Si torna a parlare della principale sorpresa scaturita dagli annunci di settembre provenienti da oltreoceano: le sceneggiature di Black Panther affidate allo scrittore, giornalista e saggista Ta-Nehisi Coates, voce della coscienza nera americana. Newsarama ha intervistato il suo collega ed esperto disegnatore Brian Stelfreeze, che ha parlato del progetto più interessante e coraggioso dell’attuale proposta Marvel per il 2016.

 

Black Panther #1Era da parecchio che non lavoravo con la Marvel, ma ho risposto subito di sì all’offerta di disegnare questa serie. Un po’ perché l’editor sarà Wil Moss, con cui ho già collaborato ai tempi di Jonah Hex, ed è sempre un piacere avere a che fare con lui; un po’ perché quando mi ha detto che il titolo sarebbe stato Black Panther, non ho potuto resistere.

Era dagli annni Novanta che non capitava che un team creativo di un personaggio in vista dei comics fosse formato da due artisti di colore. Aspetto interessante, data la portata del progetto.

Da un lato, questa cosa ha un’importanza notevole, dall’altro non ne ha nessunissima. Onestamente, non so decidere quale delle due opinioni preferisco. La cosa bella è che la mia identità personale e il modo in cui sono cresciuto mi daranno, credo, la possibilità di comprendere il personaggio a un livello abbastanza profondo. Allo stesso tempo, da artista e creativo, cercherò di essere invisibile, di lasciar parlare la storia.

Stelfreeze ha parlato delle tre proposte di copertina che ha realizzato per il primo numero della serie: una in cui T’Challa appariva molto aggressivo, una in cui il focus dell’illustrazione era il popolo di Wakanda e la terza, che è stata scelta, in cui Pantera Nera appare come il protettore segreto della propria terra. Una decisione saggia degli editor, secondo il disegnatore.

La mia visione del Wakanda non sarà quella di una sorta di città del futuro e avrò un occhio diverso rispetto al passato per quanto riguarda la sua tecnologia. Non voglio che il Wakanda diventi la Silicon Valley o il Dubai. Voglio invece che la sua tecnologia sia vissuta dal suo popolo in maniera del tutto diversa dal resto del mondo.

Dopo aver definito Ta-Nehisi Coates una persona fenomenale, Stelfreeze, senza rivelare troppo della trama, ha commentato rapidamente il soggetto di Black Panther.

La cosa che mi ha catturato quando ho letto le sceneggiature è che non erano storie di supereroi. Non c’è Pantera Nera che sventa una rapina in banca, ed è un bene. Ogni supereroe merita di avere una sua voce personale e, nel caso di Pantera, sono convinto che non sia mai realmente stata messa in mostra la sua identità specifica, non abbiamo mai davvero raccontato chi sia. Ta-Nehisi è su quella strada e ci spiega anche come sarebbe il Wakanda se fosse nel mondo reale.

Lui ed io stiamo affrontando questo lavoro con grande rispetto. Vogliamo che sia molto credibile e che possa piacere a un sacco di persone che non hanno mai letto nulla di Pantera Nera. Allo stesso tempo siamo entrambi fan, quindi aspettatevi qualche strizzata d’occhio. Personalmente, ripeto, credo che T’Challa sia un personaggio pesantemente sottoutilizzato e ancora tutto da sviluppare. Ringrazio la Marvel per l’occasione di rettificare questo stato delle cose.

 

 

Fonte: Newsarama