Tra le numerose conferenze di Lucca Comics & Games 2015 una delle più attese dai fan Disney è stata quella dedicata a Il raggio nero, la nuova storia di PK che comincerà su Topolino 3128 in edicola da domani (e disponibile in anteprima in fiera), dopo un breve prologo pubblicato sul numero precedente.
Presenti al tavolo Francesco Artibani, Lorenzo Pastrovicchio, Max Monteduro, Valentina De Poli e Davide Catenacci (alias Bertoni); l’incontro è iniziato con la proiezione di un trailer della storia, realizzato da Monteduro animando diverse vignette del fumetto come in un motion comic, che sarà presto disponibile online. Gli autori hanno poi risposto a una lunga serie di domande:

Tutti voi avete lavorato a lungo a PK, anche da prima che esistesse. Com’è stato riprendere il filo da quando la serie mensile si è interrotta, per realizzare Potere e potenza e le storie successive?

Francesco Artibani – Per quello che mi riguarda è stato abbastanza semplice, perché in tutti questi anni ho continuato a pensarci, come alle Witch: cosa sarebbe successo nella serie nel corso degli anni se fosse andata avanti? Tante cose erano rimaste nel cassetto: idee, suggestioni, trame, cicli di trame… A forza di rompere le scatole in redazione ci siamo convinti che un ritorno era possibile e a quel punto riprendere le fila è stato semplice; cercare di raccontare qualcosa di nuovo per chi non aveva letto PK negli anni ’90, ma non sconvolgere troppo i vecchi Pkers, perché sappiamo di portarci dietro un bacino di lettori affezionatissimi. C’era questo ulteriore stimolo di poter raccontare qualcosa di vecchio e di nuovo contemporaneamente.
Pikappa non è un personaggio degli anni ’90, vive nel presente, è cresciuto come sono cresciuti i suoi lettori.

Lorenzo Pastrovicchio – PK negli anni ’90 per me ha rappresentato un passaggio fondamentale, ci ho lavorato tantissimo e lo sentivo molto mio. Quando ci siamo convinti di riprenderlo in maniera più che degna, in pochi mesi siamo riusciti a fare qualcosa di speciale e la cosa è andata ben oltre; abbiamo riallacciato certe trame nonostante 160 pagine non fossero tante, ma c’era la promessa di andare avanti. Oggi siamo arrivati a Il raggio nero, nella nostra testa il percorso è tracciato ed è ancora in atto; avendo a disposizione anche una redazione che ti segue, a distanza di un anno posso dire che sono molto contento.

Max Monteduro – PK è stato figlio delle copertine fatte per Paperinik, quindi una volta che PK ha chiuso, sono tornato a lavorare per quella testata e in seguito per Paperinik Appgrade. Tornare sulle storie però è stato molto più gratificante e divertente.

Conferenza Il raggio neroRispetto a Potere e potenza, è stato differente questa volta lavorare a un progetto inserito in una nuova serie già avviata?

Artibani – Non essendoci più un mensile da mandare in edicola, l’idea è quella di fare ogni volta una storia che possa essere letta in maniera autoconclusiva, però concepita come tassello di un racconto più ampio. Se qualcuno avrà la pazienza di rileggere tutte le storie che usciranno di PK, il lettore potrà vedere una saga compiuta, che porta Pikappa in posti nuovi, partendo da un mondo conosciuto come Paperopoli e i suoi comprimari, passando attraverso l’universo narrativo di PKNA, per arrivare… chissà!

Il finale de Il raggio nero è aperto, ci sono tre finali, con filoni narrativi e temi che vengono ripresi, eventi che influenzeranno storie a venire. Siamo riusciti a ricreare lo spirito del PK Team dove gli altri autori collaborano, ognuno dice la sua. Non c’è un’altra squadra, ma siamo noi contro il vecchio PK: dobbiamo dimostrare che siamo in grado di fare storie sempre migliori.

Pastrovicchio – Avere un maggior controllo è lo stimolo a tenere alta la qualità, avere più tempo a disposizione permette questo vantaggio per la serie.

Quali differenze comporta concepire una tavola di PK per sceneggiatore, disegnatore e colorista?

Artibani – Prima di Potere e potenza era una bella sfida, lavorare su PK che ha una gabbia diversa da quella di Topolino, a tre strisce. Abbiamo realizzato delle tavole di prova (alcune sono state pubblicate nell’edizione deluxe di Potere e Potenza) e andavano bene. In quel formato non potevamo fare inseguimenti da 6-7 tavole, per Pastrovicchio diventava complesso e per Monteduro con tutti quei colori ed effetti sembrava una carnevalata. Però non è stato difficile: dopo le prime avvisaglie di problemi, non è stato un problema adattarsi.

Pastrovicchio – Per me non è uguale, dal punto di vista della leggibilità della tavola ho voglia di spezzare la gabbia all’americana, in maniera strana, però porto molto rispetto per il formato in cui andiamo a stampare e i lettori con cui ci confrontiamo, quindi la leggibilità non dev’essere compromessa. Per me ogni volta è faticoso da questo punto di vista, devo mantenere un equilibrio precario.

