Il parere più autorevole all’entusiasmante e discusso trailer di Captain America: Civil War? Probabilmente è quello di Axel Alonso, Editor-In-Chief della Marvel, interpellato come di consueto da Comic Book Resources per commentare gli eventi dell’ultima settimana.

 

Ha toccato l’anima del dodicenne che è in me. Voglio dire, andiamo! Cap contro Iron Man, Pantera contro il Soldato d’Inverno. Spider-Man!

 

Dopo questo lapidario, ma significativo commento, il discorso si è spostato dulla serie Black Panther e soprattutto sul ruolo e gli impegni attuali del suo autore Ta-Nehisi Coates, scrittore e saggista apprezzatissimo al di là dell’Atlantico all’esordio come fumettista, e del disegnatore Brian Stelfreeze.

 

Black Panther #1, variant cover di Alex RossNon c’è il rischio che diventi una miniserie. Il primo ciclo di storie di Ta-Nehisi è di undici numeri, ma lui ha intenzione di continuare a scriverne gli episodi anche dopo la fine di questa saga. Proprio in questi giorni sta dando gli ultimi tocchi all’ultima sceneggiatura, quindi direi che è in grande anticipo sul suo calendario.

Non c’è artista che avremmo preferito alle matite di questa serie rispetto a Brian Stelfreeze. Quando abbiamo visto la sua variant cover in stile hip-hop per Black Panther #1, abbiamo pensato all’istante che sarebbe valsa la pena convincerlo a tornare a disegnare. Non ci è voluto molto. Quando ha sentito che sarebbe stato Ta-Nehisi Coates a scriverle, era già nostro.

Brian sta facendo un lavoro incredibile e ha collaborato davvero a stretto contatto con Ta-Nehisi, sin dalla progettazione visiva del personaggio. I due hanno trovato una chimica relazionale notevole. Ta-Nehisi ha pubblicamente parlato del loro rapporto e di quanto sia stato importante per il suo percorso di formazione come fumettista.

 

Un commento viene richiesto ad Alonso anche su Civil War II: X-Men, il primo tie-in dell’evento estivo annunciato dalla Marvel e affidato alle cure di Cullen Bunn e Andrea Broccardo.

 

Una delle grandi ragioni di questa miniserie è il nostro desiderio di chiudere la bocca a tutti i teorici della cospirazione che ci credono intenzionati a mettere i mutanti in un angolo. Gli X-Men hanno un ruolo importante, anzi fondamentale, in Civil War II e nel nostro universo narrativo. Non hanno partecipato alla prima nostra Guerra Civile, poiché la Regina Bianca aveva stretto un accordo di non belligeranza all’epoca. Questa volta non andrà così. Civil War II avrà effetti su tutti quanti e gli X-Men saranno costretti a scegliere una parte… individualmente. Ci saranno spaccature tra i mutanti.

 

Alonso chiarisce che, come per la prima Civil War, ci saranno tie-in un po’ per tutti i personaggi Marvel, per mostrare le conseguenze su di loro degli eventi narrati nel crossover. Nuovi annunci in merito arriveranno molto presto, in occasione della manifestazione C2E2. Le singole serie, comunque, non saranno interrotte. Nessuno si aspetti un trattamento simile a quello di Secret Wars.

Incalzato dalle domande che esprimono entusiasmo per il debutto, avvenuto in settimana, della romanziera Chelsea Cain e della disegnatrice Kate Niamczyk su Mockingbird #1, Alonso ha accettato di buon grado i complimenti per questa serie che, sin dall’avvio, dimostra di avere una struttura narrativa tutt’altro che convenzionale.

 

Sono sempre felice quando vedo una di quelle serie di cui proprio non ho il tempo di occuparmi nemmeno marginalmente andare benissimo. Pare che Mockingbird corrisponda alla descrizione. Quando ho visto il primo numero, mi è sembrata da subito molto solida, divertente, ironica e una lettura molto stimolante. Diversa dagli altri prodotti e del tutto inaspettata anche per me. Chelsea e Kate hanno fatto una scommessa e l’anno vinta.

 

Rassicurati i lettori sul Miracleman di Neil Gaiman e Mark Buckingham, che sta semplicemente aspettando che la riedizione del materiale originale sia tale da poter consentire di pubblicare gli inediti in continuità, l’ultimo commento di Alonso è stato per Mark Millar e la sua Empress, di cui vi abbiamo parlato recentemente.

 

Sono molto orgoglioso che Mark si sia affidato alla nostra etichetta Icon. Empress è Millar puro, un’avventura ad alto budget che decostruisce gli stilemi della space opera. Il lavoro di Stuart Immonen è allo stesso livello di quello che ha mostrato su Star Wars. Spero che questa serie e i nomi di Millar e Immonen mandino forte e chiaro il messaggio che la Icon è viva e vegeta e produce volumi della massima qualità possibile.

 

 

Fonte: Comic Book Resources