Daniel Cuello è nato a Córdoba (Argentina) ma vive in Italia da parecchi anni e nonostante questo, a suo dire, non ha mai imparato a fare la pasta al dente. Qui, da autodidatta, ha imparato a disegnare e a raccontare. Si occupa di fumetti, illustrazioni, grafica, realizzazione siti web e social media management.

 

 

Daniel Cuello Ciao Daniel!

Ciau! :)

Grazie per essere con noi. Com’è iniziata la tua avventura nel mondo della narrazione a fumetti? Quali sono state le tue maggiori ispirazioni?

Ho iniziato per caso, da bambino. In tv non c’era niente di interessante e avevamo ospiti in casa, mi stavo annoiando parecchio così sono andato in un’altra stanza e mi sono messo a disegnare. Uno dei miei primi approcci al fumetto sono state le strisce di Quino, quelle “mute”, Mafalda l’ho scoperta in seguito. Qualche anno dopo ho scoperto anche i reportage a fumetti di Guy Delisle, ed è stato amore istantaneo. Credo che loro due abbiano influenzato il mio stile più di chiunque altro, sia nel disegno che nel modo di raccontare.

Sei autodidatta: come hai gestito l’apprendimento? Come hai combinato studio e allenamento?

blancaciudadCome tutti, credo, passando le nottate davanti al foglio da disegno (o davanti al monitor). Sacrificando i sabati sera e le domeniche per assecondare quel sibilante imperativo biologico che ha chi disegna (o scrive).

Vivere tra Italia e Argentina ha influenzato in qualche modo il tuo approccio stilistico?

Non saprei, sinceramente questa cosa non l’ho mai approfondita più di tanto. È più una cosa che mi fanno notare gli altri. Alle medie la prof. di Educazione artistica mi diceva «guarda che bei colori che usi, si vede che sei sudamericano», in realtà però usavo quelli perché non ne avevo molti altri (a proposito, avevo insufficiente in Educazione artistica!). Probabilmente sì, le mie origini mi influenzano, ma non saprei esattamente come o quanto.

Come scritto sulla tua bio, consideri facebook e twitter il naturale prolungamento del tuo sito. Quanto è importante per te l’interazione con i fan?

Tantissimo! E non è la solita retorica da comunicato stampa, mi piace davvero leggere i commenti di chi mi segue! È bello sapere che qualcuno capisce i tuoi disegni e che ha voglia di dirtelo. E poi è sempre un modo per avere nuove idee e per capire in cosa vai bene e in cosa devi migliorare.

Daniel CuelloLa porta rossa, il tuo racconto breve pubblicato su Verticomics, prende spunto da una tua precisa quotidianità, e molte delle tue vignette e illustrazioni traggono ispirazioni dagli eventi che ti capitano e dalle persone che incontri. Questa capacità di osservazione è innata o l’hai sviluppata nel tempo?

Credo sia innata, sono sempre stato un grande osservatore. Ma si sa, chiunque disegni lo deve essere. C’è chi trasforma quella realtà più di altri, chi la trasforma in un personaggio di fantascienza, chi in un topo o chi come me in personaggi grotteschi. La porta rossa è la storia che mi sono immaginato dietro due personaggi reali che osservo spesso nella mia città: un giorno li fermerò e gli chiederò cosa fanno realmente nelle loro vite. O magari no, forse è meglio rimanere con la curiosità.

gigante, Daniel CuelloA breve pubblicherai un libro con Baldini&Castoldi, puoi svelarci qualcosa in anteprima?

È la storia di Tiberio e sarà un gran bel libro, questo è poco ma sicuro! Lo so che ogni scarafone è bello a mamma sua ma guardandolo con occhio critico e distaccato lo penso sul serio! Sto finendo testi e disegni proprio in queste settimane nonostante i settemila gradi all’ombra.

Hai sperimentato molte cose diverse: illustrazioni per bambini, strip, racconti… C’è un genere o uno stile particolare con cui ti vorresti confrontare?

Due sono i mondi che mi piacciono di più: le strip mute, come ad esempio i vecchietti che disegno in svariati contesti, e il fumetto vero e proprio. Sono i contesti nei quali mi diverto di più quando disegno, e quando li mescolo vengono fuori gran belle cose!

 

Signora, Daniel Cuello