Monteduro – Pastrovicchio ha fatto davvero un grande lavoro sull’ultima storia, si è superato rispetto a Potere e Potenza. Nel quarto episodio ho trovato delle tavole che mi hanno preoccupato, lo vedrete, ci sono moltissimi combattimenti e molta azione, ma nonostante il taglio supereroistico funziona ed è molto equilibrata, la leggibilità non è compromessa.

Valentina De Poli – In redazione ricevevamo le tavole di Pastrovicchio e temevamo che su Topolino non avrebbero mai trovato spazio, che non potevano funzionare, ma la preoccupazione è scomparsa appena ho ricevuto le prime tavole colorate da Max.

Possiamo aspettarci il ritorno di volti conosciuti?

Artibani – Alcuni personaggi li abbiamo rivisti alla fine di Potere e potenza, sappiamo che sono vivi quindi prima o poi li ritroveremo; a me piacerebbe dare alla serie un taglio più cosmico, il nuovo personaggio che compare in questa storia è un passo in questa direzione, senza dimenticare evroniani e razziatori.

L’anno scorso avete lasciato ai lettori la possibilità di scegliere se distruggere o meno la Ducklair Tower; date importanza al parere del pubblico o quando avete un’idea, proseguite convinti delle vostre scelte?

Artibani – La votazione è stato un caso particolare: erano stati creati due finali pronti per andare in stampa, c’era tutto il tempo per sviluppare una nuova storia in funzione di ciò che il pubblico avrebbe scelto. Credo sia un grosso errore ascoltare il feedback del pubblico; chi scrive in rete o manda lettere non è rappresentativo di chi legge Topolino, non sono le 200/1000 persone che scrivono sui forum a dare il polso di tutti i lettori del settimanale. Se si ascoltasse il pubblico troveremmo Gedeone Paperone che lavora a Canale Doppio Zero e Buci la Coccinella Fortunata alleata degli evroniani.

Topolino 3128Visto che spesso discutete del destino del mondo, o se far scomparire o meno una torre di 151 piani, soffrite mai di delirio di onnipotenza?

Artibani – Uno non deve mai farsi prendere dai deliri di onnipotenza, pensare di uccidere un personaggio solo perché può, come fanno gli americani coi supereroi ogni volta che una serie attraversa un periodo di crisi; noi non abbiamo bisogno di questi stratagemmi, ma ogni tanto qualche colpo di scena ce lo concediamo.

Pastrovicchio – Avendo a disposizione tanto tempo ora possiamo pensarci tanto, tornare indietro, sviluppare trame; vedrete personaggi nuovi, versioni rinnovate e anche qualche grande ritorno…

È più forte il Razziatore o Molrock?

Pastrovicchio – Molrock, assolutamente. Serviva un salto in avanti, bisognava creare IL personaggio e non è stato semplice, sia a livello psicologico che grafico ci abbiamo lavorato tanto.

Monteduro – Su questo personaggio che compare per la prima volta ne Il raggio nero si è ricreato lo spirito del PK Team: Francesco e Lorenzo si sono relazionati molto nella sua ideazione, poi il colore ha una valenza molto forte, lo vedrete, quindi il personaggio è un passo in più perché coinvolge tutte le tre sfere della creazione del fumetto.

Alle nuove storie sta lavorando il team di autori che ha lavorato in passato alla serie, o c’è qualche nuovo autore che vi ha contattato? All’epoca PK era una palestra, c’è la possibilità di vedere nuovi disegnatori?

Artibani – Io non ho grandi rapporti… non direi mai a qualcuno “Dai, vieni a scrivere PK!”, se vuoi scrivere PK devi guadagnartelo, e questo lo decide la redazione. Non passare dalla redazione è un limite, passare lì una volta era una consuetudine, ora anche a causa della tecnologia gli autori sono più solitari, conoscersi e farli incontrare è più difficile, una volta gravitavano di più intorno a Milano. Meloni lavora con noi ma sta a Praga, farebbe fatica a frequentare il PK Team come una volta, grazie a Internet ora è possibile lavorare a distanza, ma convocare le persone è più difficile.

Davide Catenacci – Vederci è una delle cose più piacevoli. È interessante perché il confronto porta alla nascita di nuove idee, passare della redazione dove c’è interazione umana è bello.

All’inizio dell’incontro ci avete mostrato un trailer, un video molto evocativo; questo strumento resterà un mezzo di presentazione o potrà essere anche un nuovo formato narrativo?

De Poli – Costa troppo.

Monteduro – No, per me è uno strumento interessante, il primo video che ho fatto l’anno scorso per Gli Argini del Tempo è stato un esperimento. Tutte le cose di cui mi occupo, le copertine, gli effetti, la grafica… io mi annoio e cerco sempre di trovare nuove idee, PK è sempre stata un’ottima palestra, un mezzo per sperimentare nuove forme di comunicazione. La carta stampata arriva molto più difficilmente ai ragazzini di oggi, quando noi invece ci divertivamo andando in edicola… questo può esser un modo per avvicinare due mondi e per farli parlare.

De Poli – La verità: se adesso non ci fosse l’opportunità che ci dà la carta stampata, i video non potremmo proprio farli.