Brian Michael Bendis continua a tracciare la rotta del suo Spider-Man. Nella prima parte della sua intervista a Comic Book Resources aveva affrontato l’argomento della transizione da un universo all’altro e la necessità di aggiornare i temi classici delle storie dell’Arrampicamuri pur rimanendo fedele allo spirito dell’originale. Ma c’è ancora molto da fare e da dire: stavolta Bendis parla della relativa immaturità di Miles Morales, del suo rapporto con Peter Parker e dei prodromi di Civil War II!

 

Spider-Man #2,copertina di Sara PichelliLa decisione di aprire le avventure di Miles con una battaglia con Cuorenero ha una duplice funzione. Innanzitutto, questo scontro è solo il primo round. Nelle mie serie, come anche in quelle di Jason Aaron e in altre ancora, stiamo giocando con l’idea che in questo nuovo universo le dimensioni siano diverse. Certi luoghi come i 10 Reami di Asgard, le Sette Città e tutti questi altri reami sono cambiati. Le barriere tra il paradiso, l’inferno e tutto il resto, che impedivano alle creature di quei luoghi di riversarsi su di noi, si sono indebolite a seguito degli eventi recenti.

Nel caso di Spider-Man, ma direi anche di Tony Stark, direi che gli avversari mistici e demoniaci risultano particolarmente spaventosi: sono ciò che più esula dal loro territorio. Abbiamo questo demone nauseabondo alto più di tre metri che ha già sbaragliato gli Avengers e il nostro nuovo piccolo Spider-Man che è l’ultima cosa che si erge davanti a lui. Vogliamo riempire la serie di tutte le cose peggiori che Miles potrebbe affrontare. E non potrei immaginare un momento più terrificante per lui di vedere l’elmo di Iron Man volare via appena prima di entrare in una battaglia. Miles si ritrova necessariamente a pensare: “Voglio davvero continuare ad avanzare verso questa cosa che ha appena fatto a pezzi il meglio dei supereroi di serie A?”.

Questo scontro mi è servito anche per sottolineare che pur avendo vissuto varie avventure, Miles è ancora acerbo. È inesperto. Non conosce tutti i trucchi del mestiere. Abbiamo perfino la folla che gli urla quale dovrebbe essere la sua prossima mossa. È un teenager. Ha ancora molto da imparare.

So che alcuni lettori vorrebbero che Miles non avesse nulla a che fare con Peter Parker: vorrebbero che Miles fosse solo Miles, ma allo stesso tempo è un personaggio a cui è stato passato il testimone e c’è una grossa differenza tra i due. Credo che nel loro prossimo incontro, questi contrasti emergano in modo molto visibile. E serviranno a definire meglio chi sia davvero Miles. Ha la benedizione di Peter nel vestire i panni di Spider-Man, ma è un personaggio completamente diverso, con una serie di problemi, punti di forza e punti deboli completamente differenti. Fare incontrare i due di tanto in tanto è interessante per me. Ma la serie non sarà incentrata su Peter e Miles. Sarà incentrata su Miles. È evidente che Peter ormai è entrato nelle schiere dei Tony Stark di questo mondo, e vive una vita su scala globale.

Spider-Man #3, copertina di Sara PichelliA partire dal prossimo numero vedremo anche il rapporto di Miles con i media, che includerà anche un fatto nuovo: ora che il suo costume è stato strappato in pubblico, abbiamo un indizio che indica Spider-Man come un giovane dalla pelle nera. Questo diventerà un argomento di discussione in tutto il mondo… un argomento che Miles non sarà troppo entusiasta di affrontare. Non ho intenzione di farne una serie razziale, ma molti lettori mi hanno chiesto se l’aspetto avrebbe avuto un’influenza sul personaggio e questo evento è l’inizio di una nuova trama.

Inoltre, Civil War II incombe, Miles avrà un grosso ruolo da giocare in questa storia, e qualcosa inizia a trapelare già in ciò che state leggendo. Quando ho sceneggiato questi numeri, già sapevo che avrei lavorato su Civil War II. Ci sono molti indizi nel sottotesto, cose che emergeranno in tutta la loro importanza successivamente. Avete già visto che Peter e Miles sono in rapporti meno felici di quanto non fossero all’inizio. Questo è il genere di cose che è destinato ad amplificarsi in un evento come Civil War II.

Spider-Man è una serie molto speciale per me. Nasce direttamente dalla reazione che sperimentammo quando presentammo il personaggio. Si tratta di un personaggio che sulla carta non avrebbe dovuto funzionare. Peter Parker non era “rotto”. Nessuno chiedeva di sostituirlo con qualcosa di nuovo. Eppure siamo circondati da lettori che esprimono il loro desiderio latente per dei personaggi che riflettano il mondo attorno a loro in modo più puro. Miles è uno di questi personaggi.

 

 

Fonte: CBR