Per la nostra rubrica domenicale Verticalisti, powered by Verticalismi, Giulia Prodiguerra ha intervistato Marco Taddei e Simone Angelini, gli autori di Anubi, edito da Grrrz.

 

Marco Taddei e Simone Angelini

Photocredit: Jessica Ballerini

 

Ciao ragazzi, grazie per essere con noi! Allora, questa sarà un’intervista doppia, quindi per cominciare chiederei di presentarvi e parlarci un po’ di voi.

Marco – Sono Marco. Di solito mi alzo alle 8:15 di mattina. Fischietto motivetti.

Simone – Ciao, grazie a voi per l’intervista, sono Simone, potrei fare l’architetto di palazzi ma ho scelto di fare l’architetto di fumetti.

Prima di addentrarci nel mondo di Anubi, vorrei chiedere a Simone come è nato il progetto di Book of Mazzate e che tipo di sviluppi potrà avere in futuro.

Simone – Il Book of Mazzate non è altro che il tentativo di Altre storie brevi e senza pietàtrasposizione su carta di un progetto sperimentale che ho lanciato ormai 2 anni fa in rete, conosciuto come “Il Canale delle Mazzate”.

Il sistema è semplicissimo, camuffandomi dietro la trinità aliena del “Gran Consiglio del Pugno” ho sfidato 8 fumettisti e illustratori italiani e un argentino a fare a botte disegnate. Abbiamo ideato 18 personaggi, mettendo su scontri tra i miei 9 lottatori e i 9 lottatori degli sfidati. Ogni round è durato circa un mese con uno scambio fitto di disegni da completare con attacchi, parate, difese e K.O., dopodichè li ho montati in delle GIF di pochi frame per dare vita a delle micro animazioni.

Facendo un salto su http://mazzatemazzate.tumblr.com troverete tutta la prima stagione di botte animate, le bio dei lottatori e dei fumettisti coinvolti: Matteo Farinella, Dr. Pira, Stonino, Spugna, Giommarresi, Cammello, Galli, Pantani, Pedro Mancini.

Come dicevo il Book of Mazzate vol. 1 (ormai esaurito) è stata la trasposizione su carta di questa prima stagione, in una autoproduzione sperimentale tra fumetto e flip-book. Da pochi giorni è partita la seconda stagione del Canale delle Mazzate direttamente con un match internazionale, ho sfidato Enzo Garza, un fumettista della Florida, bravissimo, che ho intenzione di coinvolgere in altri miei progetti.

Avevate già lavorato insieme per Storie Brevi e Senza Pietà e Altre Storie Brevi e Senza Pietà. Possiamo dire quindi che siete un duo artisticamente consolidato?

AnubiSimone – Sì, il lavoro sui due volumi di Storie brevi e senza pietà ci ha permesso di affinare le armi per arrivare ben rodati su Anubi. Son stati anni di sperimentazione tra i testi di Marco e il mio modo di raccontare per immagini, son serviti per trovare i giusti equilibri. Il primo Storie brevi del 2012 è un vero e proprio laboratorio naif fatto di storie scritte e disegnate in momenti molto distanti tra loro,

Altre storie brevi del 2013 è invece un lavoro già più ponderato, nato per essere “Libro”. Abbiamo avuto anche occasione anche di realizzare insieme storie brevi per fanzine e antologici, come ad esempio Malloy il Gabelliere Spaziale in B-Comics lo scorso anno.

Marco – Siamo una doppietta caricata a scarafaggi.

Arriviamo così al nostro dio-cane (che in realtà sarebbe uno sciacallo, giusto?) che si aggira per il nostro mondo incontrando personaggi che vanno dal collega Horus a William S. Burroughs, divenendo centro e perno di questo paesotto isolato da acque invalicabili. Come è nata l’idea?

Marco – Esatto, Anubi è un dio-sciacallo ma ridotto talmente male che sarebbe più adatto chiamarlo dio-cane. La sua divinità è un lontano ricordo e la testimonianza diretta della sua origine è solo un paio d’occhi a stella che usa per squadrare i derelitti che sono attorno a lui. Il personaggio in quanto tale nasce da un disegno buttato giù da Simone, rapidamente e senza pensarci quasi tre anni fa, ma il suo carattere è venuto fuori pian piano. Dare ad Anubi, creatura bidimensionale e perennemente di profilo, spessore è stato un lavoro tenero ed assieme cinico. Tutto quello che gli davo, sapevo, potevo toglierlo. Ma poi lui si è vendicato, facendo in un certo senso come meglio gli pareva e così, ad un certo punto, ero più io che lo seguivo nelle sue scorribande melodrammatiche che lui a seguire le mie direttive. È stata una bellissima compagnia durante i mesi della lavorazione e in un certo senso adesso un po’ mi manca.

