Per la sua nuova trilogia, Leo Ortolani decide di raccontare un periodo della vita di Rat-Man che non ha ancora approfondito: cosa è successo dopo che Rat-Boy ha abbandonato la Seconda Squadra Segreta?
La trasformazione in Rat-Man non è stata immediata e infatti scopriamo la fase della sua carriera supereroistica in cui ha vissuto i panni di Marvel Mouse. Siamo all’inizio del 2000 e in Italia sta esplodendo il fenomeno editoriale dei manga, in grado di superare abbondantemente le vendite dei fumetti di supereroi; Ortolani immerge il protagonista in un contesto che rappresenta metaforicamente, con gli eroi in calzamaglia costretti a combattere in un arena contro i nuovi personaggi che arrivano dall’Oriente.

RMC 17Come in molte altre grandi storie di supereroi (basti pensare a Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller) la vicenda viene osservata anche dal punto di vista dei media; in particolare Radio Città Senza Nome ha un ruolo di spicco nel fumetto, visto che l’intera trama viene raccontata al telefono dal Maestro all’emittente radiofonica.

Quest’ultimo diverrà il mentore di Marvel Mouse ed è un personaggio creato con le fattezze di Patrick Stewart, attore che Ortolani considerava abbastanza carismatico da poter interpretare una guida, visto che è divenuto celebre grazie al ruolo di Jean-Luc Picard nella serie Star Trek – The Next Generation e dopo qualche mese esordirà nei panni del professore Charles Xavier nella serie cinematografica degli X-Men.
La copertina di Rat-Man Collection 17, dove viene pubblicata per la prima volta questa storia, è ispirata infatti alla locandina di Star Trek: Primo Contatto, settimo lungometraggio cinematografico della saga fantascientifica. L’illustrazione ha un triste elemento profetico, visto che la storia si intitola Niente è per sempre e in basso vediamo le Torri Sorelle, la versione della Città Senza Nome delle Torri Gemelle, che proprio un anno e mezzo dopo l’uscita di quest’albo saranno oggetto di un tremendo attacco terroristico.

Non è un caso che il logo di Marvel Mouse ricordi quello di Marvel Italia, la divisione editoriale di Panini Comics che pubblica in Italia fumetti della Casa delle Idee. Rat-Man però è una serie italiana, un prodotto atipico, e in quanto tale riesce a resistere all’invasione nipponica grazie alla sua tenacia e alla sua diversificazione; l’Arena infatti è gestita da Marco e Marcello Lupoi, le due metà del direttore della casa editrice modenese, che in quel periodo stava ampliando il proprio settore manga. Marvel Mouse ha combattuto per 4 anni nell’Arena, incontrando avversari del calibro di Kenshiro e l’Uomo Tigre; si tratta del momento più buio della sua vita, come si può capire dalla scena in cui lo vediamo fumare per l’unica volta in tutta la saga, o quando ci viene rivelato che è anche solito ubriacarsi.

Il primo personaggio giapponese ad arrivare nell’Arena è Hydargos, malvagio luogotenente di Vega che tenta di invadere la Terra e acerrimo rivale di Goldrake (il primo anime a venire trasmesso in Italia); un altro volto conosciuto è Deedlit, prosperosa elfa che appartiene al cast del manga fantasy Record of Lodoss War.

Per affrontare questa minaccia proveniente dal Sol Levante sembra che Marvel Mouse possa contare sull’addestramento del Maestro, già capo della Prima Squadra Segreta con l’identità segreta del Pipistrello. Ma l’eroe con l’orecchie da topo ignora che qualcuno di molto pericoloso stia per incrociare i suoi passi… decidete voi se sto parlando di Valker o di un irsuto postino che adora cantare le canzoni di Amanda Lear nella vasca da bagno.