Il punto più basso della produzione animata dei Peanuts fortunatamente non sarà mai visto da Charles Schulz, dato che lo special viene ultimato solo 7 mesi dopo la sua morte. È il Pifferaio, Charlie Brown viene distribuito in DVD e da allora non è mai stato trasmesso in televisione… ma forse è bene che sia così.

Snoopy pifferaioSally insiste perché Charlie Brown le legga una storia della buona notte; dopo aver pesato due libri sulla bilancia, la bambina sceglie Il Pifferaio di Hamelin (essendo il più leggero), che gli verrà raccontato dal fratello con alcune modifiche alla versione originale.

Visto che Sally è disgustata dai ratti, Charlie Brown ambienta la storia in una città invasa da topi sportivi, che si dedicano all’attività fisica, ballano e suonano il pianoforte di Schroeder contro la volontà del suo proprietario. Il sindaco vuole sbarazzarsi dei topi e per aiutarlo Charlie Brown (presente nella storia assieme ai suoi amici) gli presenta Snoopy vestito da pifferaio, anche se il suo strumento è la fisarmonica. Il musicista è in grado di liberare la città dai roditori, ma in cambio chiede una fornitura per un anno di cibo per cani; il sindaco acconsente e firma un contratto per stipulare l’accordo.

Snoopy suona la sua fisarmonica e convince i topi ad andarsene dalla città, ma il sindaco si rifiuta di onorare il contratto firmato; il cane “pifferaio” decide di punire l’uomo costringendo lui e gli altri membri del consiglio comunale, grazie al suono del suo strumento ad abbandonare la città e non tornare mai più.
L’episodio animato, oltre a soffrire dei problemi di ritmo del precedente special, ha anche dei personaggi con caratterizzazioni grafiche infelici e non all’altezza dei modelli visti fino a quel momento; non solo i Peanuts hanno un aspetto discutibile, ma soprattutto il cast creato appositamente per questa vicenda sembra uscito da un cartone animato prodotto a basso budget, che è possibile trovare in vendita a pochi euro nelle ceste dei grandi magazzini.

E gli adulti? Abbandonando completamente la scelta di Schulz di non mostrarli e non far sentire le loro parole, qui non solo compaiono (era già successo marginalmente in passato in altri special), ma hanno addirittura un ruolo principale. Se a questo aggiungiamo che la storia è un racconto “in costume” lontano dalle situazioni delle strisce a fumetti, senza che ci sia un’adesione miracolosa tra i ruoli della fiaba e i personaggi che li interpretano, viene quasi da chiedersi cosa abbia in realtà questo special dei Peanuts dell’opera a cui è ispirato.

Molto poco.