CM Punk, ex campione di wrestling, lottatore di arti marziali miste e attuale co-autore insieme a Cullen Bunn della serie Drax è uno dei più orgogliosi figli di Chicago, nonché un vero e proprio beniamino della seconda città più grande degli Stati Uniti. Pertanto la sua presenza al C2E2, manifestazione chicaguana del fumetto, era scontata. Ecco cos’ha dichiarato durante l’incontro con il pubblico su svariati argomenti.

 

Mi raccomando, non fermatevi al primo numero della serie di Drax. Un sacco di gente legge l’esordio di un fumetto e crede di poterlo giudicare solo in base a quello. La nostra è una storia che si svolge in maniera così graduale che vi prenderà man mano che la leggete, diventando sempre più interessante. Cresce con il tempo.

 

Con la trama della serie, ora arrivata al numero #7, che mette in mostra la caccia solitaria del Distruttore impegnato a seguire le tracce dell’eterno nemico Thanos, CM Punk ha ottime ragioni per raccomandare una lettura approfondita al pubblico di quella che, a tutti gli effetti, è una storia raccontata come un vero e proprio viaggio nel cosmo.

 

Drax #7, copertina di Scott HepburnSono cresciuto leggendo le storie di Drax di Jim Starlin, che lo rappresentava, in qualche modo, come un personaggio non troppo intelligente e non diverso da un Hulk cosmico. La nuova versione, più snella e cazzuta, mi era sconosciuta, quindi ho cercato di rendere il personaggio più asciutto e nudo possibile, per svincolarlo dalla sua vecchia immagine.

Per fortuna ho Cullen Bunn al mio fianco. È davvero incredibile, non so come faccia a scrivere così tanto e così bene. Io scrivo solo questa serie e faccio una fatica pazzesca. Comunque lavoriamo rimbalzandoci idee a vicenda e la nostra è diventata una collaborazione strettissima, ormai alla pari.

Io cerco sempre di imparare da tutti in ciò che faccio nella vita, perché da tutti quanti c’è qualcosa da apprendere. Anche le persone che sono qui in questo momento ad ascoltarmi hanno qualcosa che non so, da insegnarmi. Io non mi pongo limiti.

 

La conversazione ha quindi cambiato focus, concentrandosi sull’adattamento televisivo della serie Preacher, di cui l’atleta e sceneggiatore è un grande fan, tanto da considerarla l’epitome di quel che un fumetto dovrebbe essere.

 

Drax #6, copertina di Scott HepburnNon mi piace definirla graphic novel, perché è un modo come un altro per cercare di venderla furbescamente a chi non è appassionato di fumetto. E invece è una cacchio di serie a fumetti, una delle migliori di sempre. La sto rileggendo proprio in questo periodo, come faccio ogni anno.

Lo faccio, con Preacher e altre grandi storie, soprattutto ora che sto scrivendo una serie mia, perché faccio attenzione a un sacco di particolari che da semplice lettore non avrei mai notato. Il che mi sta aiutando moltissimo nel mio lavoro, devo dire.

Comunque, certo che sono in attesa della serie TV. La casa di produzione AMC ha fatto un ottimo lavoro con l’adattamento di The Walking Dead, ma ammetto che sono piuttosto in ansia per la resa di un’opera complessa come Preacher. Comunque guarderò lo show senza dubbio. Ho appena visto anche la seconda stagione di Daredevil e, dopo un paio di episodi un po’ così, anche questa mi ha appassionato.

 

 

Fonte: Comic Book Resources