AnubiSimone – Sì, disegnai la prima versione di Anubi durante una fiera di fumetto, eravamo li a fare micro racconti illustrati su dei fogliacci ritagliati da regalare ai passanti, Marco scrisse “Anubi è felice di essere il Dio Cane” e io piazzai un cane nero con occhio stellato, è stato un gesto spontaneo, un gesto punk, attitudine che ha caratterizzato tutta la gestazione del fumetto.

Perché avete scelto proprio Anubi, divinità e insieme randagio combattuto tra dilemmi strettamente umani? Come è cresciuto il mondo filosofico e concettuale che troviamo all’interno dell’opera?

Marco – Come diciamo sempre, Anubi non è né un Dio, né un uomo, né un cane. Solo un personaggio che avesse toccato letteralmente il cielo con un dito avrebbe potuto interpretare il perdente, lo sconfitto per eccellenza. Perché Anubi è esattamente questo, una delusione su due piedi, un disastro ambulante, un groviglio di frustrazioni. Per quanto riguarda il mondo “filosofico” attorno ad Anubi, posso dirti che l’universo in cui si muove Anubi è una sfera che non ha filosofia, non ha poesia, non ha logica ovvero è esattamente il mondo di tutti i giorni in cui ci muoviamo noi, ossia il mondo dei poveri cristi.

Simone – Visto che Marco ha sbobinato la parte anti-filosofica, mi limito a quella grafica e progettuale. Anubi è un perdente che porta con se un volto/universo nero stellato che non è altro che la sua maestosità divina racchiusa in un oblò. E cosa succede a chi guarda il mondo da un oblò?

Anubi è bidimensionale, è sempre di profilo, mentre la città che lo ospita è tridimensionale, è reale, potrei farne un plastico dettagliato, ho disegnato planimetrie e piante, è la fusione tra la periferia della mia città Pescara e il centro storico di Vasto, la città di Marco. Immergere una ex-divinità in questo contesto è stato davvero spassoso.

Book of mazzateUn approccio vagamente simile ad Anubi possiamo trovarlo anche in Saint Young Men, manga di Nakamura Hikaru dove però i protagonisti sono Buddha e Gesù che decidono di vivere a Tokyo, con un taglio più scanzonato. La conoscete come opera? Oppure possiamo dire che è il momento giusto di calare le divinità in panni più quotidiani, per descrivere nevrosi universali?

Simone – Non conosco il manga da te citato, ma per restare strettamente nell’universo fumettistico credo che Preacher e American Gods abbiano già detto tantissimo a riguardo, oppure Dogma di Kevin Smith. Anubi parla di altro, è si un dio, ma potrebbe anche non esserlo, leggetelo e lasciatevi sorprendere!

Marco – Non conoscevo il fumetto, però sembra assai intrigante. Anubi rispetto a Buddha o a Gesù però ha più esperienza secondo me in quanto a sconfitte se non altro perché è più vecchio di quei due spaccamontagne di almeno duemila anni. Certo l’idea di calare un Dio al giorno d’oggi e fargli passare guai di ogni genere, devo confessare, è uno dei tanti motivi per cui mi sono divertito così tanto a scrivere questa storia.

Come si articola il vostro lavoro assieme? Stendete assieme la sceneggiatura o rispettate alcune fasi?

Marco – Scrivo nella mia cameretta, da solo, fissando una cartolina o una rivista porno a secondo di come mi alzo al mattino. Capita spesso che la “sceneggiatura” venga fuori in forma di racconto fluido e diretto dato il mio trascorso da scribacchino, questo secondo me dà la possibilità di far “vedere” meglio a Simone certe sfumature nei toni della storia. A quel punto passo la “sceneggiatura” all’Angelini il quale per me, in questa fase embrionale, rappresenta già il primo filtro. Se c’è qualcosa che non va ad esempio lo capisco subito dalle sue osservazioni. Da allora si avviano le danze: io scrivo, riscrivo, macino, prendo e riprendo il testo in un lavoro in progress che dura praticamente per tutta la lavorazione del fumetto in modo da fornire a Simone qualcosa che abbia la forma di sceneggiatura traducibile in immagine. Ma è come cercare di tenere una trota tra le braccia, salta da tutte le parti e tu sudi un sacco. Però, che figata!

