L’ottavo episodio della seconda stagione di Daredevil, intitolato Colpevole come il peccato, è uno dei capitoli più intensi, rilevanti e sorprendenti tra quelli visti finora. Ritroviamo subito Daredevil ed Elektra nei pressi dell’enorme fossa scavata nel cuore di Hell’s Kitchen, dove prima sorgeva il complesso noto come Midland Circle: apprendiamo che questo assurdo buco ha una profondità di quaranta piani, a conti fatti circa centro metri! Ma non c’è tempo per interrogarsi sulla funzione di questa fossa: subito si palesa un nutrito gruppo di ninja e finalmente ci viene rivelato il vero nome dell’organizzazione criminale giapponese che ha messo in moto questo intrigo: si tratta de La Mano (la quale tramava già dalla prima stagione, per mezzo di Nobu, facendosi passare per la Yakuza).

Questa setta esiste anche nei fumetti Marvel, ed è stata creata da Frank Miller sulle pagine di Daredevil vol. 1 #174 (1981). Trattasi di una setta segreta basata sul misticismo e sulle filosofie orientali, fondata da una società occulta di ferventi nazionalisti giapponesi: gli adepti di questa organizzazione hanno come unico scopo il raggiungimento del potere assoluto, con il quale dominare il mondo. La setta è consacrata al mito della Bestia, una creatura demoniaca di grande e oscuro potere, la quale, nel corso degli anni è stata più volte evocata per prendere possesso di avatar umani, tra cui persino Matt Murdock, come visto nella saga Shadowland. I membri della Mano vestono caratteristiche tuniche rosse e hanno al loro servizio una vera e propria milizia di ninja estremamente letali. Una delle caratteristiche più mistiche di questa organizzazione è quella di riportare in vita i morti e assoggettarli al loro volere. Infine, La Mano viene identificata con l’idioma , simbolo che abbiamo visto più e più volte nel corso della prima e della seconda stagione di Daredevil.

Subito notiamo una caratteristica rilevante dei ninja de La Mano: questi riescono a mascherare il proprio battito cardiaco (pur essendo vivi, a quanto ci risulta), cosa che mette in seria difficoltà Matt, il quale non riesce a udirli, né tantomeno percepirli con il suo speciale senso radar. Conseguentemente, la battaglia sembra volgere al peggio per i due protagonisti, con Elektra che viene ferita in modo grave e Daredevil che sta per soccombere. Solo il provvidenziale ritorno in scena di Stick riesce a invertire le sorti della battaglia, con i tre personaggi che fuggono inseguiti da un vero e proprio esercito di ninja pronto a invadere Hell’s Kitchen. Il personaggio di Stick, già apparso nella prima stagione, ha addestrato Matt sin dalla perdita del padre, per poi abbandonarlo. Nei fumetti, anche lui è stato creato da Frank Miller ed è apparso per la prima volta in Daredevil vol. 1 #176 (1981). I tre trovano rifugio presso l’appartamento di Murdock, dove Stick salva la vita a Elektra, avvelenata e vicina alla morte, dimostrando di conoscerla molto bene e chiamandola persino “Ellie.

A causa di tutto questo trambusto, Matt sta trascurando il processo di Frank Castle, la cui difesa ricade quindi sulle sole spalle di Foggy Nelson, con la preziosa collaborazione di Karen Page. Come testimone della Difesa viene convocato il Colonnello Ray Schoonover, capo del plotone dei Marine di Castle ai tempi della guerra, il quale ribadisce il grande coraggio e la grande onestà dell’uomo, sottolineandone però anche la facilità con cui uccide i suoi avversari, quasi divertendosi nel farlo. Il militare è interpretato dall’attore Clancy Brown, il quale è stato doppiatore in diversi film d’animazione Marvel (e DC Comics) e ha prestato la sua voce a personaggi come Hulk Rosso, Taskmaster e Uatu. Brown ha anche fatto parte del cast della serie TV The Flash, interpretando il Generale Wade Eiling.

