È una sorpresa (ma lo è poi davvero?) il successo di Paper Girls, la serie di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang che partendo dalle vite apparentemente normali di un gruppo di ragazze di Cleveland che consegnano giornali in bicicletta conduce il lettore in un’ipnotica storia che mescola la nostalgia per gli anni 80, il thriller e la fantascienza classica. Vaughan e Chiang hanno costruito un mondo familiare e confortevole, ma anche stranamente inquietante. Dalle pagine di Comic Book Resources, l’autore e il disegnatore hanno commentato l’ottima accoglienza della serie, rivelando qualche retroscena in più sulla sua realizzazione.

 

Paper Girls #3

Vaughan: Seriamente, non avrei mai pensato che un fumetto su quattro dodicenni che consegnano giornali a Cleveland potesse vendere quasi 100.000 copie, e senza nemmeno una singola variant cover. Ma a quanto pare là fuori c’è un pubblico sempre più vasto che è alla ricerca di idee e storie nuove.

Chiang: La reazione dei lettori è stata entusiasmante. Uno dei commenti più ricorrenti che riceviamo è: “Non ho la più pallida idea di quello che stia succedendo, ma lo adoro!” Credo che quello che più conti, nel narrare storie come questa, è creare personaggi interessanti a cui il lettore si affezioni, quindi metto molta enfasi nel linguaggio corporeo e nelle espressioni delle protagoniste. Fortunatamente, i dialoghi di Brian sono talmente vividi che per me è molto facile immaginare come le ragazze debbano esprimersi!

Vaughan: Non è casuale la scelta di fare iniziare la storia il giorno di Halloween. È una festività che in genere adori da bambino, ma che inizi a odiare quando diventi un adulto più cinico, e di cui forse ti innamori di nuovo se sei abbastanza fortunato da diventare un genitore. Questo è un elemento importante della nostra storia: il modo in cui il tempo cambia, distrugge e a volte riporta in vita il nostro passato.

Paper Girls #4

Vaughan: I personaggi non mi sembrano mai abbastanza “reali” finché non li vedo interpretati da un artista, quindi cerco di essere molto generico nelle mie descrizioni, tentando di parlare più della personalità di una ragazza che non del suo aspetto. Cliff le ha indovinate tutte fin dai primi bozzetti, specialmente Erin, che è diventata molto più complessa e interessante nella mia mente quando ho visto in che modo Cliff le aveva dato vita.

Chiang: Mi sono assicurato che ogni ragazza apparisse molto diversa dalle altre, dai colori alle silhouette, e ho cercato anche di dare loro degli abiti che si adattassero alla loro personalità. Si trovano in un’età in cui inizi a definire chi sei in tanti piccoli dettagli.

Vaughan: Anche se le protagoniste sono delle ragazzine, inizio a capire che Paper Girls non è tanto ispirato dalla mia infanzia o dai miei figli, bensì dal fatto che a luglio compirò 40 anni, cosa che trovo irrazionalmente terrificante. Scrivo sempre di ciò che mi fa più paura, e invecchiare improvvisamente mi appare spaventoso per la prima volta in vita mia, quindi ancora una volta uso il fumetto per affrontare i miei timori più reconditi, grazie anche ai miei collaboratori infinitamente più dotati di me!

 

Paper Girls #5

 

 

 

Fonte: CBR