Black Panther #1 è finalmente uscito, con grandissimo successo, negli Stati Uniti. Axel Alonso si dichiara incredibilmente orgoglioso del suo impegno in prima persona, come Editor-In-Chief della Marvel Comics, per promuovere questo fumetto, frutto del lavoro di Ta-Nehisi Coates, stimatissimo, pluripremiato autore letterario e giornalista, e del disegnatore Brian Stelfreeze. Dopo aver ripetuto quel che già molte volte gli abbiamo sentito dire sulla natura e sui contenuti di questa storia dal team creativo inusuale, ecco qualche commento a caldo nel merito del primo numero della serie.

 

Black Panther #1, copertina di Brian StelfreezeAbbiamo spesso affermato che Ta-Nehisi non è tra noi per fare un giro turistico nel mondo del fumetto, ma che resterà a lungo. Dopo aver letto il primo numero, vi sarà chiaro che è davvero un fan delle nostre storie da moltissimo tempo e che ha grande consapevolezza dell’Universo Marvel. La sua è una serie che conterà moltissimo per i nostri equilibri sia narrativi che editoriali.

Ogni volta che si lancia un nuovo titolo, lo si fa con il desiderio di portare un personaggio su terreni inesplorati, in modo da affermare concetti importanti e significativi. Sarà proprio quel che accadrà in questo caso. Pur realizzando una grande avventura d’azione, Ta-Nehisi non ha spento il suo cervello da grande scrittore, che ci ha portati a considerarlo come autore. Questa storia riposizionerà Pantera Nera nel nostro universo narrativo in modo del tutto inedito.

 

Alonso ha anche difeso il prezzo del primo albo, di 4.99 dollari. Per lanciare al meglio la serie, infatti, il numero #1 contiene extra testuali e due pagine in più di fumetto, che, stando alle fonti dell’uomo al comando della Marvel, hanno soddisfatto i venditori, senza pesare troppo ai lettori, come testimoniano le oltre trecentomila copie vendute, certamente sono destinate a crescere nel conteggio, già sin d’ora forzando una ristampa.

Cambiando argomento, l’attenzione si è spostata sull’altro debutto Marvel della settimana che riguardava una serie appartenente al mondo di Star Wars: Charles Soule e Phil Noto hanno dato il via alle danze con Poe Dameron #1.

 

La serie veicola pienamente l’essenza dell’interpretazione di Oscar Isaac nel film. Dai dialoghi ai tic espressivi che Phil ha riprodotto sulla pagina, il Poe Dameron del fumetto è terribilmente somigliante a quello visto sul grande schermo. Il personaggio non ha avuto, ne Il Risveglio della Forza, lo spazio che avremmo preferito, per questo siamo molto felici di raccontarne le avventure nei nostri albi.

 

Un commento anche sulla notizia che ha confermato Jim Cheung come disegnatore del ciclo di storie di Amazing Spider-Man intitolato Dead No More, che promette controversie attorno al personaggio dell’Uomo Ragno e riguardo il suo cast di comprimari.

 

Il cinquanta percento circa delle immagini appese ai muri nelle sale conferenza degli uffici Marvel sono di Jim. Non so cosa ci sia nel suo stile, ma è Marvel allo stato puro. Tuttavia, una resa meticolosa come la sua, richiede un sacco di tempo di lavoro, quindi cerchiamo di affidargli solo i grandi eventi. Sapendo che Dan Slott è un autore che pianifica tutto molto in anticipo, avevamo un’occasione con Dead No More per preparare un piano editoriale realistico per Jim e consentirgli di disegnare un ciclo così importante.

 

Qualche parola è stata spesa anche per la miniserie Civil War II: Kingpin, che beneficia, nelle intenzioni di Alonso, della visibilità data al personaggio di Wilson Fisk dall’interpretazione magistrale di Vincent D’Onofrio nelle due stagioni della serie Daredevil, prodotta e trasmessa da Netflix.

 

Matthew Rosenberg è stato nel nostro mirino per un bel po’ di tempo, da quando ha scritto We Can Never Go Home, e ha già lavorato un poco con noi. Ma è stata la lettura in anteprima del primo numero della sua nuova serie 4 Kids Walk Into a Bank, che ci ha convinti ad affidargli Kingpin. Su Ricardo Ortiz e la sua arte, c’è poco da dire. Da parecchio volevamo lavorare con lui e questo suo sguardo nel mondo criminale della Marvel è l’occasione perfetta per mettere in mostra il suo stile.

 

Il debutto Marvel che Alonso commenta per ultimo appartiene alla linea Icon, la divisione creator-owned della casa editrice, ed è Empress, di Mark Millar e Stuart Immonen, che l’Editor-In-Chief definisce un po’ più luminosa nelle atmosfere rispetto agli ultimi lavori millariani, ma ricca di humor nero appena sotto la superficie brillante che le matite spettacolari di Immonen garantiscono.

 

 

Fonte: Comic Book Resources