A Rapalloonia 2015, lo scorso fine settimana, abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Emiliano Pagani e Daniele Caluri, in arte i Paguri. La carne al fuoco era già tanta dopo il nostro ultimo incontro, ma le novità non sono mancate; come la nuova edizione del Don Zauker Talk Show, attualmente in tour per l’Italia e con una tappa obbligatoria tra pochi giorni a Lucca Comics & Games. I due autori livornesi stanno poi preparando un numero considerevole di sorprese per cui… non c’è niente da ridere! O meglio, non ci sarà solo da ridere. Godetevi la schiettezza impagabile dei Paguri nell’intervista che segue mentre scoprite qualcosa di più sui loro futuri progetti.

 

Bentornati ragazzi e grazie per la vostra immancabile disponibilità. Partiamo dal Don Zauker Talk Show: quali sono le novità della nuova edizione?

Don Zauker Talk Show 2015Caluri – È ch’è cambiato papa. Già questa è un’ottima novità. Poi universalmente e trasversalmente l’opinione è una: questo papa è buono. Da qui è nata la sfida: “Era facile fare satira su Ratzinger che era già una macchietta di suo, adesso come la mettiamo? Siete in difficoltà eh?” No. Per nulla, anzi peggio. Noi preferivamo un papa come Ratzinger, che non aveva maschere, era trasparente. Con questo abbiamo dovuto riscrivere lo spettacolo, aggiornarlo. Ma devo dire che a nostro parere è venuto meglio. Con gli anni abbiamo limato gli errori e abbiamo trovato un equilibrio, rendendolo più fluido, scorrevole, oserei dire scoppiettante.

Pagani – Tutto ciò che sta dietro a questo spettacolo così come al precedente, e un po’ a tutto quello che abbiamo fatto finora, è che noi in realtà non abbiamo di mira il papa, Ratzinger o Bergoglio che sia. Ciò che ci interessa è tutto quel che vi ruota attorno, come il consenso unilaterale che c’è ora, ma che c’era anche prima. Ora dicono “questo è buono”, ma allora quello di prima? Perché il consenso era identico! Ciò che ci preoccupa e spaventa è il conformismo totale di giornali, TV e opinione pubblica. Ho visto uno striscione in piazza San Pietro, durante l’ultima elezione pontificia, con scritto sopra “Viva il Papa!” prima ancora di sapere chi fosse, a prescindere dal valore e dalle qualità della persona eletta. Ci sconvolge l’assoluta mancanza di senso critico, come se bastasse essere papa per essere migliore… e gli esempi che abbiamo avuto in passato… va beh…

Caluri – Ovviamente prendiamo di mira Bergoglio, ma solo per irridere la celebrazione supina da parte della generalità dei media. Trovo grottesco che qualunque cosa dica, e intendiamoci, dice molte cose assolutamente condivisibili, ma qualunque cosa dica, viene riportato con solennità da destra e sinistra, dall’alto e dal basso, esaltandone l’umiltà, il coraggio e la straordinarietà dei suoi discorsi. Ma in concreto? Se separiamo le parole dai fatti, qualcuno ci spiega cosa è cambiato nella Chiesa di Bergoglio? A nostro parere: nulla.

Lo spettacolo è già in giro per l’Italia da un po’ di mesi. Quando siete partiti?

Caluri – Tra marzo e aprile. Siamo partiti ovviamente dalla nostra città, Livorno, poi Pisa, Arezzo, Sarzana, Cagliari. In genere veniamo contattati tramite il nostro sito, o il profilo Facebook. Non abbiamo un agente o un’organizzazione, facciamo tutto da soli come per i fumetti.

Pagani – E si vede! [Ride]

Caluri – E si vede! [Ridono]. Comunque saremo ancora a Pisa al Teatro Rossi il 7 novembre, a Firenze al Circolo UAAR il 20 novembre e a La Spezia il 19 dicembre.

Lucca Comics & Games parte tra pochi giorni, avrete sicuramente qualcosa in serbo, giusto?