AnubiSimone – La nostra collaborazione ci ha portati a perfezionare questo metodo chiamato “Ping-Pong” o metodo di “Marco Simone Capocannoniere” che è il nostro editor.

Ti posso raccontare com’è nato Anubi.

PING – Marco scrive la prima sceneggiatura che è molto vicina ad un racconto. Niente è definitivo. Me la racconta davanti un Campari. Si ride, si sghignazza e penso sia il momento massimo di condivisione prima di esiliarci nelle nostre grotte.

PONG – Nel mio studio, da solo, comincio a buttar giù disegni per definire i personaggi, le ambientazioni, tutto il comparto grafico.

PING – Li passo a Marco e valutiamo insieme cosa va e cosa no.

PONG – Inizio a disegnare i primi bozzetti delle pagine, come se fosse uno storyboard, solitamente lavoriamo a pacchetti da 30. In questo passaggio, solo soletto nel mio studio mi diverto molto perché sono totalmente libero di sbizzarrirmi, cerco di restare lucido.

PING – Marco revisiona e comincia a visualizzare quello che prima aveva solo in testa, discutiamo su cosa va e cosa no.

PONG – Passo al disegno a matita definitivo di quel pacchetto e glielo giro.

PING – Valutiamo insieme cosa funziona e cosa no, spostiamo vignette, limiamo i testi, ecc.

PONG – Passo all’inchiostrazione del pacchetto, all’aggiunta dei grigi in digitale, dei baloon e dei testi.

PING – Passiamo al pacchetto successivo di altre 30 pagine e così fino alla fine.

PING, PONG, PING, PONG… Nel mentre Marco rivede tutta la storia mano a mano che gli si materializza davanti pagina per pagina.

PING – Revisione finale sui testi e disegni con tutta la storia pronta e fumante e poi…

PUNTO e PARTITA!

Anubi è disponibile anche sullo store Verticomics. Com’è nata questa collaborazione con la piattaforma, e da cosa è scaturita la decisione di rendere disponibile l’opera anche in formato digitale?

Marco – Una grande idea della Grrrz, la splendente casa editrice che ha pubblicato Anubi!

Simone – È una proposta che ci è arrivata direttamente dalla Grrrz, che ha preso accordi con Verticomics, abbiamo accettato perché ci faceva ridere quel 6,66 € promozionale, personalmente non riesco ancora a leggerlo perché ho un simpaticissimo Windowsphone che non è compatibile con la app.

Avete dovuto riadattare il formato per agevolare la fruizione su tablet e smartphone? Vorreste in futuro portare altri vostri progetti in formato digitale?

Simone – No, hanno fatto tutto i ragazzi di Verticomics. Per gli altri progetti in digitale stiamo valutando.

Marco – Esatto. Il mercato del digitale è un’occasione in più per far conoscere il fumetto in generale alle persone e quindi ben venga!

Quali altri progetti avete per il futuro, sia singolarmente che assieme?

Marco – Come ditta Taddei – Angelini stiamo raccogliendo materiale per la nostra nuova storia che vogliamo sia completamente diversa da Anubi. Per quanto riguarda la ditta Taddei-senza-Angelini posso dirti che quest’anno si stanno sviluppando tante nuove collaborazioni che spero diventino qualcosa di concreto nel minor tempo possibile. Quest’estate inoltre, se tutto va come deve andare, dovrebbe uscire un volume illustrato con testi di mio pugno per una casa editrice italiana di editoria per pargoli, pargoli un po’ matti s’intende.

Simone – Sì, con la nostra Band stiamo sviluppando questa nuovissima storia, siamo nella fase di semina. Nel 2016 ci sarà l’ edizione per il mercato americano di un racconto già pubblicato in Italia. Attualmente tutte le mie energie le sto indirizzando alla promozione di Anubi, i Grrrzetici ne sanno una più del diavolo e son felice di supportarli graficamente in questa avventura, ne vedrete delle belle nei prossimi mesi. Dopo Lucca Comics e il Festival delle Letterature di Pescara, ci imbarcheremo in un tour promozionale che toccherà diverse città d’Italia nei mesi di Novembre e Dicembre.

Da gennaio come cantante solista mi divertirò a sperimentare tenendomi allenato nel Dojo delle Mazzate. L’obiettivo è quello di autoprodurre il secondo volume del Book of Mazzate ed espandere un po’ quell’universo di personaggi e situazioni matte.

