Sembra non fermarsi mai l’estenuante tour in giro per l’Italia della rockstar Roberto Recchioni, scrittore, sceneggiatore, illustratore romano sempre più simbolo di una scena fumettistica in continua e costante crescita. Dopo averlo incontrato nella cornice partenopea di Napoli COMICON, in cui è stato nominato Magister, lo ritroviamo protagonista della quinta edizione di BGeek, annuale fiera che si svolge a Bari e della quale BadComics.it è media partner.

L’occasione è stata ghiotta per una chiacchierata con Roberto sui principali successi editoriali legati al suo nome, sulla sua poliedrica attività e sulla mostra a lui dedicata dall’incantevole capoluogo pugliese: Gli anni disegnati.

 

Ciao, Roberto, e bentornato su BadComics.it. A distanza di circa un mese dal nostro incontro al Napoli COMICON, eccoci qui a BGeek 2016, nella splendida cornice di Bari, città che ti ha dedicato una mostra al Museo Civico di Bari. Che emozioni hai vissuto nel visitarla?

Gli anni disegnati RecchioniÈ la seconda che mi dedicano e la sensazione è buffa. Buffa perché vedi i cartelloni per strada e fa effetto. Buffa perché arrivi e c’è il tuo disegnone con il primo piano di Asso, che non sono io, ma lui è un po’ me.

La mostra è molto carina, segue un percorso tematico dei miei primi anni, quindi da Pugno! e Dark Side fino alle ultime cose di Asso, del blog porno, delle copertine e del lavoro di illustrazione che sto facendo in questi anni. È un’esperienza divertente. Poi il contesto è piacevole: è un museo civico che contiene molte cose legate alla religione e vedere le mie opere accanto a queste lo rende ancora più strano. È stato divertente ed emozionante.

Questa mostra arriva a coronamento di una lunga carriera, durante la quale hai avuto la possibilità di spaziare tra generi diversi. Partiamo con un’opera sicuramente fondamentale come Orfani, edita da Sergio Bonelli Editore. Al Salone del Libro di Torino hai annunciato l’uscita del romanzo dedicato a Ringo. Sarà l’unico che scriverai? E la lettura sarà possibile anche per chi non è un lettore abituale della serie?

Il romanzo è strutturato per essere autonomo. Si colloca tra la prima e la seconda stagione di Orfani, il lettore abituale troverà tante cose legate a quanto già letto e visto, ma è pensato anche per il lettore di fantascienza, di thriller-action, che si troverà tranquillamente a suo agio, trovando tutte le informazioni necessarie.

Per ora sarà l’unico, poi vedremo se va bene o se comunque troveremo il modo e il tempo per scriverne un altro. È anche vero che sono impegnato nella scrittura di YA, che è programmato come trilogia di cui sto scrivendo il secondo capitolo. E in teoria escono entrambi a novembre, quindi sono in una fase di scrittura piuttosto intensa.

Restando su Orfani: sappiamo che dopo la conclusione della terza stagione avremo due miniserie scritte rispettivamente da Paola Barbato ed Emiliano Mammucari. La sesta, invece, sarà sceneggiata da te. Cosa puoi anticiparci di questa stagione? Allo stato attuale, pensi che Orfani possa continuare, visti gli ottimi riscontri di critica e pubblico?

Orfani Ringo Chiamata alle armiSì, sarà di dodici albi, normale. Uno dei grandi successi di Orfani, al di là delle vendite, è la declinazione che quest’opera ha avuto. È stata venduta in tantissimi paesi stranieri, a una velocità molto più alta rispetto alle altre testate Bonelli. Ha raggiunto dei mercati mai raggiunti prima ed è stata realizzata una serie a cartoni animati. Ci saranno altre attività, altri sfruttamenti importanti e i romanzi. Questo fa la ricchezza vera e propria di Orfani.

Oltre la sesta stagione io non sono andato a pensare, ma è anche vero che viste le opportunità offerte dalla creazione di un brand, di un qualcosa che funziona in un momento in cui lanciare una proprietà intellettuale è diventata la cosa più difficile e dispendiosa del mondo, ci pensi un attimo prima di dire “la uccido perché mi sono stancato”. Piuttosto, smetto di scriverla io e la do a qualcuno che magari la re-immagina completamente.

