Bang! È questo il titolo del primo, scoppiettante episodio della seconda stagione di Daredevil, serie TV che ritorna dopo il grande successo della prima. In effetti, i “bang” all’interno di questa puntata sono molteplici, dato il gran numero di proiettili sparati nei suoi quasi cinquanta minuti; un calzante biglietto da visita per l’esordio del personaggio di Frank Castle, il Punitore, interpretato da Joe Bernthal.

La puntata si apre mostrandoci Daredevil nello svolgimento delle sue ormai quotidiane mansioni di vigilante e protettore del quartiere di Hell’s Kitchen. Sembrano essere passati alcuni mesi (non sappiamo di preciso quanti) dalla caduta dello zar del crimine Wilson Fisk a opera di Matt Murdock, ma in questa zona periferica di Manhattan, i guai non sono certo finiti: il protagonista è infatti sin da subito impegnato a mettere fuori combattimento quattro rapinatori armati, con successo e poca fatica.

In questa prima sequenza notiamo subito due dettagli: il primo è che su Hell’s Kitchen è calata un’ondata di caldo tropicale. L’afa si avverte da subito, con i personaggi madidi di sudore e i ventilatori accesi. Condizioni climatiche estreme, sia in un senso che nell’altro, sono un classico elemento narrativo di alcuni dei cicli di storie più noti del personaggio di Daredevil, su tutti quelli firmati da Frank Miller e Ann Nocenti. Lo scontro tra il protagonista e i suddetti rapinatori termina inoltre in una piccola cappella del quartiere, illuminata da un croce rossa al neon: il simbolismo religioso è un altro dei tòpos più caratterizzanti di questo personaggio, che vive una continua lotta con se stesso, vestendo i panni di un “diavolo giustiziere”, ma fortemente legato alla fede cristiano-cattolica. Questa dicotomia rende Matt Murdock un personaggio cronicamente turbato.

Altro elemento chiave della mitologia di Daredevil è il rapporto con il suo migliore amico, nonché collega, Foggy Nelson. In un dialogo iniziale tra i due personaggi, notiamo come Foggy, a conoscenza del segreto dell’amico sin dalla decima puntata della prima stagione, sostenga la sua crociata ma non senza remore, soprattutto perché Matt si dedica anima e corpo alla sua personale missione sacrificando la sua vita in abiti “civili”. Anche il rapporto tra Matt e Karen Page sembra star subendo una lenta ma costante evoluzione in termini romantici, con la giovane segretaria sempre più attratta dal suo capo. Lo studio di Nelson e Murdock, inoltre, non se la passa alla grande, economicamente parlando: è la stessa Karen a far notare ai due titolari la cosa, nonostante il gran numero di clienti assistiti e aiutati. Critiche condizioni economiche, alternate ad altrettanti boom, sono un must nelle storie di Daredevil, con il protagonista abbastanza noncurante dei propri guadagni, ma molto più attento a fornire aiuto alle “vittime del sistema”, che combatte sia in giacca e cravatta che in costume.

Quando il gatto non c’è i topi ballano. È con questo comune detto che si può riassumere lo status attuale del sottobosco criminale di Hell’s Kitchen. Kingpin è caduto ed è detenuto in carcere, ma Daredevil ha saputo mettere fuori gioco, direttamente o meno, anche la mafia russa, cinese e giapponese (che presto però tornerà alla carica). Nel quartiere sono dunque rimasti gli irlandesi (e presumibilmente gli italiani, non mostrati in questo episodio). È proprio nel corso di un loro meeting segreto che assistiamo per la prima volta alle brutali azioni di Frank Castle, il quale trivella il locale della riunione con proiettili perforanti sparati da una mitragliatrice: il risultato sono quindici cadaveri bucherellati come scolapasta.

L’unico sopravvissuto è un criminale di nome Grotto. Nei fumetti Marvel Comics esiste un corrispettivo con questo nome, creato da Frank Miller: anche in questa versione è un piccolo criminale, affiliato a Kingpin e ad altri boss della mala. Come nella serie TV, anche nei comics si trova a “collaborare” occasionalmente con Daredevil, cercando di redimersi. In alcune delle sue apparizioni, inoltre, Grotto viene mostrato a giocare a poker o a bere presso il “rustico” bar di Josie, stesso luogo nel quale nello show incontra i protagonisti.

Un altro, poco gradito (per il protagonista) ritorno è quello di Turk, scagnozzo afroamericano di Kingpin, che, di nuovo in libertà, sta cercando di mettersi in proprio puntando sul contrabbando di armi da fuoco.

Ritornando alla carneficina messa in atto da Frank Castle, scopriamo che questa è solo l’ultima di una serie crescente. Una curiosità: parlando dell’opera del Punitore, viene definita warzone (“zona di guerra”), sottotitolo con il quale sono state pubblicate svariate miniserie con protagonista il personaggio creato da Gerry Conway e Ross Andru su Amazing Spider-Man #129 (1976).

Indagando sulle azioni di questo letale e misterioso individuo, Daredevil giunge a un magazzino di stoccaggio di carne da macello: qui fa un’agghiacciante scoperta, quando trova dei cadaveri appesi come pezzi di carne. Questa sequenza, così come quella della sparatoria, ci confermano quanto il contenuto di questa serie sia decisamente violento e non adatto ai deboli di stomaco. Dal nostro punto di vista, questa scelta di registro è lodevole e consona ai personaggi coinvolti. Proprio in questo magazzino Matt Murdock trova un sopravvissuto che gli rivela che queste brutali azioni non sono opera di una gang, ma di un unico uomo.

Subito dopo, Castle fa la sua prima, vera apparizione nell’ospedale dove Karen ha portato Grotto perché riceva assistenza medica. Il Punitore non si fa scrupoli a far fuoco con un fucile a pompa nei corridoi dell’ospedale, rischiando di colpire gli innocenti con proiettili esplosivi ad ampio raggio. Curiosamente (e questa cosa ci sorprende un po’), il personaggio manca il bersaglio tutte le volte, almeno cinque, nelle quali fa fuoco. Ma probabilmente si trattava solo di colpi di avvertimento per stanare e mettere in fuga la sua preda, per poi colpirla con un fucile di precisione.

L’intento omicida di Castle viene interrotto nel suo momento decisivo dall’arrivo di Daredevil. Abbiamo il primo confronto tra i due giustizieri, così simili, ma anche così diversi. Questo scontro, che dimostra come il Punitore sia in grado di tenere testa a Matt Murdock, a mani nude e senza troppa difficoltà, si svolge sul tetto di una palazzina di Hell’s Kitchen. Il luogo non è una scelta casuale: sulle pagine dei fumetti i due personaggi si sono affrontati tantissime volte, e alcuni dei loro confronti più topici si sono svolti proprio su dei tetti, come nelle storie narrate in Punisher #3 di Garth Ennis, Steve Dillon e Jimmy Palmiotti, Daredevil #183 di Frank Miller e Daredevil #257 di Ann Nocenti e John Romita Jr.

In conclusione, segnaliamo come Karen Page sembri aver rubato la macchina di James Wesley, braccio destro di Fisk da lei assassinato, e come la gang di motociclisti nota come Dogs of Hell sia l’equivalente Marvel della reale organizzazione mondiale degli Hell’s Angels, che hanno ispirato, tra l’altro, la serie TV cult Sons of Anarchy.

 

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