E poi ci sono altre cosette in pentola sia come fumettista che come animatore (di cartoni non di villaggi turistici), le sto mantecando con calma, ogni tanto le giro e rigiro per non farle bruciare.

Appena son pronte vi invito tutti a tavola!

 

 

Marco Taddei scrive, legge e sghignazza dal 1979. La sua lista della spesa tipo: carta igienica (la più economica), una o due bottiglie di acqua minerale, Nippon al riso soffiato, aglio per l’aglio-olio-peperoncino, un libro di poesie di Velimir Chlebnikov, il Fornicon di Tomi Ungerer, un Giorgio Manganelli qualsiasi, Fritz The Cat, Tommaso Landolfi, Metal Hurlant, una rivistina di porno italiano, droga, le Smarties della Pimpa, Anorak Magazine, una collezione di vecchi vinili da spaccarsi in testa, una Bibbia con dentro una pistola. Fedina penale: da solo – In Dosi Minime (L’autore 2009) con Simone Angelini – Storie Brevi e Senza Pietà (Bel Ami 2012); Altre Storie brevi e senza Pietà (Bel Ami 2013); Malloy (B-Comics, Ifix 2013) Anubi (Grrrz 2015).

 

Simone Angelini (1980), vive a Pescara, è un fumettista e illustratore autodidatta.
Crea il suo primo libro illustrato sull’educazione civica alle elementari, dovendo fare qualcosa durante l’obiezione dell’ora di religione. Esordisce nel mondo dell’autoproduzione a 10 anni con Daryl, una parodia di Dylan Dog, vendendo decine di copie a parenti e amici e vincendo un premio importantissimo sotto casa. Poi si ferma. Acciuffata una laurea in Architettura torna sul tavolo da disegno ma gli escono solo vignette. Nel 2009 realizza con altri creativi una fanzine autoprodotta “Carta Straccia” dove ha modo di sperimentare con grafica e fumetto. Li per due anni, con cadenza mensile, da vita a piccoli fumetti autoconclusivi tratti dalla surreale quotidianità. Nel 2011 autoproduce “Unknown Species” un ambizioso progetto distopico a fumetti scritto dal suo amico di mille avventure Davide Gentile.
Nello stesso anno inizia la collaborazione con lo scrittore Marco Taddei , conosciuto nella fucina creativa di Carta Straccia, che sfocerà successivamente nei due volumi a fumetti “Storie brevi e senza pietà” (Bel-Ami Edizioni, 2012), “Altre Storie brevi e senza pietà” (Bel-ami edizioni, 2013), tradotto e distribuito nel mercato americano come “Short and merciless stories” (Tinto press, 2014) e “Malloy, il Gabelliere Spaziale” per il primo volume dell’antologia “B-comics – Fucilate a strisce” (Ifix, 2014) curata da Maurizio Ceccato. Dopo esser stato presentato in giro per lo stivale nelle librerie e maggiori fiere di settore, “Altre storie brevi e senza pietà” vincerà anche il Premio Missaglia al Treviso Comic Book Festival come fumetto rivelazione. Simone parallelamente continua a scrivere e disegnare piccole storie a fumetti per fanzine underground, siti web e libri autoprodotti tra Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Alcune sue illustrazioni vengono richieste per esposizioni in Italia, Argentina e Usa. Nel 2013 apre il dojo del ” Canale delle Mazzate” un fight club per fumettisti sulla piattaforma Tumblr (http://mazzatemazzate.tumblr.com), dando vita alle battaglie con il metodo delle Gif animate, scaturite dagli scambi epistolari con i fumettisti sfidati. Da questo progetto nasce un flipbook autoprodotto, il “Book of Mazzate” (2014), contenente il primo anno di sfide contro Dottor Pira, Matteo Farinella, Marco Galli, Pedro Mancini, Spugna, Stonino, Cammello, Salvatore Giommarresi, Enrico Pantani. Sempre nel 2013 crea nella sua città un piccolo ed ambizioso festival di fumetto, il PICS acronimo di “Pescara Intergalactic Comics Show”, coinvolgendo autori come Gipi, Matteo Farinella, Ratigher, Dottor Pira, Maicol&Mirco, Spugna, Cammello, Marco Taddei, Maurizio Ceccato, Simone Tso, Vincenzo Cucca, Cristian Di Clemente e Roberto Battestini. Dal 2013 lavora con Marco Taddei su ANUBI, in uscita nel novembre 2015 per i pirati della Grrrz Comic Art Book.

Il suo quartier generale è http://simoneangelini.blogspot.com