Il quarto episodio della seconda stagione di Daredevil, intitolato Penny e decino, è di fatto il capitolo conclusivo del primo atto, prevalentemente incentrato sul personaggio di Frank Castle, e sulla sua misteriosa vendetta contro le tre gang criminali (irlandesi, messicani e Dogs of Hell) responsabili della morte della sua famiglia, con il Diavolo di Hell’s Kitchen preso nel mezzo.

L’episodio si apre mostrandoci una accesa e sanguinolenta riunione del gruppo criminale irlandese: in questa occasione fa il suo esordio il folle boss di nome Finn Cooley, iracondo nei confronti di Punisher. Questo personaggio ha un corrispettivo omonimo nei fumetti Marvel, creato da Garth Ennis e Leandro Fernandez e apparso per la prima volta su Punisher vol. 6 #7; anche nella sua versione cartacea, Finn è il folle boss della mafia irlandese a New York. L’uomo guiderà una cruenta vendetta della sua banda nei confronti di Frank Castle, del quale viene scoperto il rifugio segreto e viene preso in ostaggio il cane.

La scena si sposta poi nella familiare chiesa di Hell’s Kitchen già vista nella prima stagione, dove fa ritorno il personeggio di Padre Lantom. Anche lui ha un corrispettivo a fumetti, apparso per la prima volta sulle pagine di Runaways vol. 2 #9, scritto da Brian K. Vaughan e disegnato da Adrian Alphona. Nella serie TV, il sacerdote è molto legato al personaggio di Matt Murdock, del quale ha intuito l’identità segreta, mentre nei comics non riscontriamo questo legame. L’occasione è il funerale di Grotto, ucciso da Punisher nell’episodio precedente: alla cerimonia partecipano solo Matt Murdock, Karen Page e Foggy Nelson. Lantom e Matt sono inoltre protagonisti di un bellissimo confronto verbale nel quale vengono sviscerati alcuni dei temi cardine della mitologia di Daredevil, come il senso di colpa e il desiderio di redenzione, e come questi si combinano nell’animo di ogni uomo.

Nel frattempo, Karen continua la sua indagine solitaria sul passato di Frank Castle, avvolto nel mistero in maniera innaturale: che vi sia un complotto dietro quanto accaduto a lui e alla sua famiglia? Troviamo conferma che la radiografia del teschio vista in precedenza appartiene proprio a Castle, che quindi è stato colpito da un proiettile in testa, riuscendo comunque a sopravvivere. Inoltre, nel corso di questo massacro, avvenuto presso il Luna Park di Central Park è morto anche un uomo del quale appare impossibile scoprire l’identità, essendo stato classificato come John Doe, un nome generico con il quale vengono etichettate le vittime sconosciute negli Stati Uniti.

Karen rintraccia un ex infermiere che lavorava all’ospedale in cui venne ricoverato Castle, che le conferma come vi sia stata ostruzione da parte di uomini in nero che imposero al personale medico di non rianimare il corpo privo di coscienza di Frank, che però riuscì quasi miracolosamente a risvegliarsi dopo un minuto di morte clinica. Karen fa menzione, forse per la prima volta, a suo fratello: la sensazione è che dietro questa figura possano nascondersi alcuni dei segreti del passato della giovane segretaria.

Matt fa ritorno al rifugio di Melvin Potter, il quale ha confezionato una nuova armatura di Daredevil. Notiamo come lo stesso Melvin ora indossi un’armatura in kevlar di colore nero: che sia il preludio della sua trasformazione in Gladiatore? Veniamo ora al nuovo costume di Daredevil: sono cambiati moltissimi dettagli, e il risultato è una tenuta da battaglia molto più accattivante, realistica e armonica, nonché più speculare alla versione fumettistica, in particolare a quella disegnata dall’artista Marko Djurdjevic (copertinista della serie ai tempi della run scritta da Ed Brubaker). Nel dettaglio, il costume ha molti più inserti rossi su base nera, un casco in carbonio più esile e dalle linee morbide, con una parte anteriore più aerodinamica e dal taglio più aggressivo, e parti laterali meno imbottite. Anche le lenti per gli occhi sono cambiate, passando dal nero al rosso rubino: queste sono poi semi-trasparenti e mostrano gli occhi del protagonista aprirsi e chiudersi, cosa che rende il volto di Daredevil decisamente più espressivo. Sono cambiati anche i guanti, rinforzati e più “da ninja”, e gli stivali: più alti e resistenti.

