Difficile quantificare l’influenza che Frank Miller ha avuto nel ridefinire il mito di Batman, ma di certo si va dall’essenziale all’assoluta: tutte le incarnazioni moderne del giustiziere di Gotham sono in un modo o nell’altro figlie di Il Ritorno del Cavaliere Oscuro. Ne è la prova il fatto che a distanza di decenni, il mondo dell’uomo pipistrello continua a ruotare attorno all’interpretazione di Miller: l’imminente pellicola Batman v Superman: Dawn of Justice ne recupererà il conflitto essenziale, e perfino il mondo fumettistico torna a coinvolgere Miller con il terzo capitolo della saga di Dark Knight, intitolato La Razza Suprema (a maggio in Italia per RW-Lion).

In un’intervista all’Hollywood Reporter, Miller parla del rapporto con le sue creazioni passate e con le incarnazioni attuali.

 

Batman: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro (The Dark Knight Returns), di Frank Miller, Klaus Janson e Lynn Varley - 1986Il Cavaliere Oscuro nacque da una serie di rapine, una delle quali mi vide come vittima. C’è qualcosa di degradante nella prima volta in cui ricevi un pugno nello stomaco, vieni steso a terra e ti puntano in faccia una pistola, quando ti rendi conto che sei completamente alla mercé di qualcuno. Puoi perdere la vita. In quel momento, faresti di tutto. È un’esperienza talmente umiliante che mi ha fatto capire che Batman è il simbolo più potente che la DC avesse nelle sue mani. Certo, Superman può volare, ma Batman può trasformarmi in quel tipo che è terrorizzato e allo stesso tempo in quello che può intervenire a salvarlo. È un mito perfetto.

Batman non è interessante perché ha una macchina fantastica. Quella può essere al limite oggetto di ammirazione. È interessante perché rimette a posto il mondo. Porta l’ordine in un mondo molto caotico. Specialmente quando sei un bambino. Hai bisogno di qualcuno, anche se si tratta di un personaggio fittizio, che ti dica che il mondo ha un senso e che i buoni possono vincere. È a questo che servono gli eroi.

Chiunque crede che Batman sia un fascista dovrebbe studiare meglio la politica. Il Cavaliere Oscuro è, al limite, un liberale. Un fascista è qualcuno che impone alla gente come vivere. Batman si limita a dire ai criminali di smetterla.

Devil Rinascita Frank MillerNon seguo i film attuali e nemmeno le serie TV. Non ho inventato io Batman o Daredevil, se è per questo. Non ho nessun diritto di essere possessivo. Ma una volta che ho lavorato su un personaggio, è difficile vederlo in un modo diverso da come l’ho visto io. Nella maggior parte dei casi, se vedo cosa hanno fatto gli altri, rischio di apparire come un vecchio scorbutico. Quindi tendo a non guardarli, tranne qualche rara eccezione.

In passato avevo lavorato con Darren Aronofsky su un film di Batman che però non vide mai la luce. Fu la prima volta che lavorai su un progetto con qualcuno che aveva una visione del personaggio più oscura della mia. Il mio Batman era troppo corretto per lui. Ne discutevamo, e io gli dicevo: “Batman non lo farebbe mai, non torturerebbe nessuno” e così via.

Stilammo una sceneggiatura, che ci fu pagata sontuosamente, ma quando la Warner Bros la lesse disse: “Non vogliamo fare questo film.” I dirigenti volevano un film di Batman che si potesse mostrare ai bambini. E non era il caso del nostro film. Non c’erano giocattoli dentro. La Batmobile era solo una macchina normale truccata. E Batman aveva rinunciato alla sua fortuna per vivere per la strada, in modo da capire come se la passasse la gente normale. Aveva costruito la sua Batcaverna in una zona abbandonata della metropolitana. E aveva creato Batman dal nulla per combattere contro il crimine e contro le forze di polizia corrotte. Forse riproporrò il progetto per una graphic novel!

 

 

 

Fonte: Hollywood Reporter

Foto di Allison Michael Orenstein