Nel corso del BGeek 2015 abbiamo intervistato Leonardo Favia, executive editor di BAO Publishing, nonché scrittore e sceneggiatore, il quale ci ha raccontato alcune curiosità inerenti la sua graphic novel intitolata Il settimo splendore, disegnata da Ennio Bufi, e alcune novità e retroscena inerenti la casa editrice milanese.

 

Intervista FaviaCiao Leonardo, e benvenuto su BadComics.it.

Ciao a tutti voi.

Partiamo da “Il settimo splendore”, opera uscita già da alcuni mesi che ha raccolto un buon numero di consensi. Come è nata l’idea dietro questo progetto? Come si è arrivati al fumetto nella sua forma finale? Eventualmente, potendo tornare indietro, cambieresti qualcosa di questa storia?

La storia del fumetto ha avuto una genesi abbastanza lunga. Il soggetto de “Il settimo splendore” è nato durante le ore di latino e greco, quando frequentavo il liceo: ero seduto all’ultimo banco e invece che seguire la lezione, scrivevo questa storia. Ho anche pensato di inserire il nome del mio professore fra i ringraziamenti del fumetto, ma poi ci ho ripensato, perché non mi sembrava una cosa molto gentile da fare. Diciamo che magari adesso lui sa perché prendevo 4 fisso come voto! Volevo raccontare una storia legata a una città, in questo caso quella di Parigi. “Il settimo splendore” è infatti collocato all’interno della collana di BAO intitolata “Le città viste dall’alto”: quindi il parametro di partenza era collocare una vicenda emotiva fra le strade della capitale francese. La storia vede protagonista un ragazzo che torna nella città della madre, la quale ha potuto conoscere solo negli anni della sua infanzia, prima che questa morisse. Il protagonista si chiama Modì, e anche questo nome così originale ha un significato ben preciso nelle dinamiche della trama. Posso definire questo fumetto come una sorta di “giallo esistenziale”, perché il lettore assiste all’indagine del personaggio principale sul passato della propria madre. Inoltre, c’era il grande desiderio, da parte mia e di BAO Publishing, di collaborare con Ennio Bufi. Ennio è un artista pugliese molto attivo nel panorama del fumetto francese: ci tenevamo molto a presentarlo al pubblico italiano. Il processo di lavorazione dietro il fumetto è stato abbastanza godibile e rilassato: io ed Ennio siamo molto amici da anni e quindi abbiamo avuto la possibilità di coordinarci in maniera osmotica. In verità, quindi, di quest’opera non cambierei quasi nulla, a parte forse i tempi di lavorazione. Diciamo che “Il settimo splendore” è stato realizzato a una velocità di “16x” al fine di rispettare la scadenza che ci eravamo prefissati.

Il Settimo SplendoreDa ciò che affermi, sembri soddisfatto del risultato conseguito da questo lavoro. Quale pensi sia stata la risposta dei lettori all’uscita de “Il settimo splendore”?

Sì, assolutamente. Svolgendo, in questo caso, il duplice ruolo di scrittore ed editor, se questo progetto fosse andato male lo avrei saputo subito e non vi sarebbe stato nessuno in grado di “indorarmi la pillola”. Fortunatamente, il fumetto è andato molto bene, specie in termini di vendite. Siamo tutti molto contenti di ciò, anche perché, per ciò che concerne la collana “Le città viste dall’altto”, i lettori tendono a fidarsi della bontà qualitativa del marchio anche non conoscendo necessariamente i nomi degli artisti coinvolti. Quindi i libri di Sergio Gerasi, Alberto Madrigal, Stefano Simeone, Nicolò Pellizzon, solo per citarne alcuni, hanno riscosso tutti un buon successo. In generale, è molto difficile mettere in mano un libro a un lettore “a scatola chiusa”: in questa maniera, quindi, siamo riusciti a creare una sorta di “habitat protetto”, nel quale, da un lato, un autore è libero di raccontare la sua storia, dall’altro, il lettore sa già che tipo di racconto aspettarsi.

Parliamo ora della tua vita da editor. Sei di casa in BAO Publishing sin dalla sua nascita, risalente a circa cinque anni fa. Da allora, è passato molto tempo: cosa puoi raccontarci di questa tua esperienza lavorativa e di vita, che continua nel tempo, guardando al passato, ma anche in previsione del futuro?

In origine, in BAO l’idea era quella di avere un catalogo piccolo, ma qualitativamente rilevante: l’intenzione era quella di pubblicare qualcosa come otto libri l’anno. La nostra casa editrice era intesa per essere “raccolta”, pur producendo opere di uno specifico taglio. In realtà, sin da subito, abbiamo riscontrato grande entusiasmo, non solo da parte dei lettori, ma anche degli stessi autori, specie quelli stranieri, i quali erano caldamente alla ricerca di nuovi interlocutori ai quali rivolgersi oltre i confini dei propri Paesi di appartenenza. Ci siamo dunque ritrovati ad avere i diritti di opere importanti, quali, per esempio “Bone” di Jeff Smith, cosa che ci ha permesso di aumentare la portata del nostro lavoro e ampliare il nostro catalogo. Posso dunque asserire che il piano iniziale è cambiato in corsa quasi immediatamente. In tutto questo vi è stata poi l’esplosione del fenomeno di Zerocalcare, grazie al quale abbiamo avuto una “potenza di fuoco” che ci ha permesso soprattutto di riuscire ad arrivare con il nostro catalogo nelle librerie di varia.

L'elenco telefonico degli accolliA proposito di Zerocalcare, chi ha creduto maggiormente nel suo successo?

