RMC 26Dopo il primo amore Spazio: 1999, Leo Ortolani scopre Star Trek, che rapidamente diventa la sua saga di fantascienza preferita; le avventure dell’equipaggio dell’Enterprise lo affascinano a tal punto da realizzare, durante l’adolescenza, alcuni fumetti con protagonisti Kirk, Spock e compagni, tra cui un centinaio di strisce umoristiche e alcune parodie dei capitoli cinematografici.

Nel settembre 2001, in occasione del 35° anniversario della trasmissione della prima puntata del telefilm, l’autore di Rat-Man celebra l’opera di Gene Roddenberry con una storia che riprende proprio il titolo originale dell’episodio pilota: The Cage.

L’omaggio di Ortolani a Star Trek richiede una lunga gestazione, sicuramente dovuta anche alla natura di trekker del fumettista che lo porta a essere più esigente del solito.

Dopo aver scartato l’idea in cui l’intero universo narrativo di Rat-Man si rivelava una proiezione olografica dell’astronave e uno spunto narrativo che sarà ripreso anni più tardi per la storia Camera 9, l’autore imbastisce una vicenda colma di citazioni per gli appassionati. Si parte già dalle copertine: quella di Rat-Man Collection 26 richiama la locandina del primo film Star Trek, mentre quella di Rat-Man Color Special 15 ricrea il poster di Star Trek – L’ira di Khan.

RMCS 15Ne La gabbia il capitano Krik interpreta il capitano Kirk dalla serie classica, scelta di casting quasi obbligata, mentre Brakko è chiamato a impersonare Geordi La Forge di Star Trek – The Next Generation.

L’equipaggio attraversa la galassia per un viaggio quinquennale a bordo dell’astronave U.S.S. Armstrong, erroneamente dedicata al celebre sassofonista di colore, quando precipita su una superficie misteriosa. Rat-Man gli spiega di trovarsi su un foglio bianco, dove Ortolani sta disegnando una gabbia di vignette all’interno delle quali prenderà forma la storia. L’episodio diventa così una riflessione metafumettistica in cui l’autore è Dio, in grado di intrappolare i personaggi in un fumetto e raccontare attraverso di loro avventure incredibili. Le idee scartate in questo mondo diventano elementi tangibili, che gli stessi protagonisti sfruttano per fuggire e raggiungere finalmente la Terra, portando a compimento la loro odissea intergalattica.

La tavole traboccano di riferimenti a Star Trek, con alcuni elementi tipici messi alla berlina, come l’assenza di cinture di sicurezza sul ponte di comando o il visore di Brakko che lo convince di essere cieco. Ci sono anche altri elementi umoristici che arricchiscono La gabbia, tra i quali citiamo il surreale gioco Sciangao, uno dei passatempi più amati a bordo della U.S.S. Armstrong.

Come sempre al lato parodistico della storia si affianca un aspetto più profondo, una morale che viene invocata nell’epilogo da Cinzia, personaggio nato con intenti comici ma in grado di conquistare sempre più spessore col passare del tempo.

 

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