Simone Tempia è nato nel 1983. All’età di 12 anni ha pensato che tutto quello che voleva fare nella vita era scrivere. Da allora ha fatto in modo che la cosa potesse funzionare. Nella sua vita sono successe parecchie cose di cui molte decisamente interessanti. Ha due lunghi baffi scuri.

 

Simone Tempia, foto di Stefano MoscardiniCiao Simone, grazie per essere con noi! Allora, iniziamo con la classica domanda sulla formazione: hai sempre voluto fare lo scrittore, o è una decisione che hai maturato in modo collaterale ad altre attività? 

A 5 anni volevo fare il pugile. A 10 l’astronauta. Dai 12 anni in su lo scrittore. C’è stato anche un momento in cui ho pensato che fosse bello fare il medico. Poi però è arrivato il finale di stagione di E.R. e ho capito che era meglio la scrittura.

In questo, che ruolo ha rivestito il fumetto nella tua crescita personale e creativa?

Fondamentale. Ho imparato a scrivere storie leggendo Daredevil di Miller contenuto negli albi dei Fantastici Quattro, L’Uomo Ragno e Lupo Alberto. Anzi approfitterei per ringraziare due persone senza le quali non avrei fatto ciò che ho fatto: mio cugino Roberto che mi prestava i fumetti e Marco Marcello Lupoi che li realizzava.

Da sempre sei attento all’uso della commistione della narrativa con altri media: penso a Contemporaneo Indispensabile, raccolta di racconti distribuita gratuitamente via email e con le copertine realizzate da illustratori italiani come Ratigher e LRNZ, o con le prefazione scritte di protagonisti del fumetto (Roberto Recchioni, Tito Faraci) e della musica (Max Collini).  Come è nato e si è sviluppato il progetto?

Strip di Jacopo RosatiA caso. Come tutto quello che riguarda normalmente la mia vita. Dopo 14 anni di separazione consensuale dalla narrativa, un giorno ho sentito l’esigenza di tornare a scrivere qualcosa. Ne è nato il racconto Il Supermarket. Visto che, in giovane età, avevo fondato sulle orme di ‘tina di Matteo B. Bianchi una rivista letteraria offline (si intitolava Loopanare), ho pensato che sarebbe stato bello riproporre lo stesso stile analogico di diffusione. Per l’occasione mi sono quindi rivolto a Giovanni Pallotta (spettacolare grafico che mi segue nei miei deliri sin dai tempi di Loopanare appunto) perché si occupasse dell’impaginazione e della copertina. Il resto è venuto da sé.

Parliamo di Vita con Lloyd, progetto di strisce presente sia su Facebook che Tumblr e che vede la partecipazione di diversi fumettisti e illustratori quali Patrizia Comino, Massimo Giacon, Bruno Bozzetto, Jacopo Rosati e molti altri. Come è nata l’idea e quanto ha impiegato a prendere l’attuale forma? 

Vita da Lloyd di diego zucchiNata l’11 novembre 2014. Da subito tutto è stato così come lo vedete ora: dialoghi con il mio maggiordomo immaginario scritti in forma breve. Quello che è venuto dopo, e quello che verrà ancora in futuro, è frutto della fortuna, della voglia di cambiare e del fatto che ho costantemente bisogno di nuove cose per cui esaltarmi come un bambino a Natale.

Uno dei pregi di Lloyd è appunto quello di essere immaginario, e quindi di poter assumere qualsiasi volto gli si voglia conferire. Tu, personalmente, che fattezze gli dai?

Non ne ho la più pallida idea. Per me Lloyd è una voce. So che voce ha. È un po’ il mio papà Gambalunga.

Qual è stata la risposta da parte degli utenti dei social e degli autori? Hai notato delle differenze a seconda della piattaforma utilizzata?

Sono tutti molto contenti. Io sono molto contento. Bravi tutti.

Vita da Lloyd di Patrizia CominoCome nasce un’idea per Vita con Lloyd, dato che devi anche rispettare una certa regolarità? C’è chi dice che la regolarità sia il veleno della creatività, sei d’accordo?

Se fosse un’invenzione “narrativa” ti darei ragione. Ma questa è davvero (come non mi stanco mai di ripetere) la mia vita. E – molto fortunatamente – io vivo tutti i giorni.

Sempre a proposito di Lloyd, la qualità dei commenti resta tendenzialmente molto coerente con i contenuti postati, ampliando ulteriormente gli scambi di battute e le riflessioni. Credi che derivi proprio dal fatto che chiunque può rispecchiarsi in Sir e Lloyd, quindi una reazione spontanea nei confronti del contenuto, o alla gestione che fai tu stesso della pagina?

Credo che sia perché la gente sia davvero stufa di sentire URLARE IN CAPS LOCK (notate quanto è fastidioso?). E che quindi abbia per prima voglia di sedersi tranquillamente a un tavolo e chiacchierare di cose che non portino necessariamente al conflitto.

Vita con Lloyd di Elisabetta MelaranciCosa ne pensi del diffuso pensiero che tende a svalutare il fumetto rispetto alla letteratura, in particolare negli ambiti scolastici che sembrano ancora molto restii a introdurre questo tipo di medium?

Il mondo della narrativa passa il 50% del suo tempo a dire che è in crisi e il rimanente 50% a ribadire una sua presunta superiorità su altre realtà. Siamo ai livelli dei peggiori concorrenti della Corrida di Corrado. Peccato però che il pubblico non abbia i campanacci da suonargli in faccia.

Quali sono le tematiche che preferisci affrontare? C’è qualcosa di particolare con cui vorresti confrontarti in futuro?

Tematiche non ne ho. Affronto ciò che mi capita giorno per giorno. Per quanto riguarda il futuro mi piacerebbe portare Vita con Lloyd nel mondo della graphic novel. Poi magari altre cose. Su altri linguaggi. Con altre piattaforme.

Sogni nel cassetto? Magari qualche collaborazione con Tuono Pettinato?

Tuono Pettinato. E Fausto Paravidino.

Ma prima Tuono Pettinato.

E poi Fausto Paravidino.

Ma anche prima Fausto Paravidino, se capita… Non la prenderei comunque a male.

 

Disegno di Giovanni Pallotta

Disegni di: Diego Zucchi, Patrizia Comino, Elisabetta Melaranci, Mattia Surroz, Jacopo Rosati, Giovanni Pallotta

Foto di: Stefano Moscardini