Ovviamente si. Venerdì 30 ottobre, la sera, vi aspettiamo al Teatro del Giglio per le 22:00. Durante lo spettacolo, nell’intervallo, ci sarà l’intermezzo musicale curato da Luca “Laca” Montagliani e il suo gruppo.

Torniamo a parlare di fumetti con Don Zauker: avete progetti in cantiere?

Don Zauker - Il VerboI nostri fumetti, come anche lo spettacolo, nascono dalla voglia di fare ciò che ci piacerebbe leggere, vedere, dalle nostre frustrazioni insomma. [Ridono]. Don Zauker è nato in un clima di saturazione da parte nostra, dal dover accettare continuamente ingerenze della cultura clericale e della morale cattolica nella vita quotidiana. Quindi in teoria si potrebbe andare avanti all’infinito.

Noi non crediamo però nelle serie infinite, la maggior parte prima o poi vengono a noia a noi e/o ai lettori: si consumano dall’interno. Don Zauker prima o poi avrà una fine, se sarà tra due o otto albi non lo sappiamo. Ma ci salva il fatto che questo fumetto non ha una periodicità con le doverose scadenze che comporta, come Nirvana per la Panini. Per cui quando avremo qualcosa da dire, con calma, senza inflazionare il personaggio, state sicuri che il nostro pretaccio tornerà in azione.

Pagani – Ora siamo tornati in possesso dei diritti di tutto quanto è stato pubblicato in passato e per Lucca insieme ai tre graphic novel che abbiamo ristampato l’anno scorso, portiamo un mega-volume che raccoglie ogni striscia del Vernacoliere, con l’aggiunta di due strip inedite. Si intitolerà Don Zauker: Il Verbo. È in pratica la versione 2.0 de Le Operette Morali. Abbiamo avuto molte richieste e Le Operette erano andate esaurite. Grazie alla visibilità che ci ha dato Nirvana e al profilo Facebook, abbiamo allargato la cerchia di lettori che ancora non ci conoscevano.

Caluri – Abbiamo atteso anni prima di affacciarci su Facebook. Rifiutavamo l’idea che se non sei su Facebook non esisti.

Pagani – Vedevamo solo il lato oscuro, quello demenziale, idiota: i gattini, le foto ai piatti di cibo o i piedi con il mare come sfondo. Invece se usato con buon senso è utile e divertente. E poi ognuno ha gli amici e i lettori che si merita. Pensavamo di finire quindi circondati da cretini. [Ridono]. Invece abbiamo conosciuto un sacco di gente ganza e anche migliore di noi.

Avete pensato anche al colore visto il successo che stanno avendo le ristampe in policromia di varie serie originali in bianco e nero?

Caluri – Si. Ci abbiamo pensato. Il processo sarebbe stato anche piuttosto semplice. Gipi per esempio lo ha fatto con Bruti. Sul disegno si dà una velatura di grigi per i chiari e gli scuri, come se fosse un definitivo; Don Zauker è già così. Poi sovrapponendo vari toni di colore si creano le cromie che assumono subito un certo realismo. Sarebbe stato anche veloce nel nostro caso. Abbiamo desistito non per pigrizia dunque, ma per rispetto del nostro soggetto. È nato con quell’identità e ci sembrava di snaturarlo, quasi un tradimento grafico, colorandolo.

Pagani – Deve rimanere in bianco e nero, o meglio in grigio…. Cinquanta sfumature di grigio. [Ridiamo].

Passiamo al lavoro più importante dopo Don Zauker, al quale state lavorando attualmente: un albo della serie regolare di Dylan Dog: a che punto siamo? Cosa potete svelarci?

Don ZaukerCaluri – Siamo a metà. Uscirà probabilmente in edicola nei primi mesi del 2016. È un albo che probabilmente farà storcere il naso a qualcuno per i contenuti perché è una storia che, come piace a noi, solleva delle domande più che dare delle risposte. Non accontenterà tutti, ma succede alla maggior parte degli autori, anche i più bravi che si affacciano sulla creatura di Tiziano Sclavi. È una storia un po’ controversa ma abbiamo rispettato tutti i canoni stilistici e grafici della serie e del personaggio. Presenta tuttavia il nostro punto di vista sulle cose, quello dei Paguri.

