Il volume conclusivo di Alias, Le origini segrete di Jessica Jones, si apre con un flashback che mostra il passato della protagonista, profondamente immerso nell’Universo Marvel.

Jessica Jones frequentava infatti lo stesso liceo di Peter Parker ed è stata segretamente innamorata di lui, ma ha avuto il coraggio di farsi avanti solo il giorno in cui il ragazzo dei suoi sogni è stato punto dal ragno radioattivo, perciò non l’ha trovato nello stato ottimale per stare ad ascoltarla. La futura investigatrice privata ottiene i suoi poteri durante un incidente automobilistico nel quale muoiono i suoi genitori e il suo fratellino; dopo aver trascorso mesi in coma si risveglia, proprio nel bel mezzo della battaglia tra Galactus e Silver Surfer che decide il destino del pianeta Terra.

Jessica si sente responsabile per la morte della sua famiglia e comincia a comportarsi in modo molto più brusco verso il mondo esterno; un giorno però si rende conto di aver ottenuto una forza e delle capacità atletiche sovrumane, che decide di utilizzare per combattere i criminali.

Alias #23La trama torna al presente, quando Carol Danvers suggerisce a un gruppo di persone di rivolgersi a Jessica Jones per la risoluzione di un caso; l’investigatrice va su tutte le furie con l’amica perché l’indagine riguarda Killgrave, il supercattivo conosciuto come l’Uomo Porpora che in passato ha messo in difficoltà Jessica nei panni di Jewel.

Quando vestiva i panni da supereroina infatti Jessica è stata soggiogata dall’uomo in grado di plasmare la volontà delle persone, che l’ha obbligata per otto mesi a fare tutto ciò che lui desiderava, umiliandola e privandola completamente della sua identità. Si tratta di un’efficace metafora della violenza sessuale, con la protagonista ancora in preda allo stress post-traumatico causato da quell’esperienza che ha lasciato un segno profondo dentro di lei.

Killgrave è un individuo spietato, dotato di un potere tale da renderlo uno dei malvagi più pericolosi dell’Universo Marvel, eppure è sempre rimasto un villain di serie B; Brian M. Bendis invece è in grado di utilizzarlo al meglio, definendo la sua perfidia semplicemente descrivendo una manciata di gesti spietati che l’uomo ha compiuto grazie alla sua dote.

In un flashback vediamo il periodo in cui Jewel era obbligata a servire l’Uomo Porpora, arrivando addirittura a scontrarsi con i Vendicatori; è un ritorno alla fase da supereroina di Jessica Jones e per l’occasione i disegni di Michael Gaydos lasciano spazio allo stile più vivace e splendente di Mark Bagley e Rick Mays.

La superiorità di Killgrave dipende inoltre dall’essere consapevole di trovarsi all’interno di un fumetto: infrangendo la quarta parete, dimostra di conoscere più di chiunque altro i meccanismi dell’universo narrativo che lui stesso abita, apparendo per questo quasi onniscente, al punto da dubitare che ci siano limiti alle sue possibilità.

Quando l’Uomo Porpora evade di prigione, la risoluta Jessica Jones si trasforma in un cagnolino impaurito e fa uno strano effetto vedere la protagonista del fumetto in queste condizioni, soprattutto dopo averla conosciuta come una persona estremamente indipendente e sicura di sé.

La risoluzione finale avviene un po’ troppo rapidamente, dopo un’installazione che lasciava immaginare ulteriori sviluppi che sfruttassero il potere di Killgrave; ma Alias non è fatto di scontri e ha una struttura narrativa diversa da quella delle storie di supereroi a cui siamo abituati, quindi anche essere spiazzati da questo punto di vista fa parte del gioco.

L’epilogo è ancor più sorprendente, con la rivelazione che Jessica aspetta un bambino da Luke Cage e che la strana coppia è intenzionata a tenerlo; si chiude quindi con uno spiraglio di tranquillità il ciclo di episodi più angosciante di questa serie, con un occhio rivolto al futuro e gettando le basi per il seguito spirituale The Pulse, che sarà pubblicato qualche mese dopo.

 

 

ALIAS: IL FUMETTO DI JESSICA JONES

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