Sicuramente Caterina Marietti. Io personalmente sono quello che ha temporeggiato, in principio, pur riconoscendo il suo potenziale: avevo capito che aveva talento, ma non lo ritenevo ancora davvero maturo. Questo ovviamente anni fa, quando arrivò per la prima volta in redazione. Caterina e Michele Foschini sono invece letteralmente impazziti per il lavoro di Zero. Io ero più cauto: sono contento che non mi abbiano licenziato per questo!

A proposito di redazione, la quale ho avuto modo di visitare personalmente, trovando un ambiente accogliente e abbastanza diverso dal canone tradizionale, raccontaci com’è la vita in casa BAO Publishing.

La vita in redazione è una via di mezzo tra quella in una classe di scuola e in un ufficio vero e proprio. Questo perché siamo tutti abbastanza giovani, l’età media da noi è di circa 30 anni, e siamo quasi tutti assunti a tempo indeterminato, aspetto che ci regala quella serenità che ci consente di lavorare al meglio, riuscendo a pensare anche a lungo termine. Lavoriamo tantissimo, ogni giorno, ma siamo contentissimi di farlo. In realtà, non c’è una “giornata tipo”: ognuno di noi ha sempre nuovi compiti, nuovi titoli su cui lavorare e soprattutto nuovi stimoli. È tutto un ciclo continuo, che si svolge con grande gioco di squadra. In poco tempo siamo passati da essere semplici colleghi, quasi sconosciuti, a divenire amici, grazie al fatto che svolgiamo un lavoro che amiamo e che ci unisce.

Sex Criminals 1Sei nato e cresciuto a Bari, ma per esaudire il tuo sogno sei dovuto andar via dalla tua città. Raccontaci la tua esperienza di vita in questo senso e quali sono i difetti che il capoluogo pugliese possiede nei riguardi di chi vuol fare un lavoro come il tuo.

Sono andato via da Bari nel 2006, subito dopo la laurea triennale in Giornalismo. Volevo vivere di scrittura, e farlo in questa città è sostanzialmente impossibile. All’epoca, inoltre, c’erano meno possibilità offerte da internet, la situazione non era così florida come magari lo è adesso. Sono quindi andato prima a Bologna e poi a Milano per inseguire quello che possiamo chiamare “sogno del fumetto”. Questo ha comportato anche un grande rammarico: non è facile lasciare la propria casa per fare il lavoro che si desidera, ma questa era una cosa assolutamente necessaria, perlomeno per stabilire i primi contatti. Bisogna viaggiare, anche per mettersi alla prova: fino a che non sai cosa sei disposto a sacrificare, non avrai mai una reale dimensione delle tue capacità e potenzialità. Sostanzialmente, si tratta di una forma necessaria di sacrificio, ma che può essere letta anche come una forma di investimento. Il limite della nostra terra, nei confronti del mondo del fumetto, è la totale mancanza di aziende del settore: le case editrici sono soprattutto concentrate nel centro-nord dell’Italia, fra Roma e Milano. Ci sono anche altre piccole realtà indipendenti in alti luoghi, ma queste non danno comunque sufficienti garanzie, specie nei confronti di uno scrittore.

Torniamo a parlare di BAO, quali sono le novità della casa editrice delle quali puoi parlarci? Avete recentemente annunciato anche i vostri ospiti per la prossima edizione del Lucca Comics and Games, una squadra di autori di tutto rispetto: cosa puoi dirci a riguardo?

Il Porto ProibitoNon possiamo non partire parlando di “Sex Criminals”, fumetto di Matt Fraction e Chip Zdarsky, i quali saranno ospiti a Lucca: siamo davvero curiosi di scoprire che tipi siano, perché, a giudicare dalle loro pagine social, possiamo evincere quanto siano “eclettici”, per usare un termine da fascia protetta. Il loro fumetto è qualcosa di davvero fuori da ogni schema, scritto in maniera davvero innovativa, direi quasi inedita. Il secondo volume dell’opera è previsto per la prossima edizione del Lucca Comics and Games. Vorrei parlare anche de “Il Porto Proibito”, uscito questa primavera: l’opera è firmata da Teresa Radice e Stefano Turconi. Questo è un romanzo (a fumetti) ottocentesco, in tutto e per tutto, aspetto sottolineato anche dal tipo e dal formato del volume da noi curato ed edito: i disegni di Stefano sono splendidi, e la storia appassionerà ogni lettore. Come dimenticare poi “Black Science” di Rick Remender e Matteo Scalera? Dopo il successo del primo volume, posso annunciare l’uscita del seguente nella seconda metà dell’anno. Inoltre anche Matteo sarà con noi a Lucca. Il fumetto è una storia di fantascienza, narrata in maniera fresca e originale a un ritmo forsennato. Ricordo che a Lucca vi saranno anche Kelly Sue DeConnick ed Emma Ríos, il team creativo di Pretty Deadly, i gemelli Fábio Moon e Gabriel Bá, e tanti altri ancora.

In conclusione, qualche altra novità oltre “l’orizzonte lucchese”?

Siamo molto contenti di aver acquisito i diritti dell’edizione italiana di “Descender”, fumetto co-creato da Jeff Lemire e Dustin Nguyen. Senza fare grossi spoiler, siamo molto attenti alla bellissima realtà che è negli USA Image Comics, e rileviamo anche un grande entusiasmo da parte degli autori nei nostri confronti. Inoltre, abbiamo intenzione di portare in Italia Lemire e Nguyen appena ne avremo la possibilità. Concludo dicendo che sono molto orgoglioso della presenza di Zerocalcare in questa bellissima edizione del BGeek, e della risposta del pubblico nei suoi confronti. Finalmente siamo riusciti a coinvolgere in maniera importante la nostra città di Bari nel mondo del fumetto nazionale.

Grazie Leonardo, alla prossima!

Grazie a tutti voi, ragazzi!