Pagani – Siamo convinti che gli autori che vengono chiamati a realizzare una storia della testata regolare debbano far emergere la loro impronta, far vedere uno stacco. E lo stacco si vedrà [Ride]. Ci è sempre piaciuto spiazzare, mettersi in gioco e rischiare… anche fare figure di merda.

Avete avuto carta bianca da Roberto Recchioni?

Pagani – Si. Roberto si fida molto perché ci conosce bene. In realtà lui aveva in mente una cosa e noi un’altra ma abbiamo trovato presto un accordo. Ci ha dato preziosi suggerimenti sulla lunghezza e sul fatto di snellire un po’ il soggetto. In effetti aveva ragione perché lo abbiamo seguito e il risultato è migliorato tantissimo. Per il resto è tutta farina del nostro sacco e ci siamo trovati bene, a nostro agio.

Vedremo all’opera anche i comprimari del nuovo corso di Dylan Dog?

Pagani – Si, certo. Ci sarà l’ispettore Carpenter, ma non Rania, perché quando ho scritto la storia non c’era ancora. Quindi Rania non ce l’ho messa. [Ride]. A Groucho, so che volete saperlo, abbiamo riservato solo due o tre battute e apparirà in poche pagine. Non è un personaggio semplice da affrontare e la sua comicità è lontana dalla nostra. Anzi la detestiamo [Ridono].

Caluri – Meglio, lo amiamo: è una figura straordinaria, ma il suo spirito è volutamente deprimente, teso spesso a esaltare l’orrore. Per cui non è per nulla semplice. Va maneggiato con cura. Non ci vedrete mai su un Groucho Color Fest, credo. [Ridono].

Perché proprio Dylan Dog per la svolta più importante della vostra carriera?

Be’, è un fumetto straordinario, che adoriamo e con cui siamo cresciuti fin da ragazzini. Di tutta la scuderia Bonelli è quello che sentiamo più vicino e che si presta meglio al nostro modo di raccontare. Non è un eroe tutto d’un pezzo, è pieno di dubbi, è fragile e con un’infinità di sfumature. Inoltre conosciamo bene Roberto, lo apprezziamo da anni e la cosa è reciproca.

C’è un’altra grande icona del nostro fumetto con cui vi piacerebbe cimentarvi?

Le prove per il tour

Le prove per il tour

Diabolik. È un idea a cui pensiamo da tempo e che ci venne mentre stavamo andando a Bologna, proprio per un Don Zauker Talk Show. Discutendo tra noi emerse la voglia di riscrivere personaggi canonici del fumetto italiano in versione estrema, scioccante, per un pubblico maturo. Diabolik è perfetto. È un ladro, un assassino, un’anima nera. È l’ideale per indagare il lato più oscuro, agghiacciante della psiche umana. Con lui ci piacerebbe fare quello che Garth Ennis ha fatto con The Punisher. In parte Astorina l’ha fatto con DK, ma secondo noi si poteva osare di più. Ne abbiamo parlato con Mario Gomboli ma poi non si è concretizzato nulla.

Caluri – C’è stato un enorme passo avanti nelle serie TV che ci propone soprattutto l’estero, USA, Gran Bretagna ma anche Europa. Penso alla co-produzione danese-svedese Bron. Il pubblico italiano ha voglia ed è pronto per fumetti crudi, tosti e disturbanti.

Pagani – Conta la profondità non tanto la violenza. La carta vincente di serie come The Walking Dead o, per andare più indietro, gli zombie di Romero, è il fatto di scavare nei personaggi, nelle situazioni, andare in profondità nell’animo umano e nella società in cui viviamo. Diabolik è perfetto, ripeto. Non abbiamo ancora accantonato l’idea. Un giorno andremo sù da Gomboli e ci riproveremo.

