Giunge al termine la pubblicazione di Strangers in Paradise con un sesto volume fatto di alti e bassi, tra picchi narrativi molto emozionanti e passaggi che lasciano più di un dubbio. Dopo aver sopportato una lunghissima separazione tra Francine e Katchoo, il loro ricongiungimento avviene in una sorta di anticlimax, costrette a chiarire le loro incomprensioni rinchiuse dentro uno studio di registrazione. È un episodio bizzarro, quasi superfluo, soprattutto considerando che le due amiche si separeranno nuovamente e ci sarà un ulteriore ricongiungimento, ben più potente e suggestivo, circa 150 pagine dopo. Il problema principale sono anche le inevitabili aspettative create dai flashforward che, come vedremo più avanti, vengono completamente disilluse.

Strangers in Paradise 7Il fulcro di questo volume finale è David, che ha scoperto di avere il cancro e vive i suoi ultimi mesi di vita consapevole di quale sia il suo destino; il ragazzo ha trovato la serenità al fianco di Casey, ma Tambi lo convince che non può nascondere la sua condizione a Katchoo. La notizia, come prevedibile, la distrugge emotivamente, ma in breve tempo reagisce e capisce come affrontare il futuro lutto: concepire un figlio con David, così da avere un suo discendente da crescere e portare avanti in qualche modo l’eredità della persona più bella che abbia mai incontrato. Comincia così una divertente maratona del sesso che riesce a far dimenticare la drammaticità dell’annuncio, anche se la consapevolezza del motivo per cui sta avvenendo lascia un retrogusto malinconico, nonostante Terry Moore cerchi di inserire una fase di leggerezza in mezzo a questo dramma.

L’inevitabile momento della morte arriva prima del previsto e Katchoo lo affronta con Francine al suo fianco; le due amiche si ricongiungono e iniziano a considerare finalmente una vita insieme, quando però ormai si sono lasciate entrambe alle spalle i rispettivi uomini. Francine infatti ha scoperto che Brad la tradiva e decide all’istante di mettere fine al loro matrimonio per tornare da Katchoo; purtroppo è una scelta che sembra relegare la ragazza al ruolo di ruota di scorta, lasciando nel lettore il dubbio su cosa sarebbe accaduto se Francine non avesse mai appreso della relazione segreta di suo marito. Il legame che tutti sognavano di vedere fin dall’inizio diventa quindi realtà solo per una serie di circostanze infelici? Non lo sappiamo, ma a volte è così che va la vita.

La perplessità più grande, una volta giunti al termine di Strangers in Paradise, è la questione flashforward giocata nella prima metà della serie: ci è stato mostrato un futuro che poi non si realizza, e questo lascia inevitabilmente interdetti. L’autore aveva effettivamente rivelato che si trattava di un universo alternativo, ma la spiegazione era stata fatta in modo sufficientemente ambiguo da lasciar credere di essere tornati a leggere la vicenda diretta verso la separazione decennale delle due protagoniste. Così non è, e rendersene conto lascia l’amaro in bocca come dopo i peggiori colpi di scena in stile “Era tutto un sogno!”. Rileggere l’opera con questa consapevolezza rende determinati passaggi meno efficaci, così come il pathos delle scene ambientate nel futuro alternativo è notevolmente sminuito. Un pasticcio spazio-temporale derivato da un cambio di piani in corsa dell’autore, che per sua stessa ammissione ha rinunciato a un finale più drammatico dopo gli eventi dell’11 settembre, in favore di un epilogo che lasciasse una breccia di speranza. Si tratta comunque di una macchia che non riesce a nascondere la bellezza e la grande potenza emotiva di quest’opera, un fumetto imponente degno di figurare sugli scaffali di qualunque lettore.