Quasi tutti i supereroi devono vedersela con il dilemma della doppia identità o della doppia natura: conciliare i doveri, i privilegi da eroe e i grandi poteri di cui spesso sono dotati con la loro natura umana, spesso fragile e afflitta da debolezze e difetti. L’approccio a questo dilemma arriva da un punto di vista insolito per Hyperion, che si ritrova a seguire un percorso inverso rispetto alla maggior parte degli altri eroi: nato e cresciuto come simbolo ed entità potente, solo ora sta imparando cosa significhi essere un semplice individuo “normale” e “umano”.

 

 

La storia di questa odissea al contrario è narrata da Chuck Wendig e Nik Virella nella serie regolare che porta il nome del protagonista, terreno fertile sia per una saga d’azione che per una storia di introspezione. Wendig racconta a Newsarama come intende esplorare la complicata situazione di Hyperion.

 

Hyperion #1Cosa significa essere un alieno dotato di poteri divini proveniente da un universo in cui seguivi un rigoroso codice morale che non corrisponde a quello di questo mondo e di questa gente? Questo è parte di ciò che stiamo esaminando nella serie: abbiamo condotto Hyperion in esilio, allontanandolo (almeno inizialmente) dalle imprese supereroistiche per esplorare tutto ciò che possiamo su di lui. Ma cercheremo di farlo soprattutto da un punto di vista esterno. Non tenteremo di spingerci troppo a fondo nella sua testa, è più una questione di come gli altri lo vedono, e di ciò che lui permette di rivelare.

Le città sono un’ottima ambientazione per le storie perché ci sono migliaia di abitanti in ogni isolato, e ogni personaggio è una piccola miniera da cui ricavare una nuova storia e un nuovo incontro. Ma gli scenari di campagna hanno qualcosa di interessante che mi permette di sfuggire a quell’intensa concentrazione di persone. Uno show come True Detective nella sua prima stagione ti consente di esplorare la mentalità della gente che non vive nella grande città e che in un certo senso vive ai margini. Gli stati centrali degli Stati Uniti, in particolare, hanno un grande potenziale ancora inesplorato. Nuovi tipi di persone significano nuovi personaggi, e nuovi personaggi significano nuove storie. Non vogliamo ignorare le nuove storie che gli scenari di provincia possono offrirci.

 

 

Hyperion #2La coprotagonista della serie è Doll, un’adolescente in fuga da un gruppo di freak da circo. Loro la considerano parte della famiglia, ma lei non è del tutto d’accordo e chiede a Hyperion di aiutarla. Ma come spesso accade in questi casi, a volte sarà lei ad aiutare lui. Ovviamente i freak da circo non sono semplicemente dei freak: sotto molti aspetti sono creazioni del luna park da cui provengono. C’è qualcosa nella casa degli scherzi che tira dei bruttissimi scherzi alla gente…

Hyperion è stato cresciuto per essere un simbolo, quindi portare un simbolo sul petto non è una cosa strana per lui. Noi consideriamo le radiazioni come qualcosa di sinistro, ma in realtà anche la luce del sole è una radiazione. E credo che la luce del sole sia una buona metafora per ciò che è Hyperion: vuole essere luce, calore e fonte di vita, una forza della natura anziché un individuo.

Il punto è che, nonostante ciò che gli è stato insegnato, Hyperion è un individuo… anzi, addirittura l’unico individuo sopravvissuto al suo universo. Ed è questo che vogliamo esplorare nella sua serie: qualcuno che vaga in quella terra di nessuno a metà strada tra l’essere un simbolo ed essere (alieno o meno) un semplice individuo.

 

 

 

 

Fonte: Newsarama