Avete vostri soggetti o creature che vi piacerebbe sviluppare e proporre al pubblico italiano?

Si. Tanti. Lavori a una cosa e magari hai già la mente su altro. Il lavoro del fumettista è un mestiere che richiede tempo, è lento. Non si riesce a dare corpo e sostanza nell’immediato a tutto quello che ti frulla in testa. Vorresti sempre fare di più. Ci piacerebbe, e ce lo auguriamo, di poter fare ancora altri Dylan Dog, ma abbiamo ovviamente anche roba nostra.

Caluri – Ripeto. Vogliamo provare altre strade, per non cucirci addosso un’etichetta, quella dei giullari. Anche se la rivendichiamo con orgoglio. A me piacerebbe sperimentare, lavorare non solo sul fumetto mainstream ma anche sul cosiddetto fumetto d’autore, dove hai ampia libertà di dar sfogo al tuo stile personale, crescendo da parte mia sul colore. Il colore mi manca, a parte le copertine di Don Zauker e Nirvana, mi ci vorrei cimentare, anche se non è detto che lo sappia fare. Abbiamo nel cassetto un progetto tutto nostro a colori e una storia per la collana delle miniserie Bonelli, ma parliamo di tempi lunghi in entrambi i casi.

Pagani – Per me, a differenza di Daniele che ha già lavorato in Bonelli su Martin Mystère e Dylan Dog, è stata la prima volta su una sceneggiatura non umoristica, con l’Indagatore dell’Incubo. Mi son trovato molto bene e mi sto divertendo tanto a sperimentare su altri generi. Per esempio a partire dal design dei personaggi: con Bruno Cannucciari alle matite, che è bravissimo ed è un amico, ho dato vita a qualcosa di diverso dall’umoristico, dall’azione e dall’horror. Posso dire che si tratta di una favola cupa, nera. Non abbiamo ancora una casa editrice ma per correttezza visto che Bruno ha collaborato con noi su Nirvana, la proporremo per primi a Panini Comics.

Veniamo all’ultima domanda. Grandi attori e scrittori hanno sostenuto e sostengono che sia molto più difficile riuscire nel genere comico che in quello serio o impegnato. Voi, veterani dell’umorismo, avete fatto il percorso inverso, vi piace vincere facile, è così?

Don Zauker stripCaluri – No. Non sono d’accodo. In generale è vero, trovare i meccanismi giusti per una battuta, per far ridere, non è facile. Ma quando vieni come me da vent’anni di fumetto umoristico, ti senti imbrigliato in certi schemi che non è semplice superare. La prima volta che ho disegnato Martin Mystère ho fatto una fatica bestiale, perché ero abituato a enfatizzare espressioni, gesti, ero incline alla caricatura, al grottesco. Ho dovuto fare un lavoro di sottrazione e contenimento, lo faccio tutt’ora. Però mi è servito e tanto. Ho fatto tesoro di entrambe le esperienze, quella satirica e quella seria e fondendole assieme penso di essere cresciuto sia come fumettista umoristico che non.

Pagani – Per Daniele è stato più difficile. Nel tratto è più difficile, ha dovuto mettersi la manetta al polso. Per me è un po’ più facile coi testi. Oddio, a volte mi prende il momento in cui nel bel mezzo di una situazione drammatica mi viene la tentazione di scivolare nel comico e mandare tutto a puttane. Ma è più facile, respiro, un po’ di autocontrollo all’orientale e ritorno serio. La regola è sempre quella che dicevo prima: creo innanzitutto una storia che funzioni, poi a seconda delle occasioni esalto gli elementi umoristici o noir o altro.

Vogliamo chiudere con un saluto ai lettori di BadComics.it?

Certamente: un saluto dai Paguri. Vi aspettiamo tra qualche giorno a Lucca Comics & Games, allo stand Don Zauker, E157, in Piazza Napoleone e venerdì 30 sempre a Lucca, al Teatro del Giglio, non prima delle 22:00. Lo spettacolo è gratis! Ciao a tutti.