Vi abbiamo già parlato di Wonder Woman: Earth One, la graphic novel di Grant Morrison, per le matite di Yanick Paquette, che promette di riscoprire il terzo femminile della Trinità DC Comics recuperando filologicamente alcuni dei contenuti delle sue primissime storie e regalandoci, al contempo una visione più sensuale e smaliziata di Diana. Lo sceneggiatore scozzese ha rilasciato delle nuove dichiarazioni in merito durante una conversazione con un redattore di Publishers Weekly, che vi riportiamo qui di seguito.

 

Quando ero ragazzo, non mi piacevano molto le sue storie. Erano piuttosto brutte, incentrate sul suo desiderio di sposarsi con Steve Trevor. I fumetti originali di William Moulton Marston degli anni Quaranta, invece, mi hanno spazzato via. Ero interessatissimo al modo in cui il personaggio era riuscito ad allontanarsi tanto dalla sua visione primigenia. Riportarla alla luce almeno in parte è stato ristoratorio.

 

Come già sappiamo, Marston aveva utilizzato Wonder Woman per parlare della sua personalissima visione dei rapporti tra i sessi, per toccare temi piuttosto scottanti come la poligamia o la pratica del bondage, non esattamente argomenti validi a fare da modello per lo stereotipo della ragazza americana di quell’epoca. Origini piuttosto trasgressive che l’industria dei comics avrebbe poi rigettato.

 

Wonder Woman Earth OneMa queste origini sono perfette per la mitologia attuale del personaggio. Diversamente da quel che accade con Batman o Superman, che sono stati rispettati nell’ispirazione da autori che non fossero i loro creatori, dopo l’abbandono di Marston, Wonder Woman ha perso di slancio. Sono convinto che abbia perso la sua appartenenza alla cultura alternativa e sovversiva, poliamorosa e precocemente femminista. Nessuno è più stato in grado di recuperarla.

Batman è mistero e crimine; Superman è fantascienza; Wonder Woman è in effetti controcultura gay, storie di magia e sessualità alternativa. Tutte componenti che sono diventate ostiche da riproporre sul personaggio, perché negli anni è diventato il simbolo di qualcosa di molto diverso. Sapevo che affrontarli sarebbe stato complesso anche per me, ma quando ho approcciato Wonder Woman non c’era grande dibattito su questi temi. Solo quando ci siamo avvicinati alla pubblicazione, è parso che il progetto potesse apparire controverso per una serie di ragioni. Ma la nostra versione è, in effetti, una trattazione piuttosto cerebrale sulla sessualità. Ovvio che alcuni ne risultino infastiditi: significa che abbiamo colto nel segno.

 

Morrison ha dichiarato, in questa intervista, di sperare di poter realizzare una trilogia sulla Wonder Woman di Terra Uno. A giudicare dall’attenzione che il volume sta già suscitando in tutto il mondo del fumetto, la cosa pare del tutto probabile.

 

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Fonte: Publishers Weekly