Nel corso della scorsa edizione del San Diego Comic-Con si è svolto un particolare panel durante il quale sono intervenuti dei veri e propri veterani del mondo del fumetto, quali Mark Waid (in questa occasione, come presentatore della conferenza), Todd McFarlane, Denis Kitchen, Chip Kidd ed Eric Stephenson.

Il tema preponderante dell’evento è stato quello di cosa significa avere talento nel mondo dei comics, e quali sono state le esperienze dei suddetti artisti, specie agli esordi. Kitchen ha preso per primo la parola, discutendo dei suoi primi giorni alla Kitchen Sink Press, casa editrice che ha diretto per circa 30 anni:

SDCC 01Ho avuto il vantaggio e lo svantaggio di iniziare un’attività diretta da un uomo solo. La buona notizia era che avevo la possibilità di valutare personalmente tutto il materiale che veniva proposto. Il 90% di questo era inutilizzabile. Per esempio, non ho mai realizzato fumetti di supereroi, ma ho continuamente ricevuto proposte per fumetti di supereroi. Perciò, è importante conoscere i propri obiettivi e non sprecare il proprio tempo con qualcosa che l’editore non sta cercando.

Anche Stephenson della Image Comics ha raccontato come si svolge il processo di selezione del materiale da pubblicare (o meno) della sua casa editrice:

Nel corso della settimana, ricevo un’imponente numero di pacchi. A dire il vero, alla fine della settimana è praticamente impossibile trovare lo spazio per uscire dal mio studio. Come ha già detto Denis, un buon 90% è materiale inutilizzabile, o inappropriato. Questa è la parte più scoraggiante del lavoro, perché buona parte delle proposte che ricevo non sono mature. Se troviamo qualcosa di valido fra le proposte, semplicemente, ingaggiamo gli artisti. Una delle domande più grandi che ci poniamo è quanto tempo sarà necessario perché il materiale sia pronto per essere pubblicato. A volte, si possono commissionare progetti bellissimi, che però richiedono mesi per mettere assieme cinque o sei pagina di fumetto completate: questa non è una timeline giusta per le nostre pubblicazioni, prettamente mensili.

La parola è poi passata a Todd McFarlane, creatore di Spawn, fra le altre cose.

SDCC 02Non voglio mentire: io ero uno di quei ragazzini che continuavano a spedire proposte per fumetti di supereroi a Denis. Avrò spedito qualcosa come 700 pacchi nel corso di tre anni e ricevuto circa 300 lettere nelle quali potevo leggere come le mie proposte fossero state respinte. Il lato positivo è che così avevo tantissimi autografi. Gli artisti propongono un fumetto, che hanno scritto, disegnato, inchiostrato, colorato e letterato: la possibilità di essere capaci di fare tutto questo è altamente specifica. Puoi essere un gran disegnatore, ma una pena come inchiostratore, per esempio.

L’artista Chip Kidd ha poi raccontato la sua esperienza:

In un certo senso, rappresento a pieno questo processo. Il mio lavoro convinse il dipartimento vendite della Random House, in passato, i cui addetti convinsero a loro volta gli editor a prendermi a bordo con loro. Non è stato facile, ma ci hanno creduto.

MacFarlane ha poi concluso:

Bisogna anche comprendere che tutte le persone creative hanno caratteri particolari, a volte sono davvero nevrotiche. Mettiamo in dubbio il nostro lavoro, ciò che scriviamo, ogni cosa che facciamo. La più grande invenzione al mondo è qualcosa che si chiama “deadline”: senza questa ci areneremmo per sempre su un nostro progetto, per poi morire.

Fonte: CBR