Subito dopo, Frank Castle si reca al luna park dove ha perso la sua famiglia ma finisce catturato dagli irlandesi, che lo prendono vivo così che questi possa rivelare loro dove ha nascosto i loro soldi. In seguito, il Punitore sarà portato presso un rifugio segreto e interrogato brutalmente, con torture annesse. In realtà scopriremo presto che questa cattura faceva parte del piano di Castle per sbarazzarsi della mafia irlandese una volta per tutte: l’uomo aveva infatti nascosto una lama sotto la sua pelle (!), che usa per liberarsi. Punisher aveva anche nascosto una bomba nel furgone con i soldi degli irlandesi, che vengono quindi fatti saltare in aria. Anche Daredevil giunge sul posto in soccorso di Frank e, in una sequenza appassionante quanto violenta, i due hanno la meglio sui criminali dando vita a un improvvisato, quanto spiazzante team-up nel quale Murdock impone al suo “alleato” la sua ferrea regola: non uccidere.

Veniamo ora al titolo dell’episodio, Penny e decino: questo non è altro che un passaggio di una filastrocca per bambini che Frank era solito leggere alla figlia per farla addormentare. Il libro sul quale è riportata (inventato per lo show) viene scoperto da Karen, che riesce a risalire all’indirizzo della famiglia Castle e a scoprire che l’uomo aveva una moglie e due figli, rispettivamente Maria Elizabeth, Lisa Barbara e Frank Jr. I nomi di questi personaggi sono identici alle loro controparti a fumetti, con il bimbo che nella fonte originale si chiamava per esteso Frank David Castle. Una nota: nei vari fumetti in cui viene raccontata la strage della famiglia Castle, questa avviene nel corso di un picnic nel cuore di Central Park, e non presso la giostra nota come Carosello.

Terminata la battaglia, Daredevil porta un Frank Castle gravemente ferito presso un cimitero limitrofo, in attesa che la polizia possa prenderlo in consegna. Appoggiato a una lapide, il Punitore si confessa a Murdock. La tomba in questione è di un uomo chiamato Jasper O’Cleary, il quale non ha un corrispettivo nei fumetti. Il fatto che Castle racconti la sua terribile storia appoggiato a una lastra di pietra sulla quale sono visibili le parole “born” e “died” (“nato” e “morto”) ha però un indubbio valore simbolico.

Questa puntata funge anche come banco di confronto tra l’agente di polizia Mahoney e Daredevil, diviso in due diverse fasi: nella prima i due discutono dei ruoli delle forze dell’ordine e dei vigilanti, sottolineandone le differenze ontologiche, mentre nella seconda il giustiziere mascherato chiede all’agente di prendersi il merito della cattura di Castle, così che la gente possa continuare a credere nelle forze dell’ordine e nella giustizia. Appare abbastanza scontato sottolineare come questo dibattito ricordi quello tra Batman e il Commissario Gordon narrato ne Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan.

Il Punitore viene dunque arrestato, ma la sua vendetta non sembra essersi ancora conclusa, dato che su questa aleggiano ancora grandi misteri. Nel finale dell’episodio, ci viene mostrato un romantico faccia a faccia tra Matt e Karen, che culmina con un appassionato bacio: la chimica e la credibilità sul piccolo schermo di questa coppia è sorprendente. Murdock però non ha tempo per rilassarsi e godersi il momento, dato che trova un’inattesa ospite a casa sua: Elektra, qui alla sua prima apparizione nello show.

Una curiosità: il giornalista televisivo (senza nome) interpretato da Pat Kiernan, conduttore del fittizio programma Real-life NY1, può considerarsi ufficialmente il volto del giornalismo televisivo dell’Universo Cinematografico/Televisivo Marvel, essendo già apparso in The Avengers e Iron Man 3, oltre che, curiosamente, anche in The Amazing Spider-Man 2.

 

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