Viene inoltre rivelato che, con ogni probabilità, il proiettile che ha colpito alla testa Frank ha causato una patologia cronica nota come Sindrome della Tempesta Simpatica, definizione non propriamente scientifica della reale Disreflessia Simpatica: questa sindrome provoca nel soggetto che ne viene colpito una iperattività del Sistema Nervoso Simpatico, associabile a un vero e proprio disturbo emotivo che crea nella psiche del paziente un continuo e costante stato di allerta, il “lotta o fuggi”, che conseguentemente l’inconscio associa a un grave trauma recente, come se lo rivivesse in continuazione. Scopriamo infine che il figlio del già noto Dottor Gregory Tepper è stato sequestrato da un nemico misterioso.

Tornando all’appartamento di Matt, Stick esplicita ciò che già avevamo colto: i nemici che stanno affrontando sono quelli della Yaminote, La Mano. C’è un’antica e segreta guerra in corso da secoli, che vede La Mano tentare di appropriarsi e attivare l’apocalittica arma Black Sky. Nemici naturali di questa setta, nonché unica protezione contro di essa, sono i membri del gruppo noto come Casti, dei quali sia Stick che Elektra fanno parte. Colpo di scena: Elektra è infatti allieva di Stick e da sempre al suo servizio. Anche l’incontro tra lei e Matt fu tutto fuorché casuale, ma voluto da Stick che rivoleva con sé Matt ed era intenzionato a usare il fascino della donna per farlo passare finalmente al “lato oscuro”, con Elektra che però si innamorò davvero del Nostro.

Anche i Casti esistono nell’Universo Marvel a fumetti, e Stick è il loro leader. Creati da Frank Miller (anche loro!) e apparsi per la prima volta in Daredevil vol. 1 #187 (1982), sono un’enclave basata sulla disciplina delle arti marziali fondata da Izo. I membri dei Casti vivono separati dalla società in località remote e selvagge, accessibili solo dopo aver scalato il Muro, un picco così alto da essere insormontabile per un normale essere umano. Proprio il Muro viene menzionato da Stick a inizio episodio. La missione dei Casti è quella di combattere la Mano e il loro signore oscuro, la Bestia.

Il giorno seguente, durante il processo, la Difesa chiama lo stesso Frank Castle a testimoniare, con Matt Murdock che questa volta riesce a essere presente a interrogare il suo assistito. Nonostante la bellissima arringa dell’avvocato, che fa leva sul tema della speranza e sul bisogno da parte di New York di avere eroi, è lo stesso Castle, di fatto, a condannarsi, esplodendo in tutta la sua rabbia, ammettendo i suoi crimini ed esplicitando la gioia provata nel commetterli. Ovviamente, sappiamo che c’è qualcosa di misterioso dietro questo gesto, con il secondino incaricato di sorvegliare Frank che gli sussurra poco prima: “Pensa a quello che vuoi, Frank“. Chi sta pilotando le azioni del Punitore?

Questa è di fatto una puntata di rotture, che va a chiudere il secondo atto in attesa del terzo finale: Matt rompe con Stick (di nuovo), e anche Elektra lo fa con il suo maestro. Inoltre, Foggy rompe con Matt per le sue inadempienze lavorative, così come fa Karen con lui dopo aver scoperto Elektra nel suo letto. Di fatto, infine, lo stesso Frank Castle rompe con i suoi avvocati, distruggendo la loro strategia difensiva con le sue parole.

Di contro, Matt sembra aver concesso nuova fiducia a Elektra con i due più uniti che mai nella lotta contro La Mano. Ma la donna nasconde un oscuro segreto che tiene nascosto al suo alleato. Segreto che probabilmente avrà a che fare con la sua efferata uccisione di un ninja nemico che si era intrufolato nella casa di Murdock: la donna lo sgozza come un maiale senza fare una piega.

In conclusione, Frank Castle viene incarcerato e scopriamo così chi ne ha pilotato le azioni per farlo finire in quel luogo: ecco che ritroviamo Wilson Fisk in prigione, prigione che sembra in procinto di conquistare.

 

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