Tra gli incontri del secondo giorno di ARF!, impossibile non parlare di LRNZ presenta OEO, panel che ha visto la presenza di Lorenzo Ceccotti, autore di Golem e Astrogamma, nonché volto ufficiale del festival, avendone realizzato la locandina di questa edizione. LRNZ è stato presente in fiera anche con una sua mostra personale e con una Masterclass sul colore digitale.

Adriano Ercolani, sul palco, ha presentato l’artista romano, ponendo l’accento su come sia in grado di variare su tematiche completamente differenti pur mantenendo uno stile proprio, rendendo un suo disegno facilmente riconoscibile.

 

LRNZ attinge dalla sfera dei grandi mastri giapponesi, come Miyazaki e Go Nagai, ma non solo: nel disegno di Lorenzo c’è tanto Go Nagai quanto Caravaggio.

 

Ha affermato Ercolani, per poi rivolgere la prima domanda all’autore:

 

Cosa vuol dire OEO?

Sono le vocali di LRNZ!

 

…ha risposto l’autore con semplicità disarmante.

 

Spiegaci come hai realizzato il manifesto di ARF!

Quando devo creare un’immagine ufficiale, su commissione, sono costretto a fare un lavoro di progettazione che metta il committente al corrente dei miei ragionamenti e in condizione di scegliere. Non è mai bello proporsi con un lavoro come se fosse una verità assoluta, anche perché di solito la prima versione non è mai la migliore.

È però di vitale importanza avere la possibilità di confrontarsi con un’immagine vedendola anche da fuori, secondo una prospettiva differente.

Ho cominciato così a lavorare al manifesto di ARF! preparandone sei diverse versioni, sei bozzetti preparatori dove per ognuno ho sviscerato il mio pensiero. Ognuno di essi tirava fuori un argomento in maniera più decisa dell’altro, ma tutti ponevano al centro il tema del fumetto, di Roma, della location e dell’ingrandimento del festival rispetto all’anno scorso.

Perché è stato scelto proprio il manifesto che vediamo?

Il manifesto raffigura un’enorme creatura fatta di fumetti proprio qui, a Testaccio. ARF! rivendica in maniera vigorosa la sua romanità. Sono quindi partito da un archetipo simbolico di Roma, la lupa, e al contempo ho omaggiato Arfio, la mascotte del festival, in quanto canide. L’idea è stata quella di mettere l’ingombrantissima creatura canina, sopra al Macro a Testaccio.

L’unica condizione posta – anzi era un’opzione, ma l’ho presa come condizione, perché trovo i limiti stimolanti – è stata questa: l’anno scorso il manifesto di Gipi aveva due figure che stavano attraversando un fiume. Sarebbe stato bello se queste figure ci fossero state anche nel nuovo manifesto!

Ecco, quindi che la creatura gigante si rivolge a questi due personaggi che hanno completato una nuova tappa del loro viaggio, arrivando in un luogo differente, e mi piaceva fosse letteralmente il luogo della manifestazione, in quanto un approdo nuovo per l’ARF!

 

Vedremo se questa storia verra continuata dal prossimo illustratore per il manifesto dell’edizione 2017.

Sul tipo di tecnica da usare ci siamo interrogati molto. Io ho cercato un trait d’union tra il fumetto tradizionale e l’impostazione grafica da comic moderno, che accogliesse una tipografia pulita. Ho un solo piccolo rimpianto: avrei voluto completare tutte e sei le proposte e averle qui oggi, ma non ce l’ho fatta.

Parlaci del progetto The Nostalgist, di cui ci sono dei tuoi disegni presso la mostra.

The NostalgistThe Nostalgist è progetto molto particolare, di quelli che hanno una fortuna rara: di rado capitano coincidenze così felici. Si tratta di un cortometraggio del 2014, diretto da Giacomo Cimini, per cui ho lavorato come concept artist. Il regista, un mio amico, aveva girato in precedenza il corto La città nel cielo, che casualmente era stato visto dallo scrittore di fantascienza Daniel H. Wilson.

Il narratore, all’epoca, aveva scritto solo racconti brevi, e contattò Giacomo per fare di uno dei suoi racconti uno short cinematografico: Cimini scelse la novella The Nostalgist. Scrissero un deal per la gestione dei diritti e nel momento in cui si accordarono, Steven Spielberg decise di comprare i diritti per il romanzo di Wilson, Robopocalypse, che sarà il suo prossimo film.

Io aveva già realizzato i bozzetti dei personaggi quando salirono sulla barca attori del calibro di Lambert Wilson, il merovingio di Matrix, o l’operatore de L’Impero Colpisce Ancora. E queste persone hanno lavorato praticamente gratis per il fatto di essere in un progetto legato a Spielberg. I miei disegni, quindi, da un piccola produzione, sono passati per i massimi livelli di Hollywood.

Monolith è blindatissimo, ma dal punto di vista tecnico può dirci qualcosa?

Monolith è una storia scritta da Roberto Recchioni, che è stata acquisita per farne un film. Io ne ho disegnato il fumetto, sceneggiato sempre da Recchioni insieme a Mauro Uzzeo, e ho lavorato al film come production designer, disegnando l’automobile, che è una protagonista nascosta del lungometraggio. Ho realizzato le previsualizzazioni tramite dei disegni fotorealistici, per dare alla produzione uno spunto di quello che si sarebbe dovuto gestire in fase di girato. Una previsualizzazione è un disegno che, se da una parte è molto veloce, nel contempo deve essere estremamente chiaro ed efficace: una forma di disegno molto tecnica.

Essendo stato davvero nel deserto, nelle location del film, quando ho fatto il fumetto ho potuto poi dare una “seconda passata” di concept art, inserendo elementi visti e vissuti per davvero. Io tendo a concepire il fumetto come una forma di disegno sintetica, ma per Monolith ho usato uno stile molto intenso, in cui la fotografia cinematografica travasa dentro il fumetto, la linea chiara sparisce e le vignette vengono rappresentate tramite luce, materiale e colore.

Cosa ci racconti circa le illustrazioni realizzate per il romanzo La strana biblioteca di Haruki Murakami?

Ero nello Utah a lavorare per Monolith. Eravamo in procinto di spostarci nel deserto, al bivio tra due strade: una che porta nel nulla e l’altra… nel nulla! In quel momento mi arrivò la commissione da parte di Einaudi per illustrare il romanzo di Murakami, ma non avevo con me i miei strumenti e non potevo usare altro che carta e matita!

Sono stato costretto a disegnare nel deserto, anche di notte, con gli insetti attirati dalla luce accesa e vedendo alcuni degli animali più orrendi che si possano immaginare, come il camel spider, un sorta di Facehugger di Alien… però vero! Non cercatelo mai su Google!

La Strana Biblioteca, copertina di LRNZ