Grande tensione e azione nel decimo episodio della seconda stagione di Daredevil, un capitolo davvero intenso con cui inizia l’atto risolutivo dell’intero arco narrativo. Il titolo dell’episodio, L’uomo nella cassa, fa ovviamente riferimento alla misteriosa cassa di pietra in possesso di Nobu e de La Mano vista nella puntata precedente, ma anche a un uomo in un più allegorico “contenitore” (“box” in originale): Wilson Fisk che nonostante sia incarcerato ha fatto evadere il Punitore e liberato la sua furia per le strade. Difatti, nel corso dell’episodio, non vedremo alcun uomo venir fuori dall’antica cassa che, a quanto ci risulta, potrebbe essere piena così come vuota.

Grazie al tempestivo intervento di Daredevil, gli ostaggi de La Mano vengono salvati dalla polizia, e trasferiti in incognito al Metro-General, dove ritroviamo il personaggio di Claire Temple. La sequenza iniziale che mostra come gli agenti giungono alla Fattoria è molto cupa e terrificante, tanto da ricordare quasi un film horror. Scopriamo che le vittime dell’organizzazione criminale non sono identificabili, perché sono stati loro bruciati i polpastrelli, mentre la suddetta infermiera ironizza sulla fede cattolica di Matt Murdock e su tutti i controsensi da essa generati nell’uomo, affermando che “l’aspirina è la morfina dei cattolici“, la cui sofferenza a volte appare quasi obbligatoria.

Matt scopre che Frank Castle è evaso e subito riesce a connettere questa fuga a Wilson Fisk. Lo stesso protagonista, assieme a Foggy Nelson e Karen Page, viene convocato dal Procuratore Distrettuale Reyes, la quale finalmente vuota il sacco sulla retata di Central Park andata storta che costò la vita alla famiglia del Punitore. Si scopre che proprio la Reyes aveva autorizzato l’operazione, informata dal poliziotto infiltrato dell’operato di Blacksmith: intento delle forze dell’ordine era quello di catturare questo nuovo boss. Per non insospettire nessuno, la P.D. non fece evacuare il parco e come risultato finale degli innocenti persero la vita. Fu sempre la Reyes, infine, a completare un’opera di insabbiamento che però era misteriosamente già in corso.

Questa confessione è l’ultima azione della donna, che viene crivellata di proiettili e uccisa da un misterioso assassino. Gli stessi protagonisti si ritrovano coinvolti, con Foggy che viene ferito. Sembra che il Punitore voglia la sua vendetta, anche se sparare in maniera così poco accorta, alla presenza di alcuni innocenti, non è il suo classico modus operandi, né nei fumetti, né nella serie. Il povero Foggy che spesso invece finisce invischiato in situazioni pericolose è invece un tòpos piuttosto classico delle storie a fumetti di Daredevil, basti pensare alla lunga e bellissima saga Diavolo Custode, di Kevin Smith, Joe Quesada e Jimmy Palmiotti.

Bellissimo il confronto in carcere tra Matt Murdock e Wilson Fisk, oramai divenuto il Kingpin della struttura. Se il secondo rievoca il loro primo incontro presso la galleria d’arte di Vanessa, avvenuto nella prima stagione, il primo fa leva proprio sull’amore del suo avversario per la donna per fargli perdere il controllo, e avere di fatto conferma del coinvolgimento dell’uomo nell’evasione di Castle. Molto apprezzabile la gestione di questa sequenza, nel quale i super-sensi di Murdock si concentrano sul battito cardiaco di Fisk.

Nel frattempo, ritroviamo Elektra in aeroporto, la quale apparentemente è in procinto di lasciare New York. In questo momento, oltre a scoprire che la donna parla perfettamente anche la lingua francese (elemento che ci conferma quanto sia un’assassina internazionale perfettamente addestrata), incontra un uomo di nome Jacques Duchamps, un membro dei Casti mandato da Stick a uccidere “Ellie”; finirà ucciso per mano della bella greca mediante la sua caratteristica arma, il sai. Questo character è stato creato per la serie TV e non ha un corrispettivo nei fumetti Marvel.

Le indagini di Karen, la quale non crede alla colpevolezza di Castle nella sparatoria avvenuta poco prima, continuano. Scopriamo che anche il Dottor Tepper è stato ucciso, ed evidentemente qualcuno si sta liberando di personaggi scomodi cercando di far ricadere la colpa sul Punitore. Ne abbiamo conferma poco dopo quando lo stesso Frank salva la vita a Karen.

L’episodio si conclude presso il Metro-General. Ritroviamo Matt e Claire sul tetto dell’ospedale, con la donna che continua a fungere quasi da confessore dell’uomo, ribadendogli quando il destino del mondo non debba ricadere sulle spalle di Daredevil. Emblematica in questo senso è la frase “scendi dalla croce“, che sottolinea ulteriormente il “complesso cattolico” che affligge Murdock. Poco dopo, i ninja della mano invadono la struttura in un apprezzabile cliffhanger finale.

 

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