità di parlare direttamente al pubblico di oggi che con quello del recente passato. L’attenzione della gente è scarsa, tutti fanno un sacco di cose contemporaneamente, il tempo a disposizione è poco. Mai quanto oggi c’è spazio per storie brevi e di lettura veloce, con personaggi già completi e un’ambientazione che si risolve in fretta.

Il nostro impegno è quello di mantenere alta la soglia dell’attenzione dei lettori a ogni pagina, in modo che non venga la tentazione di chiudere la rivista prima della fine di ogni storia e di assicurare spazio a tanti stili di disegno e di narrazione. Voglio giocare con l’idea di fumetto modulare il più possibile, perché trovo davvero che abbia dignità elevatissima nella contemporaneità.

 

 

 

Fonte: Comic Book Resources