Una riunione di famiglia vera e propria ci aspetta nello special Fury: S.H.I.E.L.D. 50th Anniversary, Il vecchio Nick, che i lettori americani hanno visto l’ultima volta intrappolato sulla Luna come rimpiazzo per l’Osservatore, torna sulla terra e fa visita a suo figlio, che in sua assenza è sostanzialmente divenuto la nuova spia principale del Marvel Universe.

Cos’altro ci proporrà questa storia decisamente speciale e fortemente celebrativa scritta da David Walker, quasi un esordiente alla Casa delle Idee, e disegnata da Lee Ferguson? Iniziamo a capirlo da un’intervista rilasciata dai due a Newsarama.

 

Fury Shield 5oth Anniversary,copertina di Lee FergusonVedremo Nick Fury Sr. e Nick Fury Jr. lavorare assieme per questa missione. Senza dirvi troppo, sappiate che ci sono ottime possibilità che l’attuale condizione lunare del vecchio Fury entri in gioco nella storia. L’intento è definire in modo preciso chi fosse Nick un tempo e chi sia oggi, mettendo in luce il contrasto tra padre e figlio. Si tratta di una vicenda complessa, che merita di essere chiarita.

Non vi dirò quale sia la minaccia dal passato che devono affrontare, ma si tratta di un nemico che, in varie incarnazioni, abbiamo visto per anni. Ma, nella storia, è poco più che una scusa per portare questi due uomini fianco a fianco, vedere come collaborano. Nella narrazione si cerca di trovare un collegamento che metta in comunicazione le due ere dei due Fury, un ponte tra il 1965 e il 2015. Due epoche diverse, ma con problemi simili.

La Marvel ha lavorato sodo per portare nell’Universo 616 una figura di Nick Fury simile a quella che abbiamo conosciuto nella versione Ultimate e che Samuel L. Jackson ha reso popolare a livello globale sul grande schermo. La miniserie Battle Scars di qualche anno fa ha introdotto molto bene Fury Jr. e il personaggio ha avuto un ruolo importante in storie come Secret Avengers.

Quel che trovo interessante di lui è la sua condizione in fase di sviluppo, il fatto che non si senta particolarmente appesantito dal passato, cosa che invece grava terribilmente su suo padre.

Un punto che trovo interessante, in questo processo di stabilizzazione, è il fatto che non ci troviamo di fronte ad un personaggio di colore come tanti altri. Certo, la questione razziale è importante nella sua caratterizzazione, ma non diventa mai tanto centrale da renderlo il “Fury nero”. Non penso nemmeno che ci sia qualcuno che lo chiama così tra i lettori, anche se devo ammettere che si tratta di un soprannome con le palle.

Sta crescendo e deve crescere come una personalità indipendente, sulle proprie gambe. Certo è nero, così come è un ex militare e come è cresciuto senza una figura paterna. Io stesso sono cresciuto in una famiglia interrazziale, identificato come “di colore”, perché le cose andavano così ai tempi. E sono anche io cresciuto senza padre. Cosa che ha contribuito a definirmi tanto quanto il fatto di essere nero.

Del resto, qualcuno dubita del fatto che la morte di Zio Ben sia più importante, per Peter Parker, rispetto al fatto di essere bianco? Quando il colore della pelle è l’elemento primario della caratterizzazione di un personaggio, allora esso è di poco valore.

Walker non ha potuto schivare una domanda sulla curiosa condizione di essere al lavoro sia per la Marvel che per la Distinta Concorrenza, in quanto sceneggiatore della serie Cyborg.

Sono uno scrittore molto fortunato che deve organizzare il proprio tempo alla perfezione. Osservo gente come Cullen Bunn, che lavora contemporaneamente per tre diversi editori e pubblica qualcosa come cinquanta fumetti al mese e mi chiedo come diavolo faccia. Sospetto che Cullen abbia un clone in cantina.

Comunque è un grande onore, per me. Tutti noi facciamo la gavetta nella speranza di poter lavorare un giorno per una delle due grandi del settore. E a me è capitato il privilegio di farlo per entrambe allo stesso tempo.

 

 

Fonte: Newsarama