PersepolisTara Shultz, ventenne studentessa americana presso il Crafton Hills College di Yucaipa, California, è rimasta sconvolta dai contenuti di Persepolis, graphic novel di Marjane Satrapi, che racconta, in maniera veritiera cosa ha significato crescere durante la rivoluzione iraniana per tanti uomini e donne.

Fino a qui tutto normale, come ben saprà chiunque abbia letto l’opera della Satrapi. Ma, purtroppo, la storia non finisce qui: la giovane è rimasta sconcertata anche da altre tre graphic novel inserite nel suo corso di studi di inglese: nel dettaglio, si tratta di Fun home: Una tragicommedia familiare di Alison Bechdel, del primo volume di Y: L’ultimo uomo di Brian K. Vaughan e Pia Guerra e infine del ciclo narrativo di Sandman intitolato Casa di bambola, firmato da Neil Gaiman e Mike Dringenberg.

Evidentemente, i contenuti di queste opere, in termini di violenza fisica, psicologica e verbale, sesso e non precisate “oscenità”, devono aver talmente sconvolto la giovane da obbligarla a rivolgersi ai propri genitori, i quali, da coraggiosi paladini, hanno sfidato il sistema chiedendo, attraverso vie legali, all’amministrazione del college che tali testi oltraggiosi fossero rimossi dal corso di studi in questione. Corso di studi che, vale la pena sottolinearlo, viene ufficialmente presentato come: “Lo studio della graphic novel come funzionale medium letterale, attraverso la lettura dei testi, discussioni in classe e approfondimenti analitici“.

SandmanPer dovere di cronaca, riportiamo un estratto delle dichiarazioni rilasciate dalla sconvolta Shultz al Redlands Daily Facts:

Aprendo un fumetto non mi aspettavo di trovare quei contenuti all’interno. Mi aspettavo Batman e Robin, non pornografia.

Ryan Bartlett, professore associato del college e docente del corso in questione (già tenuto per tre semestri senza alcuna lamentela in passato), ha a sua volta ribattuto:

Ho scelto per il mio corso di inglese delle graphic novel molto acclamate e vincitrici di numerosi premi. Le ho scelte non perché siano meramente “vivaci”, ma perché ognuna di queste parla della sofferenza della condizione umana. Come disse Faulkner, “Il cuore umano in conflitto con se stesso è l’unico argomento sul quale vale la pena scrivere”. Lo stesso potrebbe essere detto su ciò che vale la pena leggere. I personaggi protagonisti di tali racconti sono degli individui inquieti, che affrontano problemi di moralità, scoperta di se stessi, crisi sentimentali, e così via.

La lotta della Shultz e dei suoi genitori, però, non si è fermata solo a quanto vi abbiamo raccontato, raggiungendo un livello di fanatismo vero e proprio. Il trio ha organizzato una protesta fuori dal college, chiedendo che, come minimo, l’amministrazione dello stesso alleghi al programma, in bella vista, delle “etichette di avvertimento” sui contenuti di questi.

Y: The Last ManLa Shulz inoltre è andata ancora più a fondo nella sua protesta:

Nella migliore delle ipotesi, mi piacerebbe vedere questi fumetti eradicati dal sistema. Non voglio che siano raccontati o letti mai più. Non voglio che ci sia qualcun altro costretto a leggere questa spazzatura!

Anche Mr. Shulz, padre della ragazza, ha detto la sua:

Non siamo riusciti a impedire che questi fumetti venissero venduti nella libreria del campus, luogo che ospira minorenni.

Poco da aggiungere su questa storia. La parola “censura” è qualcosa che mette sempre i brividi in ambito artistico, di qualsivoglia medium si stia parlando. Se questa poi viene fomentata da bigottismo o, più semplicemente, dalla becera ignoranza di alcuni individui, il risultato può essere classificato semplicemente come una triste, quanto tragicomica, pagina della storia del genere umano.

 

 

Fonte: CBR