In occasione della visita dell’artista statunitense in Italia, ospite di Napoli COMICON la settimana scorsa, riscopriamo le storie di Don Rosa, dal suo esordio nel 1989 al ritiro avvenuto esattamente dieci anni fa, nel 2006. Ma prima di addentrarci nell’analisi dei fumetti di colui che per alcuni è l’erede dell’Uomo dei Paperi, Carl Barks, è bene soffermarsi ad analizzare le peculiarità della produzione donrosiana.

Quantomeno inusuale è, infatti, il suo approccio al mondo dei Paperi Disneyani (o Barksiani, come correggerebbe lui, compunto). Don Rosa non prende in considerazione la vastissima produzione di fumetti disneyani che da decenni riempie le pagine dei periodici di mezzo mondo: per lui solo la produzione di Carl Barks è canone e quindi “realtà dei fatti” del mondo di Paperopoli. Non solo: se per il lettore Disney, oggi, è normale vedere topi e Paperi che, muovendosi in una sorta di eterno presente, interagiscono con cellulari, computer e internet, per Don Rosa tutto ciò è fuori ...