Con il settimo episodio di Jessica Jones siamo al giro di boa della serie TV targata Marvel/Netflix. Questo capitolo, intitolato Irrecuperabili, è un crocevia importante nel corso narrativo dello show.

Si parte subito con un drammatico evento: Kilgrave si presenta presso l’abitazione della protagonista, approfittando della sua assenza. Malauguratamente, Ruben, un ragazzo che abita nello stesso edificio di Jessica assieme a sua sorella Robyn, si imbatte nel villain nel momento in cui prova a portare un dolce alla ragazza, della quale è chiaramente invaghito. Quando Kilgrave lo interroga, a suo modo, riguardo alle sue intenzioni, il giovane confessa il suo amore nei confronti della Jones (del resto, dati i poteri del criminale, non può fare altrimenti che dire la verità). Queste affermazioni scatenano la folle gelosia di Kilgrave, il quale reagisce di conseguenza.

Mentre Jessica è sconvolta e totalmente allo sbando a causa di ciò che è avvenuto nel precedente episodio, nel quale Luke Cage l’ha ripudiata, notiamo come i suoi istinti autodistruttivi stiano per prendere il sopravvento quando la ragazza medita, anche se solo per un istante, il suicidio sotto un treno della metropolitana di New York. Per la protagonista continuerà a piovere sul bagnato quando farà ritorno a casa e troverà il corpo dissanguato di Ruben nel suo letto: Kilgrave, infatti, gli ha ordinato di tagliarsi la gola di netto.

La spirale di follia e tragedia nella quale Jessica Jones sta sprofondando non accenna a diminuire d’intensità. Disperata, la ragazza decide di farsi arrestare e rinchiudere in un carcere di massima sicurezza: il suo piano è quello di costringere Kilgrave a farle visita, magari con l’intento di liberarla. Se questa ipotesi dovesse divenire realtà, infatti, il villain non potrebbe fare a meno di utilizzare pubblicamente i suoi poteri, e questa potrebbe essere la prova che la ragazza cerca per poterlo finalmente incriminare, e scagionare conseguentemente se stessa e la giovane Hope, ancora in galera con l’accusa dell’omicidio dei suoi genitori.

In questo episodio ci vengono inoltre forniti nuovi tasselli funzionali a cercare di completare quel complesso mosaico che è il passato della protagonista: conosciamo finalmente la madre di Trish Walker, Dorothy, la quale si rivela essere una donna dalla morale piuttosto discutibile. La donna, infatti, ha spremuto sino al midollo la figlia, facendola divenire un simbolo dello showbiz, senza pensare alle conseguenze di un tale peso e stress sulla psiche di una bambina, conseguenze che portarono Trish persino a drogarsi. La stessa Jessica fu suo malgrado parte di questo viscido meccanismo: alla morte dei suoi genitori, infatti, la giovane fu adottata dalla famiglia Walker, in modo tutt’altro che disinteressato. Tale gesto fu un ulteriore operazione di marketing per dare risalto al franchise di Patsy Walker, bambina idolo delle folle che adottava una giovane ragazza rimasta orfana. In qualche modo, fortunatamente, anche grazie all’aiuto di Jessica, Trish è riuscita a prendere le distanze dalla pessima madre.

Il “piano perfetto” di Jessica crolla ben presto: la protagonista si reca alla centrale di polizia, cercando di farsi incriminare per l’omicidio di Ruben, ma Kilgrave in persona si manifesta, in una sequenza ricca di intensità e angoscia. Il villain infatti obbliga tutti gli agenti di polizia a puntarsi la pistola alla testa, o a puntarla in faccia ai colleghi. È in questo momento che le reali (e davvero folli) intenzioni dell’Uomo Porpora ci vengono finalmente rivelate: è infatti innamorato di Jessica, a suo dire. La pazza dichiarazione d’amore di Kilgrave assomiglia più a un delirio. Ammette di volere la protagonista più di qualsiasi altra cosa o persona, perché questa gli ha insegnato cosa sia il desiderio. Del resto, per una persona abituata ad avere qualsiasi cosa desideri senza il minimo sforzo è stato piuttosto insolito perdere la giovane detective, la quale forse è l’unica a essere stata in grado di ribellarsi al crudele aguzzino. Il villain vuole però che Jessica scelga liberamente di amarlo a sua volta, senza alcun condizionamento. Come sempre le intenzioni di questo originale stalker si rivelano essere nient’altro che un ricatto: per salvare la vita di più di una decina di persone innocenti, Jessica sceglie di stare al gioco di Kilgrave, il quale la invita a recarsi presso la dimora che ha scelto, che altro non è che è la casa nella quale la protagonista è cresciuta e ha vissuto forse l’unico periodo felice della sua esistenza. Jessica, dunque, “torna a casa”…

 

 

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