Non ha che pochi giorni l’annuncio che il primo titolo targato AfterShock di Garth Ennis: si chiamerà Dreaming Eagles, uscirà negli Stati Uniti il prossimo dicembre ed ecco giungere, a colmare la nostra smania di notizie, un’intervista di Comic Book Resources all’amatissimo autore britannico sull’argomento. Bando alle ciance: siamo certi che siete curiosi quanto noi.

Il fumetto si ispira ad eventi storici effettivamente accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale e avrà per protagonista il veterano Reggie Atkinson, che racconterà la sua esperienza del conflitto al figlio Lee. Padre e figlio sono di colore, il secondo è un attivista per i diritti civili (siamo negli anni Sessanta) e la storia che Reggie rievoca riguarda la sua personalissima guerra di pilota che, assieme agli altri soldati della propria squadriglia interamente composta da uomini di colore, combatteva il Terzo Reich e la sua ideologia razzista.

Un tema complesso, soprattutto dopo che autori quotati come Mark Waid e J.G. Jones sono stati recentemente molto criticati perché, da autori bianchi, si sono permessi di entrare nel dibattito razziale con un fumetto ambientato nell’America del sud degli anni Venti: Strange Fruit.

 

Dreaming Eagles #1, copertina di Francesco FrancavillaOnestamente, sarà quel che sarà, ecco come la vedo. Per quanto mi riguarda, non ho motivo di preoccuparmi. Scriverò, come sempre, la storia più onesta e migliore che posso, con il massimo della precisione nei dettagli storici. Se pensate che non abbia diritto di raccontarla perché sono un bianco, allora non leggetela. In caso contrario, datele un’occasione.

Conosco la vicenda dei Tuskegee Airmen da venticinque anni, forse di più. Circa quindici anni fa mi sono trovato in un bar nell’upper east side di Manhattan in cui c’erano un sacco di foto di piloti della Guerra Mondiale. Il locale è di un certo Lee Archer, ex aviatore della trecentotrentaduesima, il migliore tra loro. In quel momento, ho iniziato a pensare seriamente di dover raccontarne la storia in un fumetto.

Volevo che avesse uno spazio e una sede indipendenti, non che fosse parte di una narrazione più ampia. In fondo, le politiche di segregazione praticate dall’esercito a quei tempi fecero in modo che anche la storia dei Tuskegee fosse separata da ogni altra. Questa gente ha avuto ben poche occasioni di socializzare coi commilitoni, quindi farla apparire nella storia di qualcun altro sarebbe stato sbagliato.

Il fumetto navigherà a metà tra azione e dramma. Le politiche razziali non possono essere evitate, come argomento, ma non dimentichiamo che il principale scopo di questi uomini era combattere il nemico in quanto aviatori da combattimento. Inoltre, voglio sfatare dei miti. Sugli Airmen, sono state scritte un sacco di inesattezze, negli anni. Inutile renderli dei supereroi: quel che hanno fatto come uomini normali è più che abbastanza.

Dreaming Eagles metterà in scena il rapporto complicato tra Reggie e Lee Atkinson. Tra padre e figlio pare essersi scavato un profondo solco, che l’ex-pilota cerca di colmare, almeno in parte, raccontando la propria vicenda su suggerimento della moglie. A questi personaggi di fantasia, se ne affiancheranno altri effettivamente tratti dalla verità storia.

Di solito, quando narro storie di guerra, preferisco non tirare in ballo personaggi storici. Non mi fido del mio giudizio. Potrei mettere loro in bocca frasi che non avrebbero mai detto, idee in testa che non hanno mai avuto. Non voglio mancare di rispetto a nessuno. Ma era impossibile raccontare la storia dei Tuskegee Airmen senza la presenza di Benjamin O. Davis.

Parimenti, non ho avuto problemi a usare il nome e la figura di un certo colonnello dell’USAAF che scrisse un rapporto falso che mise in cattiva luce lo squadrone della Novantanovesima, a cui Davis dovette rispondere di fronte al Congresso.

Dopo aver ribadito il suo amore di vecchia data per le storie di guerra e aver sganciato un pronostico secondo cui avrà sempre nuove proposte su questo tema da trasformare in fumetti, Ennis ha risposto a una domanda su AfterShock, la nuova casa editrice che pubblicherà Dreaming Eagles e si sta imponendo sulla scena americana come potenziale novità dell’anno:

Che posso dirvi? Dipende tutto dalle persone. Marie Javins alla DC, Nick Lowe e Axel Alonso alla Marvel. In questo caso, mi sono fidato di Joe Pruett, un vecchio amico, almeno a sufficienza da dare un’occhiata a quel che AfterShock aveva da offrire. Per ora pare che io abbia ottenuto quel che volevo.

Un accordo ottimo, le migliori condizioni di lavoro possibili, l’opportunità di creare la mia storia a modo mio, senza interferenze. E, cosa che molti sottovalutano, gente che sia semplicemente brava nel guidare la tua storia attraverso il processo di produzione. Se sei competente, con me andrai sempre d’accordo.

 

 

Fonte: Comic Book Resources