Morgan Lost n. 1Claudio Chiaverotti, con la consueta esuberanza, si fa mattatore dell’incontro Sergio Bonelli Editore dedicato a Morgan Lost, che ha riservato una grossa sorpresa ai lettori delle avventure dell’investigatore dark creato dall’autore torinese.

Brendon e Morgan Lost compaiono assieme nell’immagine che apre l’incontro. Dovreste sapere dall’annuncio che abbiamo dato in diretta dalla fiera milanese sui nostri social quale destino comune condividano le due creature di Chiaverotti. Brendon ricomincerà a luglio dopo un’interruzione piuttosto lunga, con gli speciali a colori, che lo proporranno in versione più visionaria dal punto di vista narrativo e con qualche aggiustamento nel comparto visivo. Il primo degli speciali sarebbe dovuto arrivare a luglio, per le matite di Massimo Rotundo, ma è destinato a slittare in avanti.

La notizia è che ci sarà un crossover a prenderne il posto, che proporrà appunto un incontro tra gli universi di Brendon e Morgan Lost. Chiaverotti ha parlato di un escamotage narrativo, tale per cui non ci sarà il classico e banale incontro tra i due personaggi. L’autore parla di un’idea pressoché inedita per fare giustificare la presenza di entrambi nella stessa storia. Potrebbe darsi che i due non si incontrino nemmeno. Lo speciale sarà caratterizzato da una doppia veste cromatica, che proporrà pagine a colori per Brendon e la consueta dicromia di scale di grigi e rosso per le tavole di cui è protagonista Morgan Lost. Giovanni Freghieri alle matite. Sarà un albo molto dinamico, con un sacco di azione sin dalle prime battute e il ritorno di un grande villain come il Dottor Splatter.

Chiaverotti ha quindi parlato dei tratti più importanti di Morgan Lost come personaggio, presentandolo a eventuali neofiti e tratteggiandolo come un uomo che trova definizione a partire dalle sue fragilità, un profiler molto umano e decisamente pieno di difetti, fallibile, che trova in questa caratteristica il suo motivo di interesse. Morgan Lost è un’odissea sulla solitudine umana, ammette Chiaverotti. Anche lui è in parte pazzo, come i nemici terribili che affronta, i serial killer che nel suo mondo sono venerati a tutti gli effetti come delle vere e proprie rock star.

L’autore chiarisce, come già segnalato dal cambio di passo rispetto ai primi due del terzo numero, in direzione di un’atmosfera narrativa più visionaria e sfocata, che il genere fumettistico di Morgan Lost è variabile. Certamente c’è l’elemento del mistero al centro delle storie, ma con un taglio sempre differente, con una visione della storia in grado di cambiare di volta in volta. Cosa che l’autore ha voluto da sempre come caratteristica generale della testata.

Chiaverotti confessa di voler provocare consapevolmente, nelle sue sceneggiature, empatia non soltanto nei confronti del suo eroe, ma anche verso i serial killer, il cui dietro le quinte viene sempre illustrato per dare ai lettori l’occasione di immedesimarsi in loro, con effetti stranianti. Effetti amplificati dal fatto che ogni cattivo di Morgan Lost è “due metri sopra la realtà”, come piace dire all’autore.

Nel numero 6, che sarà disegnato da Cristiano Spadavecchia, Arriveranno finalmente i Coniugi Rabbit, forse i più attesi tra i villain promessi dalla prima copertina della serie. Chiaverotti promette una storia metanarrativa incentrata sugli appassionati e sugli artisti di fumetto, che ironizza sul collezionismo, sui processi creativi che stanno dietro una storia a fumetti, sulla follia necessaria e inevitabile dei professionisti della Nona Arte.

Sul finale, anche un intervento di Davide Caci, responsabile di Studio Arancia e invitato a parlare della bicromia di Morgan Lost, idea che Chiaverotti ha proposto per differenziarlo rispetto ad altre serie Bonelli. Le tavole arrivano ai grafici dello Studio in bianco e nero e vengono integrate con le mezze tinte di grigio per dare loro l’idea di volume, in un’operazione non semplice che varia per approccio a seconda dei disegnatori che si alternano alle matite. Più complessa ancora l’aggiunta degli elementi in rosso. Non sempre è chiaro quali vadano sottolineati ed è Andrea Meloni ad occuparsi della scelta, cercando di dare rilevanza a particolari interessanti dal punto di vista narrativo, messi in rilievo ex-post rispetto al lavoro dei disegnatori e in totale autonomia nei confronti loro e dell’autore.