Si è tenuto ieri a Lucca Comics l’incontro con Francesco Artibani e Katja Centomo in occasione del ritorno di Monster Allergy, grazie alla raccolta in volume e all’uscita dell’inedito episodio 30.
Ecco il resoconto della chiacchierata moderata da Dario Moccia:

Dopo tanti anni Monster Allergy è tornato. Come mai?

Katja Centomo: Noi è da un po’ che aspettavamo e speravamo qualcosa di simile. Nel corso di questi anni ogni tanto è stato riproposto qualche episodio, ma eravamo convinti che per un rilancio vero e proprio fosse necessaria una raccolta, Monster Allergy per noi è una saga.
Tunuè ce l’ha proposto e a noi non sembrava vero, anche perché è un impiego di risorse non da poco.

Monster Allergy Deluxe vol. 1

Monster Allergy Deluxe vol. 1

Francesco Artibani: In tutto questo tempo le due stagioni della serie televisiva sono state replicate su un sacco di emittenti, e questo ha tenuto vivo il suo mondo e i personaggi. Era conosciuta dai bambini, ma non aveva un corrispettivo a fumetti presente in edicola o in libreria.
L’idea di Tunuè è stata ottima, soprattutto in un periodo in cui il fumetto in libreria sembra attraversare un buon periodo. Anche vedere allo stand i libri che vengono venduti mi restituisce fiducia nel genere umano.
Da qui all’idea di aggiungere un episodio aggiuntivo…

Centomo: Quello è stato l’elemento decisivo per farci accettare la proposta, perché è un investimento ulteriore.

Leggendo gli ultimi numeri si percepiva l’intenzione di andare verso un finale, che però è arrivato in maniera un po’ troppo brusca. Perché è stato sospeso?

Artibani: La serie era pubblicata dalla Disney e negli ultimi numeri il venduto non era più abbastanza per loro. Una rivincita è il pensiero che la serie abbia chiuso tra le 14.000 e le 18.000 copie, una cifra per cui oggi molti editori venderebbero la madre, ma all’epoca c’erano altre testate come Witch che facevano sfracelli.
C’era fretta di chiudere, i costi erano elevati rispetto ai ricavi, per cui la conclusione è stata affrettata, anche se noi abbiamo cercato di renderla logica.

Centomo: La notizia che la chiusura era imminente è arrivata in modo imprevisto, per cui abbiamo dovuto trovare un modo per non lasciare le cose in sospeso.
Quando si è saputo che la serie terminava, tutti i disegnatori che avevano collaborato alla serie hanno voluto contribuire al numero 29, e ci hanno raccontato che si commuovevano mentre realizzavano le tavole. C’è stata anche una festa con tutti gli autori…

Artibani: Sì, come nei funerali americani: tutti tristi, c’è il morto, ma si mangia.

Centomo: Qualcuno aveva anche montato un video con immagini del fumetto e il brano Life on Mars in sottofondo.

Artibani: Ricordo che io non ero venuto a quella festa perché ero così incarognito con la Disney…

Centomo: Ecco, sì, speravo che non lo dicessi.

Artibani: Però sono felice di non essere andato a quella festa, ma di essere presente a questa.

Monster Allergy Deluxe vol. 2

Monster Allergy Deluxe vol. 2

Se l’Omnibus e il numero 30 andranno bene, ci sarà la possibilità di vedere qualcosa di più? 

Artibani: La speranza e l’idea ci sono. Nell’ultimo numero succedono cose, abbiamo chiuso un ciclo, ma per certi versi si apre qualcosa di interessante, nuovi eventi legati ai protagonisti e al loro percorso nella storia. A differenza di altri fumetti qui il tempo non è relativo, sono passati 10 anni nel nostro mondo come nel loro, e questo per un autore è una fortuna visto che di solito si lavora a un personaggio immobile nel tempo.

Secondo voi è questa vicinanza alla realtà che ha fatto amare i personaggi di Monster Allergy?

Centomo: Sì, questo aspetto della verosimiglianza è fondamentale. Non è stato cercato, ma ci è venuto istintivo; la Disney ci ha consentito di fare un’operazione rara, quella di raccontare una storia più umana, e noi ci abbiamo attinto a piene mani.
Quando abbiamo lavorato al numero 30 è stato facilissimo, come se i personaggi fossero sempre stati lì.

Da cosa derivano i nomi dei mostri?

Centomo: Abbiamo iniziato a inventarli e si è creato una sorta di lessico, con le sue regole. Ad esempio, i Gingi avevano tutti nomi contenenti il termine “Gingi” o il suono “gn”, ma ogni specie ha le sue regole.

Artibani: Poi lei è valdostana, per cui ci sono molti termini di piccoli paesini valdaostani, che vengono usati come nomi per le famiglie di domatori.

Qual è la categoria di mostri a cui siete più affezionati?

Artibani: Bè, sicuramente Bombo. Mi sarebbe piaciuto scrivere ancora il pirata Barbaruffa, era un personaggio semplice, con una sua malinconia, ma purtroppo si è visto poco. Erano i più divertenti da scrivere.

Centomo: Ciò per cui provo nostalgia non è un tipo di mostro in particolare, ma il divertimento nel crearli, mettersi a inventare i nomi, le sottorazze e le sottofamiglie, le divisioni più intelligenti e quelle meno colte, quelli che esplodevano e si disintegravano dopo aver vissuto una vita effimera…