Passando a un altro dei tuoi recenti successi, non possiamo non parlare di Dylan Dog, di cui sei il curatore editoriale. Oltre a rivitalizzare il titolo hai avuto anche il merito di riportare Tiziano Sclavi, il creatore dell’Indagatore dell’Incubo, ai testi del mensile. Puoi darci qualche anticipazione sulla sua prima storia inedita? Quando potremo leggerla?

A fine novembre, ma la troveremo comunque in anteprima a Lucca Comics & Games. Il titolo non te lo posso ancora dire però posso anticiparti che si tratterà di una storia legata all’alcolismo e sarà disegnata da Giampiero Casertano. L’altra, invece, avrà i disegni di Angelo Stano ed è una storia molto bella, molto sentita, molto speciale. Le daremo tutta una serie di edizioni speciali e aprirà l’anno post-Lucca. 

Hai mai pensato di scrivere una sceneggiatura a quattro mani con Tiziano?

Uhm, no. Perché entrambi riteniamo che si scriva con la porta chiusa. Poi magari si rilegge con la porta aperta, però la scrittura è una cosa che si fa a porta chiusa.

Fino a pochi mesi fa era impensabile immaginare una nuova storia di Sclavi, eppure tra qualche mese diventerà realtà. C’è qualche altro autore che ti piacerebbe coinvolgere in futuro, riportandolo su questo personaggio?

Chi vorrei tantissimo riavere su Dylan Dog degli autori storici è Giuseppe Ferrandino. È stato uno dei migliori sceneggiatori di Dylan, è un grandissimo scrittore di romanzi. Ha mollato il mondo dei fumetti qualche anno fa e ritrovarlo sarebbe fantastico.

Sempre restando sulle tue produzioni in casa Bonelli, hai annunciato due opere tra loro molto diverse: 4 Hoods e I Samurai. Che tempi ti sei prefissato per l’esordio di queste due serie?

4 Hoods4 Hoods arriverà sicuramente prima dei Samurai. Entro il 2017 ci sarà sicuramente un’uscita, non ti dico 2016 perché Lucca è ormai qui e siamo finiti. Entro l’anno prossimo, comunque, avremo 4 Hoods. Per I Samurai il discorso è diverso. Dico sempre che sarà il mio ultimo fumetto, perché lo stiamo sviluppando con una logica di estrema calma, di estrema cura, senza pensare a quando sarà pubblicato. Quindi non lo so.

Un po’ come successe al grande Magnus con il suo Texone, La Valle del Terrore, al quale lavorò per 7 anni.

Sì, per certi versi. Però l’idea è di fare questa serie in cui ogni volume è curato in una certa maniera, senza pensare ai tempi di pubblicazione. Del resto non è che hai una particolare opportunità per pubblicare una serie di samurai. Quando sarà pronta, speriamo sia bella.

Passiamo a Battaglia, di cui in estate uscirà un nuovo volume intitolato Il Pio Padre. Sarà un one-shot oppure l’inizio di una nuova serie di pubblicazione per il personaggio?

No, abbiamo due storie in lavorazione di BattagliaIl Pio Padre e Dentro Moana. Sono sceneggiate da Giulio Antonio Gualtieri la prima e da Mauro Uzzeo la seconda. Io credo che Battaglia continuerà ad avere un tot di appuntamenti all’anno con delle storie singole.

Non c’è ancora un programma preciso, quindi?

Non abbiamo ancora un programma preciso, o meglio non abbiamo voluto darlo un programma preciso. Se continua vuol dire che il riscontro è stato buono, il volumone che raccoglieva tutte le storie è andato altrettanto bene, tant’è che replicheremo anche quella formula oltre alla versione da edicola. Io poi a Battaglia sono affezionato, siamo insieme da quasi trent’anni.

 

Pasquale Gennarelli e Roberto Recchioni

 

Intervista a cura di Francesco Borgoglio e Pasquale Gennarelli.