Gennaio 2016 è la data che segna il ritorno in quella galassia lontana lontana per due artisti che in realtà… non l’hanno mai lasciata! Star Wars: Obi-Wan and Anakin, la nuova serie Marvel in partenza all’inizio del nuovo anno, è infatti realizzata dal team creativo di Charles Soule (di cui si è appena conclusa l’ottima miniserie dedicata a Lando) e Marco Checchetto (reduce dalle ispiratissime tavole di Shattered Empire). Ma la serie segna anche una “prima volta” dal punto di vista narrativo: sarà il primo prodotto Marvel del nuovo canone starwarsiano voluto da Disney e Lucasfilm a staccarsi dal “territorio sicuro” della trilogia classica per esplorare il periodo dei prequel. In un’intervista a Comic Book Resources, Soule ci offre qualche intrigante anteprima sulla serie in questione:

 

Obi-Wan & Anakin #1

Obi-Wan & Anakin #1

Ho sempre adorato Obi-Wan Kenobi, è uno dei miei personaggi preferiti in tutta la saga di Star Wars… e anche Anakin. Facendo un passo indietro ed esaminando la sua vita, vedi un grandissimo potenziale per il bene corrotto in qualcosa di mostruoso da qualcuno che capisce che il desiderio di Anakin per l’ordine e la giustizia può essere la sua più grande debolezza. È una storia straordinaria e ci sono ancora molti angoli inesplorati su cui fare luce.

Poi abbiamo Obi-Wan, un uomo abile e diligente che ha promesso al suo maestro in punto di morte di addestrare questo bambino straordinariamente potente… non penso che in quel momento si rendesse veramente conto di ciò di cui si stava facendo carico. Credo che tutta la dinamica tra maestro e discepolo sia affascinante e non abbiamo visto molto al riguardo. Quando L’Attacco dei Cloni ha inizio, Anakin è già a buon punto del suo addestramento.

La nostra storia è ambientata tre anni dopo Episodio I. Anakin ha dodici-tredici anni ed è già un formidabile proto-Jedi… nessuno dubita della sua capacità di usare la Forza. Quindi non si parla di Guerre dei Cloni. Non c’è nessuna avvisaglia di ciò che succederà in futuro. I Jedi fungono ancora da poliziotti-guerrieri-diplomatici-machi spaziali, ed è in questo contesto che ritroviamo Obi-Wan e Anakin.

La mia visione principale per il tono della storia è un film di samurai mescolato a un’indagine poliziesca, il tutto filtrato attraverso la lente di Star Wars. Obi-Wan e Anakin non sono ancora due “colleghi”, come li vediamo in Episodio II; il loro è in tutto e per tutto un rapporto tra maestro e discepolo. Anakin ha un’ammirazione smisurata per il suo maestro, ma non si fa remore a porre domande sull’Ordine Jedi e sul perché funziona in quel modo, come farebbe qualsiasi adolescente. Obi-Wan prova sicuramente affetto per Anakin, ma è anche consapevole dell’enorme responsabilità che si è assunto. Nella storia, il loro rapporto giunge a un punto critico che lascerò scoprire in dettaglio nel corso della serie, e nel bel mezzo di questa crisi, durante un viaggio, ricevono una chiamata di soccorso da un pianeta che dovrebbe essere morto e scomparso da tempo. Si recano sul posto per indagare… e succedono molte cose!

La storia è strutturata alternando le avventure sul pianeta abbandonato (che ha un’estetica a metà tra lo steampunk e il post-apocalittico) a dei flashback che ci mostreranno i primi anni di Anakin nel Tempio Jedi. Queste ultime scene mi consentiranno di includere alcune apparizioni speciali, tra cui alcune che i lettori probabilmente non si aspettano. L’universo di Star Wars è sconfinato e se si usano troppi volti familiari rischia di sembrare molto piccolo. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra personaggi vecchi e nuovi.

Adoro le tavole di Marco Checchetto; mi ricordano molto le opere di un grande illustratore tolkieniano, Alan Lee. Dal momento che Star Wars è sotto molti aspetti un universo fantasy dal look fantascientifico, credo che lui sia la scelta perfetta. Jordan D. White, l’editor dei fumetti di Star Wars, mi ha informato in anticipo che Marco avrebbe disegnato la serie, e questo è stato un fattore determinante per me al momento di concepire il pianeta che fa da scenario della storia. Come dicevo inizialmente, puntiamo a ricreare le atmosfere di un film di samurai, e Marco ha centrato in pieno il bersaglio.

 

 

Fonte: CBR