Una nuova serie targata Vertigo su Lucifer sarà sugli scaffali statunitensi a dicembre. Il Principe delle Tenebre, nella sua versione nata sulle pagine di Sandman e consacrata come successo dallo spin-off scritto da Mike Carey, torna a debuttare con una nuova testata per i testi di Holly Black e i disegni di Lee Garbett, che hanno parlato di questa occasione di redenzione del personaggio proprio alla vigilia della messa in onda della discussa serie TV a lui dedicata.

 

Lucifer #1, copertina di Lee GarbettBlack – Sì, abbiamo ucciso Dio. Scioccati? Quando mandavo le prime bozze di soggetto all’editor Shelly Bond, lei mi rispondeva che le piacevano, ma ancora non osavo abbastanza, ero troppo intimidita dal passato del personaggio. Ho pensato a quale potesse essere l’idea più folle che avevo a disposizione. Ebbene: che succederebbe se Dio fosse morto e Lucifero dovesse scoprire chi è l’assassino? L’ho convinta.

Il personaggio di Lucifero attrae i lettori per molte ragioni. Noi umani, limitati, orgogliosi, spesso egoisti, non facciamo molta fatica a immedesimarci con lui, come dipinto prima da Gaiman e poi da Carey. Non sa obbedire, è un agente del cambiamento, se n’è andato dal Paradiso con il medio alzato. Insomma, è un figo. E l’occasione narrativa di lasciare che il lettore faccia il tifo per lui, per poi ricordargli improvvisamente quanto sia malvagio e crudele, è meravigliosa.

Non solo, ma la storia degli angeli e di Dio come famiglia, in cui i primi sono come un gruppo di fratelli fra cui c’è disaccordo e contrasto, quella del figlio preferito che viene diseredato e rinnegato, la prospettiva tentatrice di una riconciliazione finale… sono temi affascinanti, tanto per un lettore quanto per un autore.

Garbett – Sono cresciuto in una famiglia cattolica, quindi sono abituato alla costante minaccia della dannazione eterna, a demoni terrificanti e a iconografie religiose terrificanti. Non mi sento intimidito dalla portata di questa storia. Adoro il sovrannaturale e l’occulto e l’intero mondo di Lucifer mi è molto familiare, dato che sono sempre stato un avido lettore Vertigo.

Lucifer #2, copertina di Lee GarbettSi tratta di un’ambientazione ibrida, spesso molto radicata nel realistico e nel suburbano poi mescolato con elementi biblici e viaggi attraverso il Sogno o altri reami. Dal punto di vista creativo e visivo si tratta di una sfida costante, ma è anche metà del divertimento di un lavoro del genere. Possiamo portarvi dove diavolo ci pare con una storia come quella di Lucifer.

Il nostro protagonista conserverà la sua annoiata eleganza anche sotto le mie cure, ma ricordatevi che ci troviamo di fronte a un personaggio di grandissima complessità, forse il più sfaccettato di sempre. A restare sempre la stessa è solo la maschera che porta e il bello è fare in modo che a volte gli scivoli via quanto basta per intravedere chi sia davvero. Non è potente come in passato ed è fisicamente sofferente. Ve ne accorgerete.

Black – Alle persone piace prendere ciò che le terrorizza e dargli un volto umano, in parte per renderlo meno spaventoso, in parte perché attratta dal brivido del proibito. Credo che una versione umanizzata di Lucifero, il peggiore dei nemici dell’umanità, abbia grande successo proprio per questo, come un po’ tutte le personificazioni delle nostre paure, dai vampiri agli zombi, fino agli antieroi.

Pensiamo alle cose che ci fanno paura, al peccato, alla morte, alla sofferenza, trasformandolo in qualcosa di completamente diverso. Il Lucifero che sto scrivendo è molto legato a questa nostra abitudine, ma dove si trovi in questo momento nell’ampio spettro di possibilità tra bene e male è qualcosa che dovrete scoprire con l’andare degli eventi.

 

 

Fonte: Newsarama