In un passato che, fortunatamente, non è il nostro, esiste una città in cui la sola cosa che conta sono le regole. E le regole, quando non contemplano altro parametro per stabilire cosa sia bene o male, sono spietate, intese nella loro purezza. Un concetto pericoloso, come asseriva tale Umberto Eco ne Il nome della rosa, perché essa non ammette compromessi, non è in grado di comprendere, men che meno di accettare punti di vista diversi dal proprio. Il che è esattamente quello che accade ad Ecrònia. Da secoli, la popolazione è addestrata ad affidarsi ciecamente alle norme stabilite, fatte di conflitto interno indotto, di guerra fra i padri e i figli, di abbandono dei legami affettivi e famigliari, di sacrificio forzato eletto a principale valore nazionale. Ogni genere di dolore è cosa buona, quando porta a un rafforzamento psicologico e fisico del popolo di Ecrònia. Imparare ad accoglierlo con gioia nella propria vita è l’unica strada per essere accettati e far parte della società. ...
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