È in corso presso il Macro Testaccio, a Roma, la seconda edizione di ARF!, festival del fumetto che si prefigge lo scopo, ampiamente raggiunto, di riportare “la narrazione disegnata al centro della scena”. Non troviamo, infatti, tra i padiglioni della fiera, cosplayer, YouTuber e altre figure che poco hanno a che spartire con il mondo del fumetto in senso stretto, che è invece l’unico e grande protagonista dell’evento romano.

Oltre ai consueti stand con le proposte dei vari editori, ciò che fa gola è sicuramente il nutrito numero di eventi con protagonisti i più grandi nomi del fumetto italiano e, novità di quest’anno, le Masterclass, sessioni di tre ore l’una, a numero chiuso, che vedono i maestri della Nona Arte insegnare i trucchi del mestiere agli aspiranti fumettisti e ai curiosi.

E proprio agli aspiranti fumettisti, è stato dedicato il primo incontro, tenuto da Gud, alias Daniele Bonomo, che ha accompagnato i presenti in un viaggio attraverso la storia del fumetto, da Yellow Kid a Little Nemo, fino ai comic-book moderni, spiegando la differenza, non scontata per i più, tra fumettisti, illustratori e animatori.

Leo Ortolani è stato l’ospite più preso d’assalto della prima giornata, che si è aperta con la Masterclass tenuta dal fumettista parmense insieme a Giacomo Bevilacqua. e che è proseguita con Leo sul palco per l’evento Oltre Rat-Man, dove l’autore ha parlato della sua ultima opera Cinemah presenta: Il Buio in Sala e in generale delle sue recensioni cinematografiche.

Notevolissime anche le mostre presenti in fiera, dedicate tra gli altri a Hugo Pratt, Leo Ortolani e LRNZ.

L’appuntamento più atteso della prima giornata è stato, ad ogni modo, il panel Processo ai cinecomics! dove autori del calibro di Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua, David Messina, Giovanni Masi e Mauro Uzzeo, insieme ai registi Fausto Brizzi e Fabio Guaglione e al critico Andrea Fornasiero hanno discusso l’invasione di cinecomics, analizzando le differenze tra gli universi cinematografici di Marvel e DC Comics.

Ciò che è emerso dall’incontro è che, soprattutto il modo di concepire il cinema della Marvel, è qualcosa di ibrido tra film e TV, dove ogni lungometraggio è quasi una puntata ad altissimo budget di un telefilm. Secondo i presenti, infatti, non ha senso ormai parlare di numerazioni dei film: i vari capitoli di Iron Man, Thor o Captain America potrebbero benissimo perdere il numero ordinale che li contraddistingue, essendo tutti indissolubilmente legati e interconessi. La totalità dei presenti si è dichiarata, comunque, a favore del modo di fare cinecomics della Marvel, a dispetto di una DC che non riesce a ingranare, dopo L’Uomo d’Acciaio e soprattutto il discusso Batman v Superman: Dawn of Justice.

Anche David Messina, disegnatore DC Comics, si è schierato contro la sua etichetta, dichiarando che peggio di BvS c’è solo il terribile Fantastic 4 di Josh Trank. Di contro ad una DC con dei piani fumosi, però, i presenti riconoscono intoccabili tanto lo storico Superman di Richard Donner, quanto i due Batman di Tim Burton, ed è indiscutibile il valore della Dark Knight Trilogy di Christopher Nolan.

Al termine della disquisizione è stato tempo di mettere i cinecomics ai voti: quali vanno salvati e quali condannati? La votazione è stata piuttosto unanime, decretando Guardiani della Galassia come vincitore e L’Uomo d’Acciaio come insalvabile.

Mauro Uzzeo, infine, si è rivolto al pubblico in sala per sondare le aspettative attorno alle prossime uscite cinematografiche, Doctor Strange e Suicide Squad. Per alzata di mano ha la meglio la pellicola dello Stregone Supremo e l’autore ha commenta che, come al solito, “la Marvel vince sempre!

ARF! 2016: Processo ai cinecomics