Nel concepire la nuova importante saga di Rat-Man, Leo Ortolani decide di fare le cose in grande, cimentandosi per la prima volta con un’esalogia, ovvero una lunga storia in sei parti, un’avventura che occuperà un anno di pubblicazione sul bimestrale Panini Comics.

L’idea iniziale, nata nella mente dell’autore dopo la visione della trilogia de Il Padrino, è quella di raccontare il passato di Rat-Man dal punto di vista dei “cattivi”; lo spunto però sembra troppo ambizioso e per affrontarlo bisognerebbe accantonare del tutto l’elemento umoristico della serie, un’impresa coraggiosa su cui Ortolani decide di non imbarcarsi (ci tornerà qualche anno più tardi). Rimane la volontà di ripercorrere l’infanzia del protagonista dopo lo smarrimento dei suoi genitori al supermercato.

In questo primo episodio lo vediamo all’orfanotrofio dove è stato cresciuto da suore baffute, sviluppando un rapporto personale alquanto bizzarro con la religione (in particolare, con le statue di Gesù e Maria) e venendo maltrattato dal giovane bullo Raymond. Per evadere dalla realtà il bambino trova rifugio nei fumetti della Squadra Segreta, disegnando il suo alter ego Rat-Boy tra le vignette, assieme al supergruppo, ignorando che qualche anno dopo entrerà a far parte della seconda formazione.

Per l’occasione la tavola in cui viene rivelato il titolo Le ombre dei padri e quella successiva ricalcano lo stile dei fumetti supereroistici della Golden Age, così come la copertina di Rat-Man Collection 29 ricalca quella di Capitan America #1.

Approfittando del ritorno all’infanzia di Rat-Man, possiamo finalmente conoscere l’origine del suo legame con Piccettino, l’orsacchiotto di pezza conosciuto nella Trilogia del Clone, qui assurto a vero e proprio sidekick di Rat-Boy.

Le giornate all’orfanotrofio del piccolo sono un quadro divertente e per certi versi emozionante dell’esperienza dell’adozione, esperienza che lo stesso Ortolani vivrà personalmente come padre anni dopo (come raccontato nel libro Due figlie e altri animali feroci). Il padre adottivo che invece preleva Rat-Boy è Valker; il legame personale tra i due era già stato accennato in passato, ma di certo i lettori non potevano aspettarsi una relazione così stretta tra l’eroe e la sua nemesi. La frase “Io, sono tuo padre!” poi riecheggia una delle battute più celebri della storia del cinema (non dobbiamo dirvi di quale film, vero?) e la sua entrata in scena dall’oscurità conferma l’animo malvagio del personaggio.

Il rapporto con l’Ombra sarà sviscerato in saghe successive; nelle prossime puntate scopriremo invece la natura del legame tra Valker e Rat-Boy, acquisendo molti dettagli sul passato del protagonista e del suo arcinemico.

 

RMG 25