RMG 15Tra i primi esperimenti a fumetti di Leo Ortolani durante l’infanzia c’è una sua versione di Spazio: 1999, telefilm americano di fantascienza girato negli anni ’70 che narra le avventure di trecento persone smarrite nello spazio, a bordo della Base Lunare Alpha uscita dall’orbita attorno al satellite terrestre a causa di un incidente nucleare.

Quando l’anno 1999 non è più un lontano traguardo futuristico ma il presente, Ortolani vuole omaggiare il suo amore di gioventù, ma c’è il rischio di realizzare una storia che sia trainata solo dalla nostalgia per un’opera che la maggior parte dei suoi lettori nemmeno conosce. Occorre un altro motore per la trama, che l’autore trova nelle critiche mosse ad alcune gag di Rat-Man, in particolare due battute (sul cancro e sulla morte di Lady Diana) inserite nella storia Dimenticati dal Tempo!: in questa storia l’umorismo nero presente nel fumetto costa al protagonista la detenzione sulla base spaziale Alfatraz, assieme ad altri personaggi caduti sotto il severo giudizio della censura.

Si tratta di un altro espediente metafumettistico che dà il via a un episodio interamente ambientato nel carcere per personaggi che non rispettano la morale, nel quale Ortolani dimostra di non pentirsi minimamente dei suoi “reati” e si concede anche qualche frecciatina all’indirizzo dei perbenisti.

L’autore però vuole soprattutto rimettere in scena Spazio: 1999 e infatti ci sono molti elementi che i fan del telefilm possono riconoscere: il comandante di Alfatraz è disegnato sul modello del John Koenig interpretato dall’attore Martin Landau, ma compaiono anche i corrispettivi a fumetti del vicecomandante Paul Morrow, della dottoressa Melena Russel, dell’analista Sandra Benes e del professor Victor Bergman.

Tra i prigionieri di Alfatraz c’è anche un uomo che osserva la Terra dalla finestra, ripetendo che un giorno tornerà finalmente laggiù; è un riferimento a Héctor Oesterheld, autore argentino famoso per l’Eternauta e desaparecido durante la dittatura militare in Argentina, che Ortolani ha voluto immaginare recluso sulla stazione orbitante.

Tra tormentoni e gag demenziali si conclude una puntata di Rat-Man che dimostra come l’autore sia in grado di fare autoironia con le critiche che gli vengono fatte, senza tornare sui suoi passi ma dimostrandosi ancor più graffiante. È sufficiente infatti una pubblicità di cibo per gatti appesa in strada a pochi metri da un barbone che muore di fame, per mettere in discussione quali siano le vere incoerenze della società, e su quali cose ci si possa permettere di scherzare…

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