Si Spurrier e Ryan Kelly protagonisti di un’intervista in cui parlano della loro nuova collaborazione, la serie Cry Havoc, in arrivo nel corso del 2016 per Image Comics, che racconterà una storia ambientata nel mondo moderno, ma che vede per protagonisti soldati che nascondono dentro di sé mostri della mitologia. Protagonista è Louise, una donna affetta da una sorta di licantropismo che vive nella segretezza questa sua condizione socialmente problematica. E in più è lesbica.

 

Cry Havoc #1, copertina di Ryan KellySpurrier – L’idea mi gira in testa da parecchio. Il paradigma “mitologia incontra storia di guerra” mi chiamava. Marvel e DC hanno entrambe bei fumetti che corrono su queste linee guida, ma per quanto sia sempre stato un fan di storie in cui ci sono grandi mostri con grandi fucili, ho sempre pensato che mancasse qualcosa. Non avevo idea di cosa.

Finché, recentemente, ho preso questo seme dalla mia riserva mentale e non gli ho dato un’occhiata. Ci sono un sacco di momenti subcoscienti, quando sei uno sceneggiatore, che possono fare la differenza tra la nascita e la morte di un’idea, in cui intuisci istintivamente quale sarà il sapore della storia che sta prendendo forma. Alla fine ho capito qual era l’ingrediente principale di cui c’era bisogno da sempre e il resto della vicenda gli si è coagulato intorno spontaneamente.

Cry Havoc è la storia di una donna e di un mondo diviso tra controllo e caos. Ma questa è una visione molto da scrittori della questione, che andrebbe invece compresa a un livello più immediato. Eccovi solo la punta dell’iceberg: non è la storia di una donna-lupo lesbica, ma più o meno lo è.

Kelly – Dopo Three, la serie che ho realizzato con Kieron Gillen e Jeordie Bellaire, non ho lavorato per un po’ e cercavo qualcosa da fare. C’erano un po’ di progetti con altri autori che stavo mettendo in piedi, ma non riuscivo a trovare una quadra. Poi ho iniziato a prendere qualche incarico per prodotti digitali della Marvel e, tutto a un tratto, mi son trovato impegnatissimo e senza il tempo per progetti indipendenti.

Credo che Si mi abbia contattato nell’estate del 2014, riguardo a Cry Havoc. Ho letto una pagina di presentazione e l’idea era interessante. I soggetti vanno bene, ma da artista ho sempre bisogno di vedere una sceneggiatura per essere sicuro di essere devoto a un progetto. Devo davvero avere un’idea dei personaggi e mi devono piacere i dialoghi. Fortunatamente, la prima sceneggiatura l’ho adorata. Da lì, la scelta di disegnare Cry Havoc è stata immediata.

 

Spurrier promette un alto livello di dettaglio per questa serie, che sarà una lettura lenta e impegnativa, tanto da ospitare addirittura brevi saggi di spiegazione di alcuni elementi della storia, tra cui la natura dei licantropi. Espressioni della tendenza umana a immaginare creature orribili nascoste fra loro, di una paranoia e una nevrosi antropologica che ci accompagna sin dalla preistoria e che vede mutaforma presenti in ogni cultura del mondo. In Europa sono lupi, in Africa leoni, nella cultura nativo-americana coyote. Come tale, la figura del licantropo è sempre attuale, perché antichissima e radicatissima nelle paure del genere umano.

 

Spurrier – Con Cry Havoc vogliamo continuare e contemporaneamente sovvertire questa tradizione. La nostra protagonista, in realtà, non è affatto una donna-lupo, ma se ne convince dopo essere stata morsa. In realtà è destinata a diventare qualcosa di leggermente diverso, una bestia più connessa all’archetipo, rispetto banali licantropi che li ha generati. Si tratta di qualcosa di meno codificato, senza cagate su proiettili d’argento e lune piene, che ci parla direttamente della profonda e caotica connessione tra uomo e bestia. La creatura è il Barghest: il mastino nero spettrale.

 

La storia sarà ambientata in Afghanistan, legata a doppio filo con la guerra che nel decennio scorso ha imperversato in quell’area. Spurrier ha intenzione di intrecciare, con i temi sopra citati, quelli della politica e del razionalismo ottuso della guerra, quello dell’ortodossia e della radicalizzazione della religione. Due estremi opposti e apparentemente nemici che però, nella sua visione, sono figli delle stesse miopie degli uomini.

 

Spurrier – Io vedo i miti come storie viventi, che possono fare da ponte tra la narrazione e la fede. Stanno morendo. Sono a rischio estinzione nel nostro immaginario collettivo, perché non incontrano più la realtà del nostro mondo. E credo che questa sia una dannata vergogna. Quindi ho provato a immaginare a cosa accadrebbe se un mito si manifestasse all’improvviso nella nostra società. Cry Havoc parla dei miti che tentano di riguadagnare l’importanza che il mondo è determinato a sottrarre loro.

 

La storia è progettata per essere raccontata in tre fasi diverse e distinte, come un viaggio sia letterale che simbolico verso una rivelazione in grado di cambiare per sempre la prospettiva dei suoi protagonisti. Viaggio che Louise affronterà nel sud dell’Afghanistan, appunto, assieme a un gruppo di mercenari e guardie del corpo. Ognuno dei quali nasconde un mostro dentro di sé. Lou è convinta che la destinazione sia il luogo dove potrà ritrovare la sua normalità. Un concetto che, ovviamente, mostrerà di avere contorni sfumati e limiti non proprio chiari.

 

Spurrier – Ma questa è solo una parte della storia. Mentre la progettavo, mi sono trovato a chiedermi chi fosse Lou prima di questa strana missione e cosa l’avesse portata ad avere così paura di se stessa e poi cosa sarebbe successo al suo incontro con i rivoluzionari che sta cercando. Così ha preso forma una struttura narrativa fatta di flashback e flashforward.

 

Invece di raccontare separatamente queste sezioni della storia, Spurrier ha riconosciuto, nutrito e creato dei temi ricorrenti che potessero connetterle tutte e tre, mescolando le carte in quello che appare come un progetto incredibilmente ambizioso e potenzialmente complicatissimo. Addirittura, come se non bastasse una tale struttura narrativa, ci saranno tre diversi coloristi al lavoro sulle matite di Kelly per dare sapori diversi, conferire atmosfere peculiari alle fasi della storia.

Cry Havoc si preannuncia come uno dei fumetti da tenere d’occhio del 2016. Del resto, il nome di Si Spurrier sta diventando sinonimo di interesse per i palati più fini tra i lettori di comics.

 

 

Fonte: Comics Alliance